Piano Lupo: equilibrio tra la tutela della specie e degli allevatori

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Oggi la Conferenza Stato-Regioni, su richiesta di alcune Regioni, ha rinviato la discussione del Piano di conservazione e gestione per il lupo in Italia, per una valutazione più approfondita. Dal Ministero dell’Ambiente hanno fatto sapere che la redazione del documento ha coinvolto oltre 70 tra i massimi esperti dell’argomento, oltre all’Istituto per la Protezione Ambientale (ISPRA) e i maggiori portatori d’interessi. Il piano, che prevede 22 azioni di conservazione della specie, affronta anche il tema nodale della risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività dell’uomo, nel pieno rispetto della normativa comunitaria e di quella nazionale. Proprio a questo scopo il testo concede in casi eccezionali la possibilità di attivare deroghe al divieto di rimozione di singoli esemplari di lupi, già prevista dalle norme italiane ed europee, avviando un percorso strettamente regolamentato e caratterizzato da rigorose azioni di prevenzione. “Chi parla di apertura della caccia al lupo - dice il Ministro Galletti - non ha letto il Piano. In questo testo - afferma il Ministro - c'é un nucleo anti-bracconaggio con i carabinieri forestali e le polizie provinciali, cani anti-veleni contro i bocconi avvelenati, altre azioni di prevenzione per gli allevatori per proteggersi ed evitare che il lupo mangi gli animali allevati".
“Nelle sue dichiarazioni il Ministro sta confermando quanto dichiarato in occasione dell’incontro avuto con Coldiretti lo scorso 24 gennaio. E bene ha fatto la Regione Toscana ad essere coerente con la propria posizione già assunta nel tavolo tecnico, cercando anche di evitare il rinvio. Coldiretti Toscana continua a sostenere il Piano Lupo e ci auguriamo che presto torni in sede di Conferenza Stato Regioni – dice il Presidente Tulio Marcelli – per l’approvazione definitiva, perché è uno strumento utile a diminuire i danni agli allevamenti e prevenire i rischi dovuti alla presenza non sostenibile di questo predatore in alcune aree e al tempo stesso contrastare il bracconaggio. Intanto è necessario attivare azioni incisive per contenere ibridi e randagi ed assicurare risorse adeguate per i risarcimenti”.
Secondo le stime del Ministero dell’ambiente in Italia ci sono tra 1500 e 2000 esemplari. Recenti studi condotti dall'università di Firenze, nei nostri boschi vive una popolazione di lupi formata da 108 gruppi riproduttivi (erano 72-73 nel 2013): complessivamente si stima che la popolazione di lupi ammonti a circa 600 animali. I gruppi si stanno rafforzando anche a causa di incroci con cani randagi. “Quello dei cani randagi e degli ibridi rimane un problema aperto – continua Marcelli – ed per questo che Coldiretti Toscana ha presentato di recente un documento alla Regione per l’immediata realizzazione di piani di contenimento e controllo di cani vaganti e ibridi attraverso la collaborazione con i diversi Corpi di polizia”.
“Il Piano di Conservazione del Lupo rappresenta un tassello importante, quindi è bene che sia conosciuto ed approfondito, ma il mosaico è assai più complesso – sottolinea Antonio De Concilio, Direttore di Coldiretti Toscana – perché per la sopravvivenza delle imprese agricole, oltre a questo serve anche la disponibilità di risorse finanziarie complementari per sostenere interventi di prevenzione in grado di limitare eventuali azioni di predazione sul bestiame domestico e compensare le perdite di reddito che scaturiscono anche dalla necessità di una obbligata riorganizzazione aziendale. Anche questo abbiamo chiesto alla Regione Toscana – continua De Concilio – oltre richiedere garanzie per la puntuale e corretta quantificazione e liquidazione dei danni e definire le procedure per fare sì che le forme di indennizzo e di risarcimento legate ai danni provocati da fauna selvatica non siano parziali perché soggette al regime “de minimis” e quindi limitate all’importo di 15.000 euro in un triennio”.
Quindi, ora occorre salvare le mandrie con i vitelli ed i greggi di pecore che stanno subendo una vera e propria strage nell’indifferenza generale, provocando lo spopolamento delle montagne dove hanno chiuso almeno 1/3 delle aziende agricole negli ultimi 10 anni.
I cittadini hanno la possibilità di partecipare concretamente con il sostegno al progetto “Ami i lupi, adotta un pastore” finanziando la campagna Coldiretti di crowdfunding sul sito www.woopfood.com per dare un aiuto con una formula nuova e diversa a chi porta avanti l’allevamento e la pastorizia vivendo e lavorando tutti i giorni in montagna e nelle zone collinari trovandosi, quindi, a dover convivere con la presenza sempre più massiccia del lupo. Solo in Toscana - conclude la Coldiretti - nell’arco di due anni sono 750 le aziende agricole in cui migliaia di pecore, bovini o cavalli sono morti a seguito dell’aggressione di lupi o ibridi.

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