10 febbraio, appello agli studenti: "sia un giorno del ricordo in tutte le scuole"

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«Nel 1946 andammo in Istria a organizzare la propaganda anti italiana, bisognava indurre gli italiani ad andare via con pressioni di ogni tipo. E così fu fatto» furono le parole di Milonav Gilas.
Furono infatti uccisi 20.000 italiani, costretti all'esilio in 300.000. La loro unica colpa essere italiani, considerati per questo potenziali oppositori al costituendo regime comunista di Tito. Il Partito Comunista Italiano giustificò quelle morti consegnandole alla storia come “vendetta anti-fascista”, ma mentì. Furono uccisi tutti: colpevoli ed innocenti, fascisti, antifascisti, partigiani, uomini, donne e bambini. Ma, poiché la Storia è scritta dai vincitori, essa non apre la porta agli ospiti che non ha invitato, sceglie protagonisti e comprimari, anche quando gli esclusi si sono dati tanto da fare. Per questo, nonostante la Legge n.92 del 30 marzo 2004 preveda per oggi, nel Giorno del Ricordo, che "in tutte le scuole italiane il 10 febbraio si tengano iniziative per ricordare le vittime italiane delle foibe" mi piacerebbe sapere in quante classi viareggine si stia effettivamente affrontando questa pagina della nostra Storia. Gli studenti pretendano di conoscere la nostra storia con obiettività e nella sua interezza.


Rodolfo Salemi
Capogruppo Forza Italia

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