La Marina di Torre del Lago fuori dal Parco? "Ipotesi avventuristica"

Torre del Lago 6

Con riferimento alle recenti dichiarazioni, sollevate da alcune frange di imprenditori locali e relative all’ipotesi di riperimetrare il Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli escludendo la Marina di Torre del Lago dall’area protetta, vale la pena ribadire alcuni concetti già emersi recentemente nel corso del dibattito pubblico relativo alle attività svolte dai locali.

Come da impegni assunti nelle settimane scorse, l’Ente Parco sta lavorando assiduamente per affrontare e indirizzare correttamente, nelle opportune sedi istituzionali, alcuni dei problemi comuni relativi alla Marina di Torre del Lago e di Levante: in particolare, il tavolo di lavoro voluto dal Presidente Manfredi, che per la prima volta negli ultimi anni è riuscito a riunire tutte le amministrazioni coinvolte, dandosi scadenze e obiettivi ben precisi, ha la volontà di individuare le condizioni affinché la fruibilità delle Marine sia resa compatibile con il contesto ambientale. Nel corso degli incontri, sarà valutata anche la possibilità di apportare alcune modifiche alle regole vigenti, siano esse emanate dall’Ente Parco o dal Comune di Viareggio, che da tale contesto scaturiscono.

L’ambiente che circonda il viale Europa sulla Marina di Torre del Lago, non deve però essere tutelato perché esiste il Parco, ma è l’area protetta ad essere stata istituita per salvaguardare un’area assai delicata dal punto di vista ambientale, nella quale sono presenti habitat e specie di interesse conservazionistico protetti dalle direttive comunitarie. Da tale situazione non è possibile prescindere e non si può dunque pensare di esorcizzare la questione mettendo in discussione l’esistenza del Parco, che è invece stato un volano di sviluppo sostenibile nella zona dando anche negli ultimi anni la possibilità agli operatori economici di effettuare i propri investimenti nella piena consapevolezza dei “vincoli” esistenti, e che inevitabilmente sussisterebbero in qualsiasi luogo – che si tratti di Parco o no, poco importa – dove sono presenti specie di flora e fauna di interesse europeo. Ciò non significa tuttavia che alcune attività straordinarie, se svolte con le opportune cautele del caso, non possano comunque essere svolte: sono queste, infatti, le conclusioni dello studio che l’anno scorso venne commissionato dalla Regione Toscana e che sono anche alla base dell’apertura fatta dal Presidente Manfredi agli operatori della Marina di Torre del Lago.

Il quadro generale, che ha dunque riflessi che esulano dalle strette competenze dell’Ente Parco, è dunque ben più ampio e complesso di quanto gli evocatori di un “referendum” per far uscire la Marina di Torre del Lago dal Parco dimostrano di conoscere ed ha anche un’unica vera soluzione, ovvero la concertazioni tra le istituzioni coinvolte: Regione, Parco e Comune. È questo l’unico modo serio per gestire il problema, mentre qualsiasi altra proposta è solo una scorciatoia avventuristica. Inoltre, qualsiasi fuga in avanti relativa alla messa in discussione dell’esistenza del Parco, alla revisione dei suoi confini o iniziative simili non solo non contribuirebbe minimamente ad analizzare il problema, ma sarebbe addirittura controproducente e costituirebbe un elemento turbativo fine a se stesso, privo di qualsiasi reale prospettiva.

6 commenti

  1. Nèri martedì 20 agosto 2013 alle 13:51:52

    Prima di tutto la "società" che gode della natura protetta e paga gli stipendi all'Ente Parco è composta, quanto meno, da tutti/e i/le toscani/e. Un eventuale referendum dovrebbe dunque essere regionale e non comunale. In quella "società" ci sono anche io e tanti altri che, come me, il Parco Regionale lo hanno voluto sin dall'inizio e che pagano volentieri le tasse per pagare gli stipendi di guardie e funzionari, mentre non si commuovono per i destini degli esercizi commerciali sprezzanti dell'ambiente, dei quali peraltro non sono clienti. Nelle nazioni europee "civili" (non in quelle ultraliberiste dove solo gli affari sono un valore) la natura non è un business: vi sfido a trovare divertimenti mondano-consumistici nel parco binazionale Ytre Hvaler-Kosterhavet, per esempio. L'ambientalismo fasullo è propio quello "del fare", ossimoro inventato dal PD a dispetto del motto dell'ambientalismo originale "meno e meglio, meno è meglio", cioè porre limiti allo sviluppo economico, dove questo confligge con le esigenze della natura. Quanto ai posti di lavoro, perché non sviluppare di più la didattica ambientale, anche presso gli stabilimenti balneari, e l'escursionismo scientifico con conferenze, proiezioni, visite guidate? Ma l'Italia vuole essere un Paese di osti, troppo più facile...

  2. angelo domenica 18 agosto 2013 alle 11:20:54

    ...piace un pò troppo quel territorio! ...e non certo per fare jogging .....

  3. angelo domenica 18 agosto 2013 alle 11:20:52

    ...piace un pò troppo quel territorio! ...e non certo per fare jogging .....

  4. angelo domenica 18 agosto 2013 alle 11:15:36

    Negli ultimi decenni, provate a ricordare quanti attacchi sono stati perpetrati,con soddisfacenti insuccessi. Tentativi di aprire il viale europa ecc.ecc.
    Speriamo che il parco resista a questo ennesimo attacco.
    Non possiamo rischiare di veder edificare il nostro Caro vialone.

  5. paolo c. martedì 13 agosto 2013 alle 11:16:17

    quoto pierangelo al 100%.
    Parole sante.

  6. pierangelo lunedì 12 agosto 2013 alle 22:29:26

    Prima di tutto bisogna sapere chi e' l'autore di tale articolo.Secondo,chi l'ha detto che per tutelare ambiente o altro e' necessaria una istituzione come l'ente parco che non permette di fare assolutamente niente e lasciare che tutto vada in malore nel nome di un'ambientalismo fasullo. Nelle nazioni europee civili un parco e' sinonimo oltre che di tutela dell'ambiente anche di risorse economiche e di posti di lavoro,questa parvenza di parco nostrano e' una palla al piede all'economia e allo sviluppo , esiste solo per dare stipendi a soggetti che altrimenti avrebbero difficolta' a campare in una societa' dove si deve produrre e creare qualcosa di positivo per la comunita',che gli paga gli stipendi.

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