Maria, la bellezza in tempo di guerra non era un vantaggio

Speciale Cantuccio dei Ricordi 3

Rubrica "Il Cantuccio dei Ricordi", di Antonia Ferrari

Maria era una ragazza di una bellezza straordinaria, lunghi capelli biondi molto voluminosi e tutti ricci, un corpo armonioso, e ben proporzionato, un viso delicato, e un ovale perfetto, gli occhi nerissimi con stelline dorate.

Questa era Maria, nel pieno dei suoi 18 anni, 18 anni nel '45 con una miseria da morire, ancora in piena guerra da noi in Toscana, la linea gotica ferma a pochi chilometri e le nostre case requisite dagli americani, le persone si arrabattavano come potevano.

La famiglia di Maria era ancora più povera delle altre, sfollati dalla vicina e più pericolosa Viareggio si erano trasferiti al Lido, il padre faceva l’arrotino, la madre la casalinga, i due fratelli i pescatori di frodo, e lei era guardata a vista dai fratelli, che erano molto gelosi vista anche la pericolosità del momento per una così bella ragazza.

Corteggiatissima da tutti i militari che trovavano merce facile in quel momento di miseria, per una scatoletta di qualsiasi cosa trovavano donne disposte a tutto.

Non era il problema di Maria, che portava la sua fame con una dignità senza eguali.

Maria era amica di mia sorella, e aveva tante altre amiche, ma non era ben accetta nelle compagnie per la sua origine di vera miseria da sempre, e per la sua assenza di cultura, sua e di tutta la famiglia.

Mi ricordo da piccolissima di averle visto togliere il pane di bocca al mio caro Tony (il mio cane), pazzesco a ripensarci, il periodo era davvero brutto.

Lei con la sua bellezza avrebbe potuto avere tutto da quei militari che avevano cibo in abbondanza, ma per Maria il prezzo era troppo alto, e lei troppo onesta.

In casa era la schiavetta, stava a giornate a pulire, ordinare e rammendare gli indumenti dei fratelli, che al ritorno dal mare la picchiavano senza pietà per qualsiasi cosa.

Per circa un anno abbiamo avuto Maria come vicina di casa e assistito a tutti i suoi disperati 18 e 19 anni, poi alla fine del '46 lei e la sua famiglia tornarono nella vecchia Viareggio, da dove erano venuti.

Per un po’ non abbiamo più avuto notizie di quella sfortunata ma bella ragazza, poi un giorno abbiamo saputo da alcune persone che Maria si era uccisa. Fu uno shock.

Tutti avevano sensi di colpa per come si erano comportati con Maria, ma troppo tardi.

Io e mia sorella si andò a vederla nella stanza dei morti all’ospedale di Viareggio, dove avevano cercato di salvarla senza riuscirci, mi ricordo molto bene quel giorno, era la prima volta che vedevo una persona morta, era ancora bellissima Maria, con un meraviglioso abito bianco che forse qualcuno aveva voluto farle come dono in quel giorno per ricordare la sua purezza.

Tante amiche piangevano vicino a lei e io, piccola, piccola, pensavo: perché non hanno cercato di aiutarla prima che facesse quel gesto disperato?

Tutto questo mi è venuto in mente oggi dopo tanti anni perché dal mio baule dei ricordi ho tirato fuori una piccola scatola, dove era racchiusa una foto di Maria e un garofano secco che avevo preso sulla sua bara, non ricordavo di avere queste cose, ma appena trovate tutto mi è tornato in mente.


Foto: Maria è la prima a destra con la sorella di Antonia e un'amica

3 commenti

  1. kikka mercoledì 5 settembre 2012 alle 11:49:02

    Concordo, proprio una bella storia, anche se triste...

  2. vittorio martedì 4 settembre 2012 alle 21:20:28

    Certo erano altri tempi, oggi non si apprezza piú nulla

  3. Valentina martedì 4 settembre 2012 alle 19:29:58

    Ma che bel racconto!

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