Querele sugli insulti di Pastechi

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«Non ci sto a dare i soldi a De Giorgi e agli altri. Non perchè abbia qualcosa contro i gay, ma perchè in questa vicenda tutta la frazione di Torre del Lago è stata danneggiata. E se pagassi soltanto io sarebbe quasi un’ammissione di colpevolezza, e io colpevole non mi sento».

Athos Pastechi non percorrerà, almeno questo traspare dalle sue parole, il sentiero della conciliazione tra i sette imputati di ingiurie agli omosessuali (nell’agosto 1999 sul Belvedere) e le parti offese. Una possibilità caldeggiata dal giudice Gerardo Boragine e sulla quale gli avvocati degli imputati stanno ragionando, soprattutto sulla destinazione di questa eventuale donazione simbolica. Ma Pastechi dice di no: «Anzitutto - spiega - voglio ringraziare il giudice che dimostra sensibilità e voglia di comporre le parti. Ma se mi ribello è per tutelare anzitutto l’immagine della frazione, che dopo quei fatti - al Maurizio Costanzo Show - venne dipinta come un covo di omofobi. Io non ho pregiudizi verso nessuno, anzi sono un imprenditore del turismo e una larga fetta della mia clientela fa parte del mondo-gay. Ma non accetto che De Giorgi, con il quale non ho un bel rapporto, punti il dito contro di noi quando lui, a Torre del Lago, guadagna bei soldi. Se ci sarà da versare qualcosa lo farò, a patto che De Giorgi faccia lo stesso. Altrimenti sarebbe come gridare ai quattro venti che io sono colpevole, e così non è. Quella sera - ricorda ancora il presidente della circoscrizione - fui tra quelli che, anche se magari non ero d’accordo, si adoperò in tutti i modi per facilitare lo svolgimento della serata. Si trattò, lo ricordo, di una decisione assunta dall’allora sindaco Costa, che rilasciò quel permesso nonostante il parere contrario da parte della Circoscrizione della quale all’epoca ero consigliere. Nonostante questo, quella sera ero lì per dire agli altri di lasciar stare, di consentire lo svolgimento dello spettacolo. E le foto mostrate in aula non provano niente, si vede che c’ero, punto e basta». Un Pastechi determinato ad andare fino in fondo dunque, ad affrontare il giudizio. «Se sarà così, lo affronterò. In questo momento mi sta a cuore soltanto tutelare il buon nome di una frazione che fa della tolleranza il suo cavallo di battaglia. E da De Giorgi io voglio le scuse».


Fonte : Gaynews

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