Coltivazioni di canapa nelle aree agricole del Parco: già programmate alcune sperimentazioni

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L’Ente Parco, d'intesa con Assocanapa, sta per avviare la sperimentazione della coltivazione della canapa, sia nelle aree agricole della Tenuta di San Rossore, sia in collaborazione con agricoltori privati nei terreni della bonifica del Lago di Massaciuccoli.

Scopo della sperimentazione, che a San Rossore vedrà impiegato un terreno di circa un ettaro, che in questi ultimi giorni è già stato preparato in previsione della semina, è verificare se la coltivazione della canapa può davvero migliorare gli effetti dell'agricoltura sull'ambiente, lasciando inalterati o addirittura incrementando i redditi degli agricoltori.

Rispetto ad altre coltura irrigue come il mais, la coltivazione della canapa richiede infatti inferiori quantità di acqua e di fertilizzanti, e per tale motivo si presenta come molto più sostenibile; i possibili utilizzi della canapa saranno orientati soprattutto verso il settore tessile o l'edilizia, che fa uso di pannelli e materassini isolanti costituiti da fibre della pianta, con l’impiego della parte di fibra meno pregiata che viene scartata dal tessile.

Dagli esiti una simile esperienza, e soprattutto nel caso in cui fossero confermate le motivazioni che stanno alla base di tali scelte, il Parco potrebbe anche candidarsi, in futuro, ad assumere un certo ruolo nella produzione di canapa per uso terapeutico, dopo che una legge della Regione Toscana ne ha regolamentato l’uso e dopo che è stato annunciato, nei mesi scorsi, l’avvio di una prima produzione sul territorio toscano presso l’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze.

L’attenzione dell’Ente Parco sui temi dell’agricoltura, in particolare nei terreni della bonifica del Massaciuccoli, è sempre stata massima; uno dei vari obiettivi che è necessario perseguire per il risanamento del lago, consiste proprio nel riuscire a delineare scenari alternativi per le imprese agricole, che potrebbero fare della sostenibilità il loro business. Per svolgere appieno il proprio ruolo, l’Ente si è impegnato per divenire strumento di concertazione sul territorio fra le diverse parti sociali coinvolte e promotore di ogni possibile azione utile a reperire le risorse finanziarie necessarie a supportare un graduale processo di riconversione tecnica ed organizzativa dei modelli produttivi finora adottati nel comprensorio.

Il prossimo Programma di sviluppo rurale della Regione Toscana dovrebbe essere in grado di offrire nuove opportunità per l’avvio di un processo di diversificazione dei sistemi colturali e delle metodologie di gestione, che si orientino verso una migliore compatibilità con le esigenze di tutela del lago.


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