Soccorso, per risparmiare si va verso centrali operative unificate del 118.

Regione 2

Da 12 a solo 3 per tutta la regione

“Al momento mi sembra di poter dire che ognuno ha fatto quello che doveva fare.
Ma si può e si deve fare di più e meglio. Per questo ho deciso di arrivare in tempi brevissimi all’unificazione delle centrali del 118 per Area Vasta: una per ciascuna delle tre Aree Vaste, in modo da eliminare i pur corretti passaggi intermedi tra le centrali”.

L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni era intervenuto così mercoledì 27 giugno dopo la drammatica vicenda della morte del bambino di 11 anni, Franco Lori, sulla Calvana.

In pratica ha annunciato la decisione di unificare le centrali del 118 per Area Vasta e di accelerarne al massimo la realizzazione.

Una riforma che riguarda 12 centrali operative attualmente presenti nelle 12 aziende sanitarie della Toscana e che, come per altre funzioni e servizi sanitari nella nostra regione, prevedrebbe (il condizionale è d’obbligo, ma le parole di Marroni sono state chiare), tre centrale operativi.

Una piccola rivoluzione che, ovviamente, dovrà essere preparata e organizzata con tutte le singole realtà ma che ha l’obiettivo di centralizzare gli interventi di emergenza – urgenza sul territorio.

In ogni caso si parla di nove centrali operative in meno.

Innanzitutto cosa sono gli Estav?

Si tratta di Enti, istituti con la Legge regionale n. 40 del 24/02/2005. La sigla sta per Enti per i Servizi Tecnico-amministrativi di Area Vasta e sono uno strumento di razionalizzazione delle risorse e unificazione di standard, percorsi operativi e procedure, iniziato, nella Regione Toscana, con la costituzione delle Aree Vaste, nell'ottica di innalzare il livello di qualità dei servizi erogati.

Ecco un’ipotesi di unificazione delle centrali operative di coordinamento dei servizi di 118 divisi secondo la ‘geografia’ degli Estav:

Centrale operativa ESTAV CENTRO per le AUSL 3 di Pistoia, AUSL 4 di Prato, Azienda sanitaria di Firenze, AUSL 11 di Empoli, Azienda Ospedaliero-Universitarie Careggi e Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze.

Centrale operativa ESTAV NORD OVEST per le AUSL 1 Massa e Carrara ,AUSL 2 Lucca, AUSL 5 Pisa, AUSL 6 Livorno, AUSL 12 Versilia, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa.

Centrale operativa ESTAV SUD EST per le AUSL 7 Siena, AUSL 8 Arezzo, AUSL 9 Grosseto, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Siena.

Insomma una per l’area fiorentina, una per quella sulla costa dalla Versilia a Livorno, e una per il senese-aretino e Maremma

La loro sede? Non è detto che saranno ubicate nelle città più importanti, d’altra parte si tratta di telefoni e apparati informatici.

Si tratta di un’idea di cui già si senti parlare qualche anno fa, ma è tornata di attualità dopo la tragedia che ha colpito la parrocchia di San Martino a Paperino e il piccolo Franco, con grosse polemiche sul coordinamento dei soccorsi.

Per evitare ulteriore problemi l’assessore avrebbe chiesto alle varie Asl di presentare un piano di riorganizzazione dell’emergenza che riguardi anche la gestioni delle varie missioni per i trasporti ordinari e le dimissioni dalle strutture sanitarie.

Un vero problema da risolvere perché spesso ogni Asl è gestita in modo diverso.

Per quanto riguarda l’Asl 11 di Empoli nella centrale operativa posta al sesto piano dell’ospedale ‘San Giuseppe’, blocco H (mattoncini rossi), in via Boccaccio, vi lavorano 13 infermieri professionali più un coordinatore medico.

2 commenti

  1. Emendamento della Lega al Piano sociosanitario martedì 3 luglio 2012 alle 15:21:35

    Lazzeri (Lega Nord): “Tante belle parole ed eufemismi, ma è solo demagogia: i piccoli ospedali subiranno ulteriori riduzioni”.



    «Il Piano Socio Sanitario Integrato (PSSIR) prevede nuovi tagli per i cosiddetti “piccoli ospedali”. Gli ospedali di tipo A, infatti, verranno privati di un pronto soccorso vero e proprio a favore di un punto per l’emergenza territoriale. Si vuole tagliare le spese, ma così facendo si creano più costi e, soprattutto, più disagi alla comunità». È il commento del consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri, che sta esaminando a fondo l’attuale Piano sociosanitario.

