5 Marzo 1944, ecco com'era Lido di Camaiore
Speciale Cantuccio dei Ricordi martedì 18 settembre 2012 3Di Antonia Ferrari
Una nottata molto fredda, mia madre ha preparato il lettone per la notte con tanto di prete in legno ed ha appeso lo scaldino di coccio con una bella brace e finalmente un po’ di calduccio...
Si va a letto presto, mio papa è malato: ha una gran tosse che non lo fa respirare, in casa non c’è riscaldamento e nemmeno la luce, così non resta altro che andare a letto, anche il mio lettino è pronto vicino al lettone di papà e mamma ed io mi ci infilo dentro con tanto di guanti e sciarpa...
Mio papà non ha voglia di leggere per me, sta troppo male, e cosi non ci resta che dormire.
Dormo e sogno che la guerra è finita e che posso tornare a giocare sul mare con mia sorella e le mie amiche Nara e Silvana, la spiaggia non è più piena di mine e si può correre liberamente, ma è solo un sogno.
Mia sorella dorme nella cameretta vicina, e come al solito con la candela accesa legge.
Ha 15 anni e si rende conto più di me di quello che sta succedendo, deportazioni bombardamenti e tanta paura.
Il mio sonno viene disturbato da un brusio che viene dalla strada, sento parole che non conosco e ho paura, mio papà sta tremando dalla febbre e dalla paura, mia mamma non capisce il pericolo, e molto ingenuamente si rivolge a mio papà dicendo—– non ti preoccupare se vengano da noi gli dico che non ci sei— io fingo di dormire. Sono paralizzata dalla paura.
Bussano alla porta, la mia mamma va ad aprire e dice loro "mio marito non è in casa".
Circa una ventina di tedeschi e fascisti entrano, gli altri hanno circondato la casa e io non capisco... Fingo un sonno profondo, sento mio padre che dice "per favore non spaventate le mie bambine, mi vesto e vengo con voi".
Mia sorella sento che sta dicendo brutte parole a quei delinquenti e uno di loro le dà un ciaffone, mio papà va con loro, io sto pensando "cosa avrà fatto il mio papà per meritare tutto questo".
Si sta facendo giorno. Sono le 6 e mio papà non è più con noi, la mia mamma piange, mia sorella pure, e io faccio finta di svegliarmi in quel momento e domando cosa sia successo.
Ci vestiamo. Mia mamma va ad informarsi sul dove abbiano portato il mio papà. Mia sorella riordina la casa, ed io esco per cercare le mie amiche.
Fuori tutto è coperto dalla neve: non avevo mai visto nevicare in marzo, le mie amiche sanno già quello che è successo al mio papà e mi dicono di stare tranquilla e che tanto non lo uccidono subito.
Tutto il giorno passano gli aerei americani e mitragliano anche se non c’è nulla da mitragliare.
Fino a sera non si sa più niente, poi torna la mia mamma e ci dice che non ha potuto vedere mio papà, ma la retata è stata grande e tutti gli antifascisti che hanno potuto trovare sono riuniti alla casa del fascio a Viareggio, e poi da li partono per le carceri di Lucca San Giorgio.
Credevo che non avrei rivisto più il mio adorato papà.
Ho rivisto il mio papà dopo tre mesi: per fortuna era riuscito a fuggire dal carcere assieme ad altri , molti non sono stati però fortunati come lui.
Sono passati tanti anni, mio padre quando si parlava del 5 marzo diceva sempre che fortunatamente la sua Antò quella mattina dormiva.
Non gli ho mai detto che ero ben sveglia e che ho visto la sua paura.
Ferrari Antonia
Dal 'Baule dei Ricordi"
Edizioni Cinquemarzo
3 commenti
"eppure il periodo non è dei migliori nemmeno per noi"
?!??!
Mi scusi Marta, ma si rende conto del paragone che ha fatto?!
Per favore, se ne renda conto prima che sia troppo tardi!
Concordo, oggi non si dà più valore a niente... eppure il periodo non è dei migliori nemmeno per noi. Il valore del ricordo è importante perchè DOVREBBE farci capire che certe atrocità nn dovrebbero più ripetersi.... ma non sembra che ciò accada
Chissà che tempi duri Antonia.... non oso immaginare che cosa abbiate passato... e noi che ci lamentiamo sempre per le cavolate