Astensionismo, Rossi: “C'entra la crisi, ma anche i ritardi tecnologici”

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“Credo che parlare di astensionismo chiami in causa il problema della democrazia e della partecipazione, il rapporto tra democrazia e capitalismo, l'incapacità che oggi hanno le istituzioni e la politica di proteggere gli strati popolari, i lavoratori in difficoltà dagli effetti dell'impoverimento e della crisi. E questo spinge a un rancore verso le istituzioni democratiche che sono incapaci di risolvere i problemi di tutti i giorni. Le persone perdono fiducia perchè la democrazia non è più in grado garantire diritti fondamentali come il lavoro. C'è anche il discredito della classe politica, perchè questa continua con comportamenti inaccettabili. Per questo ho proposto che tutti gli eletti aderiscano alla Carta di Avviso Pubblico, che costringe a comportamenti morali. Intanto dico che il fango che ha sporcato tante istituzioni e regioni non ha toccato la Toscana e che i nostri comportamenti sono sempre stati sobri”.

Così Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e candidato alla rielezione, questa mattina sul rischio di scarsa affluenza alle urne il prossimo 31 maggio, nel corso di un'intervista rilasciata all'emittente radiofonica Controradio.

“Aggiungo anche – sottolinea Rossi - che il clima e le scelte di natura tecnica hanno un impatto sul fenomeno dell'astensionismo. Noi andiamo al voto ancora come ci andammo nell'immediato dopoguerra, come se il mondo fosse lo stesso di 70 anni fa. Ma così non è. La gente si muove, si è rotta quella unità di tempo e di spazio della vita che solo 30 anni fa era forte. Bisognerebbe che anche la pubblica amministrazione si adeguasse. Non c'è una modernizzazione e un adeguamento dello stato”.

Infine, conclude Rossi: “Vorrei una riflessione seria e senza scorciatoie sulle cause che portano a denigrare questo paese e le istituzioni. Il paese sembra aver preso una strada che porta a smantellare le istituzioni: si dice via le province, poi via le regioni, manca il passaggio 'via i comuni' e torniamo ai podestà nominati dall'alto. Mi batterò perchè le istituzioni, che pure devono essere riformate, facciano uno sforzo per consentire una maggiore partecipazione dei cittadini ad un momento fondamentale come sono le elezioni. Non dobbiamo dimenticare che le elezioni sono state una conquista che abbiamo pagato con il sangue”.

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