    «Nella lettura del Piano Socio Sanitario Integrato – spiega l’esponente del Carroccio –, la Lega Nord Toscana ha individuato come negli ospedali definiti “ospedale A” non sia più presente un vero pronto soccorso, ma solo un “Punto per l’Emergenza Territoriale”. Tutto questo per mascherare l’assenza del pronto soccorso, con l’ospedale di tipo A che per assurdo non può genericamente garantire neppure il ricovero urgente. Presentandoci ad uno di questi ospedali con una patologia grave che necessita di ricovero urgente ci troveremmo ad essere caricati su un’ambulanza e portati in un “vero” ospedale, cioè tra quelli definiti di tipo B o C. Perché nell’ospedale A si garantiscono le cure intermedie, la diagnostica radiologica, i trasferimenti in urgenza: più che un ospedale pare una casa di cura. È evidente che, nel panorama dei tagli in sanità, questa è la fine dei piccoli ospedali. Come si può alle piccole comunità, spesso abitate prevalentemente da anziani e in situazioni di disagio geografico, negare la possibilità di rivolgersi al pronto soccorso, di potere restare in osservazione piuttosto che essere trasferiti per precauzione in un centro adeguato magari a molti chilometri da casa e soprattutto con spese e disagi evitabili?».

    Secondo l’esponente del Carroccio, «ciò che appare una razionalizzazione della spesa diventa uno spreco ulteriore perché si dovranno mettere in condizione queste strutture di avere piazzole attrezzate per il volo notturno dell’elisoccorso, si dovranno affrontare spostamenti maggiori anche per piccoli ricoveri precauzionali. Non sarebbe più semplice, invece, far spostare le persone per importanti interventi programmati, per i quali è fondamentale la specializzazione, dove la relazione fra volume di attività ed esito clinico sono direttamente proporzionali e fondamentali, e mantenere dei veri pronto soccorsi Dea negli ospedali di tipo A, nei quali evidentemente c’è una maggior attenzione alla persona nella sua totalità, dove la persona si possa sentire accolta, abbia la possibilità di stare almeno in osservazione per scongiurare situazioni gravi e anche ricoveri affrettati molto lontano da casa?» La Lega Nord ha individuato, quindi, la necessità che il PSSIR preveda anche per gli ospedali di tipo “A” di avere un pronto soccorso «di I° livello, salvo verificare, in rapporto alla collocazione geografica e alle necessità principali dell’utenza, la presenza di altre strutture di Area Vasta, facilmente raggiungibili e accessibili, che offrano soccorso in ogni ambito specialistico».

    I cosiddetti “ospedali montani”, per esempio, in Toscana in tutto sono 12, e le loro strutture di pronto soccorso registrano molti accessi all’anno. Castelnuovo Garfagnana dagli ultimi dati reperibili ha 14.736 accessi, Bibbiena 14.037, Portoferraio 13.632, Sansepolcro ne registra 12.847. «È vero che è necessario ridurre le spese – conclude Lazzeri –, ma non lo si può fare a discapito delle necessità dei cittadini».

  2. Lega Nord martedì 3 luglio 2012 alle 15:20:32

    «Rossi si lamenta dei tagli al sociale e alla sanità? Cominci ad accorpare le Asl, così inizierebbe a combattere gli sprechi e a recuperare le risorse necessarie per non toccare i servizi». È quanto pensa il consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri, che commenta le parole di Rossi intervenuto a “24 Mattino” su Radio 24.

    «Accorpare le Asl – chiarisce l’esponente del Carroccio – è l’unica risposta possibile da dare senza intervenire sui servizi. Nel resto d’Italia non esiste un’Asl a cavallo tra due province, ma noi abbiamo quella della Versilia. Nel resto d’Italia non esiste una provincia con al proprio interno due Asl, e noi abbiamo Firenze». Per Lazzeri il problema è anche un altro. «Le Asl toscane – spiega – oggi strutturano i servizi in base ai residenti della zona che coprono. Ma poi scopriamo che, per quanto riguarda per esempio i cittadini della provincia Livorno, molti servizi sono svolti dall’Asl di Pisa. Così Pisa dovrà dotarsi di una struttura di medici più ampia, Livorno si trova a strutturare dei servizi che in realtà vengono svolti soprattutto da un’altra Asl e infine paga ai pisani il corrispettivo per i servizi svolti. Bisogna, quindi, ridurre le Asl per evitare sprechi e disservizi sul territorio».

    Secondo il consigliere regionale leghista, «i segnali di crisi c’erano, ma si è fatto finta di non vederli. Rossi deve scegliere la strada della Toscana: far parte del Sud Italia o del Nord del Paese? Noi preferiamo essere il Nord e per questo il Presidente della Regione deve strutturare la sanità sui modelli Nordeuropei».

    Che cosa significa avere meno Asl? «Vuol dire – risponde Lazzeri – avere meno direttori di ogni genere, meno dirigenti, ma vuol dire anche passare alle Estav l’amministrazione di tutte le attività non sanitarie che oggi, invece, vengono gestite a macchia di leopardo e in modo non omogeneo. Se Rossi sarà capace di questo, finalmente potrà essere il Presidente di tutti i toscani e non solo di quelli che l’hanno votato».

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