PdCI: piena solidarietà e vicinanza ai lavoratori delle province.

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Da anni si parla della soppressione dell’ente provincia senza che nessun governo abbia mai affrontato seriamente l’argomento, dando in pasto all’opinione pubblica e all’antipolitica i fantomatici risparmi che si sarebbero realizzati con l’operazione, cavalcando il luogo comune che vuole i pubblici dipendenti fannulloni ed incapaci, ma non affrontando i problemi reali che ciò avrebbe comportato, in particolare per i lavoratori e per i cittadini.
Ad esempio, ancora oggi non è noto chi dovrà gestire e governare, in luogo delle province, l’edilizia scolastica delle scuole superiori, la difesa del suolo, la manutenzione di molte strade, le politiche per l’impiego e tante cose ancora. Come si può benissimo immaginare si verrà a creare una situazione caotica e molto lontana dai reali interessi della collettività.
Che ne poi delle migliaia di lavoratrici e lavoratori? Nessuno lo sa ancora. Saranno in parte licenziati? Alcuni andranno in pensione e altri saranno collocati in mobilità in attesa del licenziamento? E il restante personale dove sarà collocato?
Le regioni, ormai con le risorse ridotte all’essenziale, difficilmente potranno accogliere il personale eccedente, peggio ancora per i comuni, visto lo stato generale dei loro bilanci. E allora?
Di sicuro si darà il via ad una guerra tra poveri ed a lotte furibonde per cercare di essere fra quelli che mantengono il posto: con liste di proscrizione da redigere sulla base di criteri ancora sconosciuti.
E che senso avranno le province nel quadro istituzionale previsto dal governo che dichiara di volerle ridurre nell’impossibilità materiale di intervenire sul territorio?
E’ comunque assai comico e penoso che rappresentanti politici e amministratori locali che appartengono ai partiti che a Roma si sono resi responsabili di queste assurdità si affannino localmente per sollevare dubbi e proteste di ogni tipo.

Ancora una volta saranno i cittadini ed i lavoratori a pagare il prezzo per politiche miopi e populiste per non dire liberticide: I cittadini perché avranno meno rappresentanza democratica ed i lavoratori perché devranno vivere nell’eterna incertezza di cosa andranno a fare, dove, ma, soprattutto, se manterranno o perderanno il posto di lavoro.
Tutto questo accade per dare fiato all’antipolitica, risparmiando pochi spiccioli e tutto pur di non voler colpire, ancora una volta, le grosse rendite finanziarie, gli sprechi, la corruzione, la delinquenza, l’evasione e soprattutto omettere di affrontare la vera questione centrale che è la necessità di creare le condizioni per un rilancio occupazionale di cui c’è grande necessità.

Il Partito dei Comunisti Italiani sta dalla parte dei lavoratori e lavoratrici, con le forze sindacali che rivendicano giustizia, chiarezza ed equità, ed è pronto a sostenere tutte le iniziative di lotta e di protesta volte a scongiurare l’ennesima beffa nei confronti dei lavoratori. Invita tutti gli amministratori e le forze politiche democratiche a ripensare a questi provvedimenti affrettati ed iniqui con lealtà, serietà e senso civico nell’esclusivo interesse del Paese.

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