Intervista esclusiva a "Tosca" Erika Grimaldi in scena il 26 luglio al Pucciniano

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Intervista esclusiva a "Tosca" Erika Grimaldi in scena il 26 luglio al Pucciniano
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TORRE DEL LAGO - Presentiamo oggi l'intervista esclusiva al soprano Erika Grimaldi che il prossimo 26 luglio vestirà i panni di Floria Tosca nel melodramma in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica con musica di Giacomo Puccini al Festival omonimo che si sta svolgendo a Torre del Lago.

Con lei sul palco gli altri due personaggi maschili di rilievo, Alejandro Roy nelle vesti del pittore Mario Cavaradossi e Dalibor Jenis in quelli del Barone Scarpia.

La Grimaldi sarà Tosca anche nella replica del prossimo 9 agosto.

Come si prepara un soprano a interpretare la Messa da Requiem e una protagonista di un'opera lirica come Tosca?

Non c'è tanta differenza di preparazione quando si studia una cosa o quando si studia l'altra, in entrambi i casi bisogna ovviamente considerare tutti gli aspetti vocali e tecnici. L'approccio è diverso nel momento in cui si affronta il personaggio, la psicologia del personaggio, il suo carattere: in un’opera - “Tosca” in questo caso ma il discorso vale anche per tutte le altre - è necessario collocare il personaggio all'interno di un contesto ambientale e di un rapporto di interscambio tra il personaggio stesso e gli altri protagonisti dell'opera. La “Messa da Requiem” è al contrario in forma concertante: non c'è questo scambio attoriale ma esiste comunque un’interconnessione tra tutte e quattro le voci soprattutto nei brani di insieme, un’interagire prettamente vocale anzichè scenico. C’è da dire che la “Messa da Requiem” verdiana, nonostante sia un lavoro sacro, sinfonico, possiede un deciso carattere operistico che tutti da sempre le riconoscono. Pertanto anche nella “Messa da Requiem” c’è qualcosa di operistico e di altamente teatrale, che richiede in piccola parte lo stesso approccio che un cantante utilizza quando affronta un'opera.?

2) Dal debutto alla Scala ad oggi come e quanto è cambiato il modo di approcciarsi ai testi verdiani e pucciniani?

Non è che ci sia proprio un approccio differente; sicuramente sono passati degli anni, la carriera prosegue e anche in teoria la maturazione dell'artista in quanto tale dovrebbe aumentare. Certamente ci sono degli aspetti della scrittura cui magari molti anni fa prestavo meno attenzione, e che adesso invece affronto con più meticolosità, ma questo è dovuto alla maturità, alla maggiore esperienza e familiarità con questi autori. Quindi non c'è un vero e proprio approccio differente, c'è un approfondimento differente. Ecco, questo sì.?

3) Che cosa insegna un direttore d'orchestra e cosa impara un cantante d'opera?

Innanzitutto è una cosa bellissima e molto arricchente dal punto di vista dell'artista, quando si ha la fortuna di trovare un maestro che abbia esperienza da trasmettere, perché l'artista sicuramente impara degli aspetti di quell'opera e di quel personaggio che magari non per volontà sua aveva tralasciato, o anche viene semplicemente messo a conoscenza delle tradizioni, delle curiosità, anche dei segreti di interpretazione e anche di risoluzione di qualche passaggio molto difficoltoso.?
Sicuramente il direttore di grande esperienza che ha diretto la stessa opera tante volte, con cast differenti, ad alti livelli sa sicuramente trasmettere al cantante d'opera delle informazioni particolari. Ovviamente non è una regola che tutti i direttori d'opera trasmettano e che tutti i cantanti d'opera apprendano, ma a volte succede e quando succede è un'esperienza unica da portare sempre con sé. Poi io credo anche che ci sia uno scambio vicendevole perché poi ogni artista ha una sua individualità e delle sue belle positive caratteristiche nell'interpretare quel ruolo: la decisione di un cantante di interpretare un dato ruolo in un certo modo può essere un bello spunto per il direttore d'orchestra, perché poi a seconda della propria vocalità ogni artista decide una risoluzione diversa che si confà un po' al proprio organo vocale. Ci troviamo in presenza di un meraviglioso scambio artistico.??

