29 Giugno 2009: Viareggio non dimentica

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«Non è facile parlare di fronte a questa platea: ci sono i familiari delle vittime di quella notte, ma anche i testimoni, i volontari e le forze dell’ordine che portarono i primi soccorsi. Professionisti ma anche e soprattutto uomini e donne che sono stati coinvolti personalmente in una vicenda che non può lasciare indifferente nessuno.

Perché la notte del 29 giugno 2009 viaggia su un doppio canale e una doppia sensibilità, che per forza di cose a tratti si sovrappongono, rendendo la vicenda ancora più terribile perché da tragedia privata diventa lutto pubblico e viceversa, senza poter mai definirsi nei contorni che di volta in volta sfumano nell’uno o nell’altro campo: così quando una storia o un particolare riaffiorano con tutto il loro carico di emozioni sembrano rendere vana qualsiasi forma di cerimoniale o di discorso istituzionale. Ma garantisco che non è così.

Lo stesso vale per il processo che va avanti, con i tempi lunghissimi della giustizia, e ogni volta rinnova il dolore nei familiari che lo seguono giustamente senza mancare mai una data, e assieme ai familiari ci sono quelle due magliette sulle sedie. Ma il processo deve essere seguito personalmente anche dal Comune di Viareggio perché l’istituzione faccia sentire la sua presenza.

Mi permetto di chiedervi e di chiedermi: ma come si può arrivare a prescrivere la morte di 32 persone? Se voi provate ad andare in quell’aula fredda, com’è ogni aula processuale, e vedere come si svolge quel processo si capisce quanta distanza ci sia tra le persone e la giustizia. A questo processo bisogna andare, per capirlo. Per capire la rabbia che i familiari delle vittime ogni volta esprimono.

Il punto è che 32 persone non ci sono più: 32 vite sono state spazzate via coinvolgendo in un'unica grande ferita, la nostra città.

Tuttavia la città è andata avanti, via Ponchielli prova a rinascere. Ci sono il parco, la casina dei ricordi: grazie all’impegno e al lavoro volontario di tanti, ci sono 32 alberi davanti agli appartamenti ristrutturati: e alcuni appartamenti verranno assegnati alle giovani coppie.

Segnali di ripartenza e di attenzione che sono fondamentali per Viareggio: per il suo futuro, per la volontà, che deve esserci, di guardare oltre. Ma che sono importanti anche per le famiglie delle vittime: per far sentire che Viareggio è vicina a loro e non dimentica. Madri, padri, mariti, mogli, sorelle e fratelli che nel sorridere ogni volta che ricevono un premio o un riconoscimento, come quello di questo corto bellissimo che abbiamo visto, hanno negli occhi le immagini di quella notte, e sentono fisicamente la mancanza di quelle persone.

Il documento che è stato presentato questa sera da Marco Piagentini sarà approfondito dalla Giunta dai Consiglieri, già dalla prossima settimana. Perché questo deve essere il documento della città: della comunità di Viareggio. Augurandoci che tanti altri Comuni ci vengano dietro.

Viareggio è stata magica: ha fatto suo il dolore dei familiari delle vittima. Ognuno di noi privatamente lo sente e sa di esserne coinvolto e deve farci i conti ogni giorno. In pochi di noi, passando davanti alla ferrovia, credo possano fare a meno di ripensare a quella notte.

Di nuovo il pubblico e il privato si fondono, si compenetrano. Diventano una cosa sola e da semplici cittadini, partecipandone, diventiamo comunità.

Una comunità che si riunisce come stasera per una celebrazione dai toni istituzionali e che il 29 giugno si troverà ancora, per il settimo anno consecutivo, a sfilare lungo le strade e in via Ponchielli, come un unico grande corpo che ricorda e partecipa pubblicamente a un dolore privato.

Privato, ma di tutti.

Viareggio non dimentica: Viareggio garantisco, non può dimenticare».

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