Gli aiuti alla Spagna indebiliscono Borse, Euro e Btp: come difendere i risparmi??
Speciale finanza lunedì 23 luglio 2012 9Il via libera dell’Eurogruppo al piano di aiuti per le banche Spagnole non ha tranquillizzato affatto i mercati finanziari. Anzi!
I timori della necessità di nuovi aiuti per il paese e di probabili interventi futuri a favore anche dell’Italia hanno generato ieri sulla Borsa di Milano prevalentemente vendite indistinte su tutti i titoli bancari e anche il mercato dei Titoli di Stato italiani ne ha risentito in modo assai negativo e lo “spread” con il Bund (in merito vds. precedenti articoli) ha chiuso attorno ai 500 punti. Il grafico sotto mette in evidenza come la quotazione del BTP 1 Set 2022 cedola 5,5%, già in tensione dai primi di marzo, nella giornata di ieri (sulla destra del grafico) abbia subito un calo di circa 1 punto.
A fronte di una quotazione finale di ieri a 95,84 ( contro i 100 d’emissione) la ricca cedola lorda del 5,5 ( ritenuta fiscale del 12,5%) non copre in definitiva la minor valutazione in linea capitale. Praticamente il possessore del titolo non solo non sta guadagnando interessi ma perde oggi, malgrado questi, qualcosa sul capitale inizialmente investito.
Fin qui nessun problema, potrebbe obiettare qualcuno. Basta che il pericolo del “fallimento dello Stato” passi e tutto tornerà normale.
Nel frattempo però in Spagna, oltre a quanto sta accadendo nella società civile ( vds. servizi in TV su scontri tra manifestanti e polizia) sta accadendo una cosa insolita: il rendimento dei titoli di stato a 5 anni è più alto di quelli a 10, ovvero gli investitori temono di più il fallimento della Spagna più nel medio periodo che nel lungo. Come se i momento del “default” si fosse fatto per quel Paese più vicino!
Non siamo certo in grado di sapere se il “default” ( fallimento ) ci sarà o meno, se riguarderà solo la Spagna ( dopo qaunato in sostanza avvenuto in Grecia) o coinvolgerà anche l’Italia o altri paesi. Come cittadino italiano sono assai preoccupato a fronte di un futuro incerto dove, per almeno alcuni anni, le politiche di rigore imposte dalla Troika (BCE, FMI, UE) ai paesi Europei meno virtuosi limeranno ulteriormente i consumi e contribuiranno a far aumentare disoccupazione e malessere sociale.
Fermo restando riflessioni di carattere umano e sociale, come professionisti del settore finanziario corre l’obbligo di trovare soluzioni in difesa dei risparmi posseduti da chi chiede consiglio. Poichè è in forte crescita il numero di coloro che intimoriti dalle insicurezze sulla tenuta o meno del nostro Paese si muovono in tal senso, ricordiamo che è possibile per tutti intervenire in aree di mercato/paesi/economie magari un pò lontane ma al di fuori dei problemi che riguardano oggi l’Eurozona.
In sostanza, a difesa dei propri risparmi, è possibile anche per il piccolo risparmiatore capace però di allargare il proprio orizzonte e superare pregiudizi ed abitudini, utilizzare strumenti/prodotti finanziari facilmente reperibili negli istituti bancari che consentono di muoversi, almeno in questa fase, nella direzione indicata sopra. Strumenti affidabili che non creanoi patemi d’animo legati all’andamento dello “spread” e che hanno sostanzialmente nel tempo regalato soddisfazioni all’acquirente.
Tratti da siti web pubblici, autorevoli ed attendibili in merito ai contenuti delle loro pubblicazioni, ecco l’esempio dell’andamento storico di uno di questi in cui l’investitore si pone come prestatore di denaro ( strumento operativo nel comparto ” obbligazionario” ).
o come questo dove l’investitore si pone come acquirente di quote di società ( strumento operativo nel comparto “azionario”)
Come sempre disponibili a rispondere alle Vs domande/commenti/osservazioni anche inviate direttamente all’indirizzo mail “info@baglinifinanza.it” , cordialmente salutiamo.
Rag. Fabrizio Baglini
http://www.baglinifinanza.it/
9 commenti
Egr. Sig. Andrea, è certo che l'aumento dell'Iva ha effetti negativi sui consumi e qualora venisse innalzata di altri 2 punti gli stessi subirebbero ulteriori contrazioni a danno delle imprese e lavoratori italiani.
Una parziale risposta a questa sua ultima è in parte già inserita nella prima risposta che le ho dato. Considerato però che le stesse misure fiscali sono state adottate anche da altri Paesi ( es. Spagna) è interessante chiederci perchè anche altri, vicini a noi, utilizzano la stessa "medicina". O è ritenuta l'unica via di salvezza o c'è qualche "Forza" che la impone. Le suggerisco 2 letture: "La globalizzazione e i suoi oppositori" di Joseph E. Stiglitz e Finanzcapitalismo - La civiltà del denaro in crisi - di Luciano Gallino. Entrambi edizioni Einaudi. Non sono di facile lettura ma con un pò di impegno aprirà un modo nuovo di vedere il mondo.
