Il best seller "Codice Ratzinger" tra i libri più venduti in Italia
Cultura lunedì 6 maggio 2024 0Intervista esclusiva con l'autore Andrea Cionci: "Bergoglio è un usurpatore"
E' uno dei libri che ha ottenuto maggior successo di vendite nel 2023 e anche in questo 2024 nonostante un argomento che parrebbe riguardare solo i cristiani: l'elezione di Bergoglio al soglio pontificio e la declaratio di Papa Benedetto XVI.
Che cosa l'ha incuriosita tanto da scrivere centinaia di articoli e proseguire, ad oggi, la ricerca di quello che lei ha definito "il codice" Ratzinger?
R. Ho sempre amato Ratzinger e visto con diffidenza Bergoglio, anche se non mi ero mai posto dubbi sull’avvicendamento. Ciò che mi ha fatto incuriosire e poi rimboccare le maniche per affrontare questa immane inchiesta sono state la questione degli strani errori di latino nella Declaratio e le parole di Benedetto XVI, ripetute per l’ennesima volta nel 2020, in un’intervista al Corriere della Sera: “Il papa è uno solo”. Scoprii che questo ritornello durava dal 2013 e lui non specificava mai quale dei due fosse, anche se sembrava implicito. L’inchiesta è partita in grande stile con la lettura del libro intervista di Peter Seewald a Benedetto “Ultime conversazioni” (del 2016) dove Benedetto XVI scriveva cose incredibili.
Ratzinger ha utilizzato, sia per la Declaratio, che negli anni successivi da papa impedito, il concetto teologico morale della “restrizione mentale larga”, un modo di dire la verità attraverso un linguaggio appena velato, ma assolutamente logico, per far capire il fatto che egli è sempre rimasto l’unico papa. Per esempio, una delle frasi più rivelatorie: “Sono il primo papa a essersi dimesso dopo mille anni”: peccato che l’ultimo abdicatario fu Gregorio XII nel 1415, quindi per lui la parola dimissioni non equivale ad abdicazione. Il riferimento è piuttosto al papa Benedetto VIII che nel 1013 fece anche lui una simile dichiarazione di rinuncia al ministerium, senza abdicare. Oppure Benedetto ha detto che ha mantenuto la veste bianca perché nel momento della rinuncia “non aveva altri abiti disponibili”. Naturalmente, dato che non c’è una veste specifica per il papa impedito, egli è rimasto vestito di bianco e col nome pontificale. Oppure, in termini ancora più facili, Benedetto ha continuato a impartire la sua benedizione apostolica, prerogativa esclusiva del papa in carica. Ce lo ha fatto capire in tutti i modi e ultimamente, nell’ottobre 2022, mandò Mons. Gaenswein all’università Lumsa a riferire le sue parole: “Se non credete, la risposta è nel Libro di Geremia”, dove si legge “io sono impedito”.
D. La sede impedita è un argomento abbastanza difficile da capire a chi non è addentro al diritto canonico. Può spiegare cosa significa visto che riguarda l'ultimo vero Papa, morto il 31 dicembre 2022?
R. La sede impedita è l’alternativa alla sede vacante, quando il papa non è morto e non è abdicatario, ma è prigioniero, confinato esiliato e non libero di esprimersi. Infatti, un dato sotto gli occhi di tutti è che Benedetto è rimasto nella sede, vestito di bianco e col nome pontificale. Vi sembra possibile che l’uomo Ratzinger, così mite e corretto, se avesse voluto abdicare davvero sarebbe rimasto in Vaticano, vestito di bianco a intralciare il successore?
La questione, in sintesi, è semplicissima: papa Benedetto XVI è stato costretto a togliersi di mezzo da poteri forti globalisti e legati alla massoneria internazionale. Tuttavia, egli ha applicato un perfetto piano antiusurpazione pronto dal 1983, dai profondissimi risvolti teologici ed escatologici.
Ha pronunciato una Declaratio, genialmente scritta sfruttando il latino e il diritto canonico, che ha “indotto in tentazione”, cioè ha messo alla prova, i suoi nemici della Mafia di San Gallo, ai quali è sembrata un’abdicazione. Invece era tutt’altro: era una specie di profezia auto-avverante, simile a quando Cristo disse: “Qualcuno di voi mi tradirà”. Benedetto XVI, con quella Dichiarazione si è offerto liberamente alla propria sede impedita e in tal modo ha reso antipapa Bergoglio fin dalla sua illecita elezione, frutto di un conclave convocato a papa non morto e non abdicatario, ma impedito. La corretta traduzione della Declaratio dal latino è stata sottoscritta da tre latinisti italiani di chiara fama, di cui uno dell’Università di Torino.
