Italiani sempre più ignoranti. I dati Ocse, un campanello di allarme

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Italiani sempre più ignoranti. I dati Ocse, un campanello di allarme
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In 10 anni decadimento della cultura di base. E non ci sono margini di miglioramento

Italiani ignoranti. Analfabeti funzionali. Analfabeti di ritorno. I dati sono drammatici. La scuola non forma e la mortalità scolastica negli ultimi 20 anni ha portato ad un quadro drammatico della situazione soclastica e quindi lavorativa.

Se il tasso di alfabetizzazione è basso, a rischio non è solo la libertà della persona ma lo sviluppo della comunità
Il 37% degli adulti italiani riesce a comprendere solo testi brevi e semplici. Il basso livello di alfabetizzazione riguarda persino i laureati.

Vengono definiti adulti con una bassa alfabetizzazione e, in Italia, sono molti di più di quanto si possa pensare. Il dato è emerso nel rapporto pubblicato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) Education at a glance 2025 che ogni anno monitora il livello di istruzione.

Nel confronto tra 31 Paesi, l'Italia si colloca nelle ultime posizioni della classifica: le difficoltà riguardano la capacità di interpretare testi complessi e di applicare le informazioni ricevute nella vita quotidiana, piuttosto che l’incapacità di leggere.

Comprensione dei Testi Semplici: Italia 26.a, davanti solo a Israele, Lituania, Polonia, Portogallo Chile.

Matematica: competenze ferme alle operazioni di base: Italia 28.a seguita da Polonia, Portogallo, Chile.

Risolvere problemi quotidiani: una sfida difficile dove l'Italia precipita, fanalino di coda con Lituania, Polonia e Chile.

Gli esperti dell’OCSE avvertono che gli adulti con competenze più solide trovano più facilmente un impiego, guadagnano salari migliori e dichiarano un maggiore benessere personale. Al contrario, chi resta indietro rischia marginalizzazione sociale ed economica.

Nella prefazione al rapporto, Andreas Schleicher, direttore per l’istruzione e le competenze, e Stefano Scarpetta, direttore per il lavoro, sottolineano:
“Nonostante gli sforzi dei governi per rafforzare l’istruzione e la formazione, il quadro resta disomogeneo e cresce il numero di persone impreparate per il futuro”. Negli ultimi dieci anni, solo Paesi come Finlandia e Danimarca hanno registrato progressi significativi. In molte altre nazioni, tra cui il Portogallo, la situazione è stagnante o addirittura in peggioramento.

Alfabetizzazione – Comprensione di testi semplici (literacy):
In Italia, la media degli adulti tra i 16 e i 65 anni ottiene circa 245 punti, contro una media OCSE di 260. Ben il 35 % rientra nei livelli più bassi (1 o inferiore), contro una media OCSE del 26 %, indicando gravi difficoltà nella comprensione anche di testi semplici.

Competenze numeriche (numeracy):
Gli adulti italiani registrano una media di 244 punti, ben al di sotto della media OCSE (263). Anche qui il 35 % si trova al livello più basso, e solo il 6 % si colloca tra i più competenti (livelli 4–5), contro una media OCSE del 14 %.

Problem solving adattivo:
In Italia, 46 % degli adulti sono ai livelli più bassi (livello 1 o inferiore), mentre la media OCSE è del 29 %. Anche su questo fronte, solo l’1 % raggiunge i livelli più alti (livello 4), contro il 5 % negli altri Paesi OCSE.

Ci laureiamo poco e in ritardo
Una delle cause è rintraccabile, sempre secondo il rapporto, nel grado di istruzione universitaria. L'Italia risulta fanalino di coda per quanto riguarda la percentuale di laureati che si ferma al 22% contro la media Ocse del 42%. Oltre a questo, il rapporto evidenzia che solo il 32% degli adulti tra i 25 e i 34 anni hanno completato gli studi superiori, a fronte di una media europea del 48%.

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