Ringraziandola per i suoi interventi, La saluto.
Per esigenze personali legate alla creazione di risparmio e soluzioni a tutela dello stesso può contattarmi direttamente all'indirizzo "info@baglinifinanza.it".
Rag. Fabrizio Baglini http://www.baglinifinanza.it/
Sig. Baglini,
capisco perfettamente quello che mi dice, e capisco la manovra coercitiva, ma, secondo lei, non sarebbe più opportuno dare possibilità alle aziende di assumere o alle attività di svilupparsi sul territorio?
Credo che il 21% di iva, ad esempio non sia stata la mossa più giusta... forse a breve termine, si, per riempire le casse dello stato, ma crede che le piccole attività commerciali abbiano la possibilità di durare ancora molto? e se passiamo a 2 punti percentuali in più, crede che le attività non rischino il tracollo? e con loro tutti quelli che vi lavorano....
Gentile Andrea, comprendo perfettamente la sua rabbia ed amarezza. E' la stessa che sento dentro di me, peraltro padre di 2 ragazzi ancora in età scolare e sul cui futuro, qui nel nostro Paese, vedo grandi incertezze.
Alla domanda che pone sull'operato sinora di Monti do una risposta banale che esula da considerazioni di carattere politico: nel mese di ottobre 2011 la ragioneria generale dello Stato ha evidenziato alle principali cariche politiche il rischio di non riuscire nel successivo febbraio/marzo 2012 a sostenere, per assenza di fondi, gli oneri derivanti dal rimborso dei titoli in scadenza, pagamento pensioni e salari ai dipendenti poubblici.
Chiunque fosse andato a ricoprire la carica di Capo del Governo non aveva altra possibilità, per recuperare la fiducia degli investitori/creditori esteri ed ottenere quindi nuovo credito, che quella di adottare misure restrittive tali da poter dare concretamente l'impressione di voler mettere i conti dell'Azienda Italia sotto controllo.
Se lei, come capo famiglia, percepisse il rischio di vedersi portare via la casa dalla banca perchè intravede la possibilità concreta di non riuscire a pagare le prossime rate di mutuo, probabilmente nell'immediato interverrebbe in modo restrittivo verso le spese correnti della famiglia allo scopo di recuperare per le scadenze future delle rate di mutuo i denari necessari o dare quantomenoi l'impressione alla banca di operare in tal senso. In un fase successiva cercerebbe di riequilibrare spese/comportamenti/abitudini degli appartenenti alla famiglia incontrando certamente dissensi e contrarietà. Quello che il mondo politico sta mostrando.
Cordiali saluti.
Rag. Fabrizio Baglini http://www.baglinifinanza.it/
E' quindi logico, dettato anche dal suo ragionamento, capire che per un cittadino comune, un operaio, la situazione diventa davvero drammatica.
Ad oggi la situazione porta inevitabilmente a pensare di non riuscire più a fare nulla.
Ma Monti, anziché tassare l'Italia fino a morire, non poteva attivare iniziative di sviluppo interno?
cercare, non so , di far muovere l'economia. Ad oggi, invece, le aziende muoiono giorno dopo giorno, inevitabilmente e le persone si ritrovano da un giorno all'altro senza lavoro con famiglia a carico...
Come si può risparmiare? Io credo che il modo giusto sia quello di non fare più la spesa... magari senza mangiare saremmo tutti più magri e con qualche soldo in tasca... E' una vergogna!
Anche la risposta alla domanda di Andrea non è semplice. Fermo restando le recenti dichiarazioni del Governatore della BCE M.Draghi" L'Euro è irreversibile e la BCE è pronta ad agire senza tabu per sostenere il sistema ( che probabilmente vuol dire che in caso di autorizzzazione dal mondo politico Europeo deciderà di operare come la Banca centrale Americana, ovvero inizierà a stampare moneta da iniettare nel sistema - cosiddetta operazione di "Quantitative Easing" -), al momento non è chiaro cosa intenda.
Nei mesi passati si sono formulate 2 principali ipotesi:
1) n. 2 tipologie d'Euro. Una "blu" destinata ai paesi più virtuosi ed una "rossa", di monor valore rispetto alla prima, destinata ai paesi PIIGS.
2) l'uscita dall'Euro dei paesi non virtuosi con il ritorno alle vecchie monete nazionali. In questo caso è possibile ipotizzare una perdita del potere d'acquisto delle ex monete rispetto all'Euro tra il 30 ed il 60 % che, tradotto in pratica significherebbe una perdita netta sulle attività patrimoniali ( finanziarie ed immobiliari) e sul potere d'acquisto dei cittadini dei paesi tornati alla vecchia moneta.
La seconda ipotesi, che favorirebbe la ripresa delle esportazioni delle aziende italiane) danneggierebbe però anche la stessa Germania, che se da un lato è sì principale creditore dei paesi PIIGS, esporta verso questi una rilevante percentuale del proprio PIL. Minor consumi di prodotti Tedeschi da parte ns, spagnola, portoghese ect, a causa dei rilevanti costi degli stessi ( per un italiano diventerà assai complicato comprare anche una semplice "GOLF"!) produrrebbe una notevole flessione nel comparto produttivo Tedesco con conseguenti perdite posti lavoro e crisi economica "grave" anche in Germania.
