Esce oggi firmato "Red Cat" il primo singolo dell'artista lucchese SIVER P:

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LUCCA - Esce oggi, venerdì 22 giugno, il primo singolo del musicista lucchese Silver P. “Road to Hell”, che anticipa l’album che sarà disponibile al pubblico a partire da ottobre. “Road to Hell” è il titolo del primo brano di questo musicista che si sta facendo strada nel panorama metal italiano con semplicità e tanta tanta passione per la musica. Un progetto che nasce quasi per caso e che in due anni è cresciuto prendendo una forma propria e definita, con brani ben costruiti e strutture chiare e fruibili anche da chi non è immerso nel genere, tanto da attirare subito l’interesse dell’etichetta fiorentina “Red Cat Records” che ha deciso di promuoverlo. Il brano di lancio esce oggi online e su YouTube con un videoclip in cui non c’è uno storyboard di girato, ma piccoli stralci di film e una sola ripresa live al momento del solo di chitarra che mostrano senza raccontare troppo il significato del brano, il viaggiare dalla strada della vita a quella della morte. Un pezzo potente, forte, in cui la velocità fa da padrona ed emerge tanto dal suono quanto dalle immagini scelte per raccontarlo anche perché Silver P. è prima di tutto un chitarrista ed è il sound dell’album a parlare prima ancora delle parole.


- Come sono nati questo progetto e l’idea dell’album?

Questo progetto è partito a gennaio 2017 con un paio di idee che avevo in testa, due riffettini, ma non sapevo usare il computer per i programmi di registrazione. Ho iniziato piano piano con un vecchio MacBook preso i prestito, imparando via via a registrare le chitarre e le prime batterie, tagliando e incollando le tracce, e da 2 brani sono diventati 11. A quel punto mi serviva di arrangiare meglio la batteria e sono andato da Antonio Inserillo che ha uno studio a Pisa. E’ stato lui che sentendo i brani mi ha spinto a fare un investimento un pochino già grande per tirare fuori un lavoro diverso, più “professionale”, pensando che ne valesse la pena e così è stato. Via via sono entrati in studio Alessandro Cola al basso e Alex Iarusso alla voce e considerando che il disco uscirà ad ottobre posso dire che in due anni sono riuscito a completare il tutto.

- Come è avvenuto il passo da lì all’etichetta?

L’etichetta me l’ha consigliata il fonico e quando abbiamo inviato i brani per farli ascoltare sono piaciuti subito e qualche settimana fa ho firmato con la Red Cat di Firenze.

- Quindi l’etichetta è arrivata in una fase successiva, promozionale, in cui il disco era concluso? Ti ha proposto un percorso con degli step già definiti?

Si esatto. Anzi, proprio su questo aspetto della promozione dell’album sto facendo dei mini video spesso ironici che avranno in sottofondo ciascuno un estratto di un brano del disco, in uscita appunto a ottobre. Nell’attesa del lancio definitivo intanto venerdì 22 giugno uscirà il primo singolo. L’etichetta si muove sia in Italia che all’estero e per ora quello che abbiamo definito è un pacchetto che interesserà le riviste specializzate, radio e interviste. La distribuzione sarà Audioglobe quindi abbastanza importante e sarà sia su cd fisico che sui canali online.

- Parliamo dell’album, è partito tutto da dei riff di chitarra quindi? Quando sono arrivati i testi?

Invece di uscire il venerdì sera quel primo inverno sono stato in casa a sviluppare le piccole idee iniziali che avevo e da lì è venuto il resto. Per quanto riguarda i testi in questo album l’unico brano che in parte ho scritto io a livello di parole è il secondo singolo, “Memories”, mentre gli altri sono ad opera del cantante che ha creato anche le melodie della voce, dando un contributo importante al progetto. Ho provato a scrivere io i testi ma le idee non hanno trovato ancora la loro forma però mi piacerebbe, magari più avanti.

- Comunque la melodia si è adattata alla struttura, al suono, elementi fondanti dei brani.

Forse di solito la procedura è diversa ma sì, prima è nata la struttura musicale e d’altronde i pezzi sono costruiti da me che non sono un cantante. Anzi, nel disco ci sarà tanta batteria, che è forse il mio strumento preferito anche se non sono un batterista.

- Quindi niente elettronica, ma chitarra, basso, batteria e voce?

Gli strumenti saranno quelli e non ci saranno tastiere o altri suoni inseriti successivamente, ad eccezione dell’intro che darà l’avvio al primo pezzo ma per questo bisogna aspettare ottobre.

- E quanto ti sei rivisto nei testi scritti dal cantante? Com’è stato inserirli in ciò che avevi composto te?

Io ho dato carta bianca, ponendo solo due veti tematici perché non voglio parlare nelle mie canzoni né di politica né religione. Lui è stato molto bravo e i pezzi che all’inizio potevano essere carini sono diventati belli, grazie anche alle idee che ha portato che mi sono piaciute subito. Comunque saremmo stati in tempo a cambiarli se non fossero andati bene perché lavorare insieme diventa un esperimento.

- Pensi di portare in giro l’album per presentarlo live una volta che sarà uscito?

Per quanto riguarda il live il disco durerà circa 30/35 minuti e non avrei intenzione di inserire delle cover per poter avere delle serate in zona, piuttosto spero di entrare in qualche circuito di aperture ad altri gruppi, anche se non chiudo le porte a niente perché alla fine a me suonare piace a prescindere. Per adesso abbiamo in mente alcune date promozionali che voglio che siano in locali adatti, in cui sia possibile far uscire appieno l’intenzione dell’album. In preproduzione ho già un nuovo progetto e dopo ci sarà materiale sufficiente per determinate situazioni ma di questo parliamo un’atra volta.

- Ora una domanda un po’ curiosa. Perché la scelta di un progetto solista?

Ho avuto esperienze precedenti con altre formazioni con cui ho provato a buttare progetti inediti, ma tante teste che pensano se non c’è sintonia portano a uno stallo a un nulla di fatto. Non si tratta nemmeno di maturità artistica perché sia da ragazzino che negli anni successivi ho riscontrato gli stessi problemi. Questa volta propongo me stesso in tutto e per tutto e chi ha lavorato con me lo ha fatto sì in piena autonomia ma comunque la decisione definitiva restava comunque a me e se la direzione non fosse stata quella giusta avrei potuto mettere un veto o cambiare le cose. A volte diventa invalidante anche stare troppo a cercare il suono perfetto o aspettare che il tempo scorra e ciò che si è scritto non ci rispecchi più del tutto o diventi musicalmente vecchio, meglio a quel punto osare e buttarsi e rimandare i cambiamenti a progetti successivi. Ci sono lati positivi e altri più negativi in questo perché la responsabilità aumenta e gli aspetti da seguire aumentano e anche le scelte da fare, spesso importanti soprattutto nelle prime fasi sono tante.

- Ultima curiosità, da dove nasce il nome “Silver P.”?

“Silver P.” è il nome del disco ma è diventato una sorta di nome d’arte ed è nato in modo leggero, da una battuta sul fatto che ho alcuni capelli bianchi e un giorno mi dissero che sembrava li avessi argentati. Per tutti sono solo “Pugnale”, da lì “Silver Pugnale” e poi “Silver P.”




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