“La movida non è solo sballo fuori controllo, ingiusto demonizzare tutti i locali”

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«In queste settimane stiamo assistendo ad un proliferare sulla stampa di articoli che raccontano gli aspetti meno edificanti della movida versiliese. Fermo restando l'ovvio e sacrosanto diritto di cronaca, crediamo però che la rappresentazione della realtà che viene fatta sia troppo pessimistica e comporti un danno di immagine molto elevato per una destinazione a vocazione prettamente turistica come la Versilia»

Confcommercio province di Lucca e Massa Cararra interviene per spezzare una lancia a favore dei tanti operatori che lavorano con professionalità nel settore del turismo e dell'intrattenimento, preoccupati per le potenziali ripercussioni negative derivanti da un eccessiva demonizzazione della cosiddetta movida.

«Comprendiamo ovviamente l'allarme procurato in Italia dal tragico decesso del giovane sedicenne in una discoteca di Rimini e anche l'esigenza di descrivere la realtà del l'intrattenimento giovanile notturno per quella che è, senza troppi peli sulla lingua.

Ciò nonostante, crediamo che proprio questa esigenza di raccontare la realtà venga mortificata nel momento in cui se ne rappresenta solo una piccola parte, senza minimamente accennare alla stragrande maggioranza delle persone che frequentano i locali notturni senza abusare di alcool e senza far ricorso alcuno a sostanze stupefacenti.

Il pericolo infatti, a Rimini come in Versilia, è quello di generalizzare eccessivamente, colpevolizzando in toto i locali di intrattenimento serale ed i loro frequentatori e mettendo conseguentemente a rischio un pezzo significativo dell'economia turistica della zona che riempie alberghi, campeggi e ristoranti e dà centinaia e centinaia di posti di lavoro.

La città di Viareggio, ad esempio, ha vissuto sulla sua pelle un forte ridimensionamento dei locali notturni: le chiusure in Darsena ed a Torre del Lago hanno minato un sistema turistico che offriva a giovani e meno giovani momenti di intrattenimento, dirottandoli in altre località turistiche italiane e più spesso estere.

Gli imprenditori sono i primi a volere maggiore sicurezza ma sanno anche bene di non potersi sostituire alle forze dell'ordine che hanno il loro impegno su tutto il territorio e che i problemi legati alle giovani generazioni ed all'abuso o all'uso di sostanze vanno rintracciati e risolti non colpendo locali nei quali in fondo i giovani passano ben poche ore a settimana, ma nella famiglia, nel sistema educativo, con investimenti in formazione, sicurezza e prevenzione.

Il rischio, se non si promuove un'unione di intenti per contrastare al meglio questi minoritari fenomeni degenerativi, è che si privi di intrattenimento la stragrande maggioranza dei frequentatori dei locali che sanno molto bene come divertirsi in sobrietà, privando conseguentemente sistema turistico locale dell'offerta di intrattenimento serale che è altrettanto importante quanto quella diurna».

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