D. Si aspettava così tanto successo per il suo libro?
R. Diciamo che non mi ha stupito per la gravità del tema trattato e anche per l’incredibile genialità di un santo come Benedetto XVI. Quello che mi ha stupito sono le 116 conferenze , da settembre 2022, che ho potuto tenere in altrettante città italiane dietro invito dei lettori. Non credo si sia mai verificato nella storia dell’editoria che un libro si stato presentato così tante volte dietro richiesta dei cittadini, che si fanno carico delle spese di affitto delle sale etc. Anche persone laiche, non solo cattolici. Ho avuto l’onore di conoscere la parte migliore d’Italia: una vera elite. Persone della più varia estrazione, ma tutte belle, intelligenti, operative, gentilissime, efficienti e che hanno capito la gravità della situazione anche per la sicurezza della nostra Nazione, e che bisogna muoversi.
D. Ha trovato accoglienza nel mondo ecclesiastico e perchè solo pochi sacerdoti hanno trovato il coraggio di dire no al gesuita vestito di bianco?
R. Tranne rare eccezioni, tutti gli ecclesiastici, di alto e basso rango, sono terrorizzati da Bergoglio, ma in effetti lui non ha alcun potere dato che non è il papa e rischia grosso in termini canonici. Ci sono tanti preti che nel nascondimento fanno il loro dovere, celebrano i sacramenti non in unione con l’antipapa. Ma indiscutibilmente la testimonianza più efficace è di quei preti che gridano la verità anche a costo di farsi (invalidamente) scomunicare. L’ultimo un toscano, Don Ramon Guidetti, che con la sua omelia in cui ha dichiarato Bergoglio “antipapa, usurpatore e massone” ha conquistato i titoli dei più importanti giornali, anche stranieri. Un sacrificio che ha prodotto molto, rompendo quel bozzolo di omertà dell’informazione ha tessuto intorno alla questione più importante degli ultimi duemila anni.
D. Fusaro parla del cattolicesimo come di qualcosa che si sta liquefacendo. E' d'accordo con il filosofo che sappiamo vicino sia a lei che a Don Minutella?
R. Certamente, tanto che spesso facciamo conferenze congiunte. Se lui ha trovato l’efficace espressione di “evaporazione del Cristianesimo”, io parlo però anche di una sua “distillazione”: Benedetto XVI ha posto le basi per un rinnovamento della fede, una purificazione interiore e la nascita di una nuova militanza cattolica, per restaurare la legittima successione petrina.
D. Pensa di venire a presentare il "Codice Ratzinger" anche in Toscana?
R. Al momento non ho in programma date in Toscana, ma l’ho già presentato a Firenze, Livorno, Siena, Pisa Grosseto, Lucca, Pistoia, Arezzo. Questa vostra bella regione ha risposto con grandissimo interesse, è forse fra le prime, se non la prima, ad aver gridato dai tetti la verità.
D. Cosa c'è nel futuro del giornalista e storico Cionci dopo questa profonda ricerca?
R. Spero tre o quattro anni di ferie, visto l’esborso energetico e mentale che mi è stato richiesto da quattro anni. Entrare nella mente di Joseph Ratzinger, un genio sovrannaturale, è uno sforzo non da poco, anche se una meravigliosa avventura. L’obiettivo da ottenere è che il prossimo conclave sia composto da veri cardinali di nomina pre 2013, e non da falsi cardinali di nomina antipapale. In questo caso sarebbe una tragedia: proseguirebbe la linea successoria antipapale, senza l’assistenza dello Spirito Santo, e la chiesa canonica visibile, quella che conosciamo, sarebbe finita. Una volta ottenuto un vero papa, potrò andare alla tomba di papa Benedetto e dirgli: “ecco Santo Padre, missione compiuta”.
Lei è cattolico? se sì come vive questo momento storico? Se no cosa pensa della crisi della Chiesa di cui Bergoglio è il punto di arrivo e che ha la partenza probabilmente nell'ultimo Concilio degli anni '60?
R. Come noto, non dico mai se sono cattolico o laico perché in entrambi i casi questo sarebbe utilizzato contro di me. I nemici sono molti e sono cattivi, purtroppo la maggior parte di ambito tradizionalista. Del resto, io faccio il giornalista e mi occupo del “dato tecnico”. Bergoglio è certamente il punto di arrivo di un’aggressione gnostico-massonica al Papato di antica data. Oggi tale aggressione è culminata con l’usurpazione della sede petrina. I papi postconciliari sono stati vittime di questa aggressione, tanto che fin da Paolo VI sono stati vittime di attentati. E’ questo che non hanno capito i tradizionalisti, che continuano bovinamente a prendersela coi papi postconciliari, che furono le vittime e non i colpevoli.
Fin dal 1983, con la nuova edizione del diritto canonico, tuttavia, Ratzinger e Giovanni Paolo II hanno posto le basi per allestire il congegno antiusurpazione della sede impedita.
Non posso riepilogare tutto qui in poche righe, ma se volete avere un panorama completo, su questo sito troverete tre brevi documentari che vi riassumeranno tutto in meno di un quarto d’ora ciascuno. www.codiceratzinger.eu
Sul mio canale, https://www.youtube.com/channel/UCQPjj9DqbDzmtxODXR1EKXg troverete aggiornamenti e approfondimenti.
Grazie e complimenti per il coraggio che avete avuto nel trattare la più innominabile fra tutte le questioni.
L’inchiesta Codice Ratzinger è stata premiata in Campidoglio dall’Accademia Cartagine
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