Inaugurata oggi, alla rotonda delle Cateratte, la Tuffatrice : opera dello sculture Manganelli

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E’ stata svelata questa mattina, alla presenza del Sindaco Marco Marcucci, dell’assessore all’urbanistica Fabrizio Manfredi e della presidente della circoscrizione Viareggio Nuova Stella Del Carlo, l’opera La Tuffatrice collocata sulla Rotonda alle Cateratte all’ingresso della città. Il progetto dell’assessorato all’urbanistica prevedeva, infatti, terminati gli interventi di realizzazione della nuova viabilità, la sistemazione di due opere al centro delle rotonde sui due lati del sottopasso.

La rotonda lato Cittadella del carnevale ospita già da tempo Re Burlamacco sul trono realizzato dal carrista Gionata Francesconi, la rotonda Cateratte da oggi, ospiterà al centro la bella scultura La Tuffatrice.

L’opera è realizzata in marmo arabescato bianco proveniente dalla cava di Michelangelo delle Cervaiole ed offerto dalla Fondazione Henraux.

Lo scultore Giovanni Manganelli nasce il 5 giugno 1943 a San Giovanni in Persiceto vicino a Bologna. Avviati gli studi presso il Convitto Nazionale Cicognini, lo stesso nel quale studiarono anche Gabriele D’Annunzio e Curzio Malaparte, giovanissimo si trasferisce a Londra per cinque anni dove si diploma in regia cinematografica. Tornato in Italia, durante gli anni Settanta è a Roma attivo come aiuto regista al fianco dei giovani registi impegnati di allora, ma è nel decennio successivo che firma, insieme ad latri autori, le sceneggiature di una serie di film umoristici con attori quali Paolo Villaggio, Renato Pozzetto e Adriano Celentano. All’inizio degli anni Ottanta, Manganelli è chiamato dalla Rai in qualità di autore televisivo.Contemporaneamente inizia ad interessarsi attivamente alla scultura, sua vecchia passione. Si trasferisce in Toscana in una sua residenza di campagna nei pressi di Pietrasanta, la “città d’arte” della Versilia dove tuttora vive e lavora. Alla fine dello stesso decennio, quanto nasce l’amata figlia Giulia, Manganelli si dedica esclusivamente all’attività di scultore. L’artista predilige i grandi spazi, tra le sue opere più note si ricordano la Nuotatrice, di grandi dimensioni in granito rosa di Gallura, realizzata per la villa della stilista Krizia a Punta Volpe in Sardegna e la grande Tuffatrice in marmo bianco di Grecia, collocata nella piazza delle Ginestre a Portorotondo.Le sue opere sono state inoltre collocate nelle sedi di prestigiose aziende italiane: un coccodrillo in marmo nero Markina per la Tod’s a Casette d’Ete nelle Marche e ancora la Nuotatrice, in granito nero assoluto di Tanzania negli uffici della presidenza Barilla a Parma.

Fondazione Henraux

Il 14 gennaio 2006 in San Micheletto a Lucca, presso la Fondazione Centro Studi per l’Arte L. e C.L. Ragghianti, la Società Henraux S.p.A. di Querceta, nella persona del suo Presidente Paolo Carli, illustrava il progetto per la costituzione di un museo d’impresa, predisposto dagli architetti Gilberto Bedini, Fabrizio e Marco Arrigoni: per l’occasione veniva allestita una mostra documentaria sulle vicende storiche della società, venivano esposte alcune opere di importanti scultori contemporanei appartenenti alla collezione Henraux, e veniva presentata la pubblicazione Henraux dal 1821. Progetto e materiali per un museo d’impresa.La finalità del Museo Henraux è quella di documentare il lungo percorso di un’azienda che fin dal 1821 svolge un ruolo fondamentale, produttivo sociale e culturale, per la Comunità di Seravezza e per tutto il comprensorio apuo-versiliese del marmo, ed è una delle aziende leader a livello mondiale nel settore lapideo. Secondo le volontà dei promotori il museo deve essere inteso non tanto e non solo come una istituzione utile a testimoniare il passato, per quanto prestigioso, della Società Henraux, quanto piuttosto uno strumento capace di guardare al futuro mediante la creazione di un polo culturale “…dove si possa insegnare e imparare la cultura del marmo”, una sorta di università del sapere dai molteplici orientamenti: “…il sapere dell’artista, dell’architetto, del geologo, dell’artigiano ed infine dell’imprenditore”, come sottolineava Paolo Carli. A distanza di poco più di un anno un secondo volume, che conserva il titolo del precedente, veniva pubblicato per presentare un ulteriore studio progettuale degli architetti Craig G. Copeland, Gilberto Bedini e Enrico Carli per il museo e il polo culturale, frutto di una seria riflessione suggerita anche da nuovi avvenimenti e dalle iniziative già intraprese o avviate dall’Henraux, come l’apertura all’interno dell’azienda di un atelier di scultura, la catalogazione dell’archivio storico, e dalla serie di contatti e di incontri intercorsi con vari enti pubblici, associazioni di categoria, istituti bancari, finalizzati alla costituzione di una Fondazione Henraux per la valorizzazione e lo sviluppo del marmo apuo-versiliese, che dovrà assumere la gestione di tutte le attività. La Fondazione, il cui Statuto sarà sottoposto nei prossimi mesi all’approvazione dei soci fondatori, avrà lo scopo primario di favorire “…un cammino di speranza per nuove generazioni di artisti, di artigiani e di imprenditori che sappiano trovare in se stessi e nel tessuto sociale che li circonda l’entusiasmo per continuare a far vivere la multi millenaria cultura del marmo”.

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