Cambia la legge per lo smaltimento dei materiali vegetali in piccole quantita’: da ‘rifiuti speciali’ e ‘materiale di scarto’

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Tartagni: ‘Una buonissima notizia per gli agricoltori e una vittoria per la CIA’

Buone notizie per gli agricoltori: è cambiato il regolamento per quanto riguarda gli abbruciamenti e, adesso, i piccoli comuli non sono più considerati ‘rifiuti speciali’, ma ‘materiale di scarto’, derivante dalla normale attività agricola.
A dare la notizia del provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 agosto, è il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori Toscana Nord, Piero Tartagni, che commenta: “Si tratta di una buonissima notizia per tutti coloro che lavorano nell’agricoltura, ottenuto grazie al fondamentale impegno della CIA, che ha contribuito a far sì che questo problema, più volte sollevato dagli agricoltori, venisse finalmente affrontato e risolto”.

La novità principale è proprio quella di aver determinato che quantità giornaliere pari a tre metri steri (unità di misura utilizzata per il legno) per ettaro di materiali vegetali, effettuate nel luogo di produzione, rappresentano normali pratiche agricole consentite per il reimpiego dei materiali come sostanze concimanti o fertilizzante e non più attività di gestione dei rifiuti.

“In questo modo – spiega Tartagni – ogni agricoltore può smaltire e riutilizzare gli scarti in maniera autonoma, con forte vantaggio, anche economico, sia per l’agricoltore, sia per l’azienda di gestione dei rifiuti che viene a essere alleggerita di un compito. Ovviamente, nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, resta valido il divieto imposto dalla Regione per la combustione dei residui vegetali agricoli e forestali, così come le amministrazioni comunali hanno la facoltà di sospendere gli abbruciamenti, qualora le singole condizioni meteo, climatiche o ambientali siano sfavorevoli e questa attività possa creare rischio per cose e persone, come accade in presenza di sforamenti ripetuti di polveri sottili (il Pm10) nell’aria”.

Una modifica della normativa, quindi, “che va nella direzione di una semplificazione – conclude Tartagni – fondamentale se si vuole realmente parlare di un rilancio delle politiche agricole, fondamentali per l’economia del nostro territorio”.

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