A mio avviso, sulla base di quanto è avvenuto in passato sia in paesi del sud est asiatico che in america latina ed in virtù dell'ideologia politico/finanziaria neoliberista dominante sinora nel mondo "occidentale" l'Euro terrà ma l'Italia, come già la Grecia e Spagna dovrà, chiunque sia il Capo del Governo, sosttostare ai dettami della Troika ( BCE, FMI, UE) uniche istituzioni in grado oggi di tenere in piedi il nostro paese finanziandone le esigenze. Il debito complessivo del nostro paese è di oramai 2000 miliardi di Euro e i creditori esteri ( coloro che hanno investito/prestato denaro nei titoli di stato italiani, consentendo al paese di pagare sino ad oggi pensioni/stipendi/sanità ect) ne posseggono una quota che oscilla attorno al 40%. Non sono certo disposti a perdere tutti quei soldi ma hanno il coltello dalla parte del manico.
Tagli "forti" alla spesa pubblica ( n.addetti/salari/sanità/trasporti), liberalizzazioni in tutti settori, ulteriore deregolamentazione dei contratti e della tutela del lavoro dipendente, sono i principali cardini del pensiero "dominante".
E' ormai chiaro che l'Italia negli ultimi 40 anni è stata governata da persone che per logiche politiche sbagliate ( non ideali !) quali tornaconti su mantenimento posizioni di rendita personale e sfruttando l'ignoranza complessiva di un popolo come il nostro, anzi, favorendola, hanno gestito l'Azienda Italia come peggio non potevano fare. Noi italiani, capaci si esprimere un sentimento d'unione nazionale solo quando l'Italia del calcio gioca le finali dei tornei Europei o Mondiali abbiamo sempre guardato al tornaconto personale e non abbiamo mai alzato la voce. Quel tempo è finito, i sacrifici sono appena iniziati e speriamo non siano tali da portare conflitti sul piano sociale prim'ancora che su quello internazionale.
Credo che per un operaio sia impossibile risparmiare....
E se il sistema euro fallisse, a cosa andremmo incontro?
Questa cosa non mi è affatto chiara...
Caro Gino, la risposta non è per niente semplice, soprattutto se facciamo particolare riferimento a salariati del settore pubblico o privato che sia.
Purtroppo nell'ultimo 20ennio, per motivi che qui non mi è possibile trattare causa ampiezza e complessità degli stessi, ma di cui farò in seguito un breve quadro, si è verificato un forte aumento delle disuguaglianze economiche sia tra paesi che entro di essi.
Dati OCSE del 2008 ( e la situazione nel frattempo è peggiorata) rivelano che nei 15 paesi più benestanti che ne fanno parte, la quota salari ( corrispondente al totale delle remunerazioni percepite dai salariati ) sul Pil, è diminuita in media di 10 punti tra il 1976 e il 2006, scendendo dal 68 al 58 percento circa.
In Italia il calo ha toccato i 15 punti, scendendo dal 68 al 53%. Il tutto a fronte di compensi neggli anni crescenti a favore dei top manager di grandi imprese, che inclusi stipendi, bonus, opzioni sulle azioni, sono cersciuti fino ad costituire 300-400 volte ( rif. all'AD Fiat Marchionne) il salario di un operaio di Pomigliano.
In molti Paesi ( e non è il caso dell'Italia) il Pil è cresciuto di 60-70 punti tra l'inizio degli anni '90 ed il 2010 ma 3/4 di detta crescita sono andati al solo 5 % della popolazione tanto che il numero di coloro che nel 2007 disponevano di "attivi finanziari impiegabili immediatamente in investimenti - esclusi quindi abitazioni, collezioni d'arte. gioielli - superiori ad 1 milione di dollari, si contavano in circa 10 milioni di individui. Dati pubblicati in settimana scorsa anche da Rai 1 ( Tg economia delle ore 14) riferiscono che di questo "mondo" fanno parte anche 168.000 nostri connazionali(buon per loro!).
Per il cittadino/lavoratore comune ( salariato o lavoratore indipendente che sia) è divenuto quindi sempre più difficile risparmiare essendosi ridotto il potere d'acquisto.
Tuttavia, per chi ha ancora la "forza" di farlo, sappia che esistono strumenti finanziari creati proprio nella logica di offrire al piccolo risparmiatore la possibilità di costituirsi pian piano nel tempo, anche con piccole somme mensili, degli accantonamenti rivalutati annualmente sulla base dell'andamento finanziario delle linee di gestione scelte dal risparmiatore stesso.
Chi avesse esigenze in tal senso può scrivere direttamente all'indirizzo mail "info@baglinifinanza.it", avrà in risposta le indicazioni che occorrono.
Saluti.
Rag. Fabrizio Baglini
come risparmiare?