4) (domanda ironica) Per il suo debutto a Torre del Lago teme di più l'umidità, il pubblico o Tosca?

Sicuramente l'umidità, io soffro molto il caldo perché mi affatica e temo un po’ le situazioni meteorologiche non ottimali; poi ovviamente come tutti le risolvo, ma se ci fosse una condizione meteorologica ottimale io preferirei. Mi è successo durante le prove a Torre del Lago di arrivare al secondo atto e di vedere il tavolone della cena interrotta di Scarpia tutto completamente bagnato per l'umidità, quindi effettivamente in quel luogo umidità ce n'è parecchia. Spero che il meteo sia favorevole e che in qualche modo possa agevolare la nostra prestazione.?

5) E arriviamo a Tosca, personaggio fiammante, forte, assassina e suicida: come sarà la sua Tosca?

Il mio obiettivo è quello di interpretare Tosca con le caratteristiche di una donna attuale, molto femminile, passionale e, come da libretto, gelosa, che vive in conseguenza dell’amore; una donna di forte carattere e con un forte amor proprio che la porta infatti a non cedere alle lusinghe di Scarpia. È anche una donna dal forte erotismo, ed infatti ci sono delle parti all'interno dell’opera in cui la musica sottolinea questo suo aspetto.
Non è detto che Tosca addirittura non sia almeno in parte lusingata dalla corte che le fa Scarpia; in fin dei conti è una donna abituata a stare sul palcoscenico a cui piace essere al centro dell’attenzione. Tosca assassina: sì è vero che uccide un uomo, ma è solo la conseguenza dei fatti orribili che succedono. Ho detto che è una donna forte, ma ha anche un lato molto più mite, è molto devota. Possiede diversi aspetti apparentemente contrapposti che però la rendono una donna completa. Non vedo la violenza come parte integrante della sua personalità, e quell’atto omicida è costretta a farlo assolutamente contro qualunque tipo di sua volontà e moralità.

6) Cosa le piace di più di Puccini e cosa le piace di più di Verdi, ci cui ha interpretato molte opere dal suo debutto nel 1998?

È difficile rispondere perché sono due autori così perfetti e geniali e le opere che hanno scritto sono dei reali capolavori, e scegliere è impossibile. Quello che posso dire è in generale trovo più gusto a interpretare le opere che conosco maggiormente per averle cantate più spesso. Adesso mi viene in mente Tosca, con ben tre produzioni in pochissimi mesi, ma di Puccini sicuramente anche “La bohème”, che ho in repertorio da moltissimi anni. Di Verdi, mi piace assolutamente tutto, ma sono rimasta particolarmente affezionata a Aida, e a Leonora della “Forza del destino”. Fra non molto debutterò in “Un ballo in maschera”, ricchissimo di musica sublime. Mi rimane quindi difficile scegliere un capolavoro solo e indicarlo come il mio preferito. Però posso dire che di Puccini mi piace moltissimo il modo in cui tratta con infinito amore la voce del soprano, e la scrittura sopranile che trovo molto comoda per la mia voce. Amo le sue storie struggenti, amo che tratti la donna come una donna attuale, una donna che tranquillamente si può trasferire dai tempi in cui lui ha scritto l'opera ai giorni nostri; amo che le sue storie siano sempre comunque attuali e, perché no, “strappalacrime”, che tocchino inevitabilmente l'animo dell'ascoltatore. Di Verdi invece mi piace la meticolosità: ha una scrittura che indica nei minimi dettagli tutto quello che lui desiderava, e questo è un aspetto che io adoro tanto anche perché io credo che l'artista nel fare bene il proprio lavoro debba essere un ottimo interprete di quello che il compositore ha voluto; poi ovviamente ci mette del suo nel carattere del personaggio, ma non può comporre quello che non c'è scritto, non può aggiungere niente a quello che già è stato scritto. Quindi per questo amo tanto Verdi, perché la sua scrittura è tanto chiara per chi la legge anche per la prima volta, e questo è un grande aiuto per l'interprete. Quindi noi semplicemente affrontando questi autori siamo dei tramiti tra il compositore e il pubblico. Ecco questo è il nostro compito: far rivivere una musica di un tempo passato come se fosse una musica di oggi, attualissima.

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