Oggi, Monte Alfonso diventa la Fortezza di Saporbio: la kermesse viareggina si trasferisce a Lucca

Saporbio 0

Monte Alfonso diventa la fortezza di Saporbio: La Provincia di Lucca, in collaborazione con gli organizzatori della kermesse viareggina dedicata alla cultura biologica, elegge il complesso seicentesco di Castelnuovo Garfagnana a luogo simbolico del mondo bio - ecologico.

Da Viareggio, Marco Columbro, testimonial della manifestazione, e il Presidente della Provincia Stefano Baccelli, insieme alle autorità garfagnine, faranno svettare la bandiera di Saporbio nel parco di Monte Alfonso. Contestualmente, in Piazza Mazzini, nel Villaggio bio ecologico l’Amministrazione Provinciale allestirà l’orto di Monte Alfonso, uno spazio verde riservato ai bambini per conoscere le piante tipiche del territorio. Il percorso didattico sarà gestito da un esperto di botanica e permetterà ai più piccoli non soltanto di conoscere alcune delle specie vegetali autoctone – dalle erbe aromatiche agli alberi da frutta – ma anche di apprendere, divertendosi, tutte le informazioni per una corretta alimentazione e per contribuire a tutelare l’ambiente e la natura. Diventeranno così “cavalieri di Monte Alfonso”: riceveranno un attestato nominativo da incorniciare che testimonia il loro impegno per un mondo sostenibile.

“La Provincia di Lucca, che dalla prima edizione sostiene Saporbio – ha dichiarato Baccelli – ha chiesto quest’anno all’organizzazione di Marco Columbro un impegno diverso: contribuire a promuovere quelle attività e politiche per l’eco – cultura e la sostenibilità ambientale portate avanti da Palazzo Ducale. Simbolo

di queste, la Fortezza di Monte Alfonso: gli interventi per il recupero nel complesso infatti sono stati orientati sull’adozione di tecnologie e strumenti ecocompatibili (dagli impianti solari al riscaldamento a cippato), sul recupero e la tutela delle coltivazioni autoctone per valorizzare la qualità alimentare e dei prodotti tipici”.

“Monte Alfonso – ha specificato il Presidente - rappresenta la porta della Garfagnana ed è uno dei simboli della vivibilità della Valle del Serchio e dell’intera provincia. Con Saporbio, Castelnuovo Garfagnana e Viareggio si eleggono a centri di espansione per la cultura, l’agricoltura, l’alimentazione biologica.

L’obiettivo dell’intera operazione realizzata con Marco Columbro è quello di indirizzare la fruizione turistica dei luoghi valorizzando aspetti storico-culturali ed ecologico-ambientali in grado di rappresentare il territorio e promuoverne lo sviluppo”.


L’ORTO DI MONTE ALFONSO
L’orto della Fortezza è stato costruito per la tutela delle coltivazioni endemiche nell’ambito del progetto “Restauro della Fortezza di Mont’Alfonso – Recupero aree ex agricole all’interno del perimetro fortificato”.

Lo spirito dell’intervento è quello di procedere alla riqualificazione del verde, nell’ottica di indirizzare la fruizione turistica dei luoghi, oltre la mera funzione ricreativa, fornendo attraverso, attraverso l’uso del suolo, precise indicazioni storico-culturali ed ecologico-ambientali, in grado di rappresentare il territorio e promuoverne lo sviluppo.



ERBE AROMATICHE OFFICINALI

Rosmarino offic., rosmarino prostrato, salvia regina, salvia comunesantolina, lavanda, niepitella, timo comune, timo serpillo,origano, menta piperita, menta acquatica, santoreggia, dragoncello, melissa.

CILIEGI
Amarena, Venus, Burlat, Marchiana, Durona 1, van, Marasca.

MELI
Casciano, starking, perussetto, staim, ruggine, golden, del sangue, lucchese, gelona, panaia, Belfiore, yersej mec, maria gala, carlo, giappone, ruzzolo , dell'alpe, della Piastra.

PERI
Decana Comizio, Zucchero, Spadona d'estate, Abate Fetel, Passa Crassana, Verdino, Butirra Hardy

PESCHI
Elegans Lady, Nespolo germanica

FICHI
Fiorone di Vizzano, Campanaccio, Nero di Calomini, Brogiotto N. di Vizzano, Brogiotto nero, Dottato, Campanaccio

SUSINI
Shiro, S. Rosa, Stanley, Morettini, Bernardina, Claudia verde

VITIGNI
Fragola bianca , Fragola nera, Malvasia di candia, Biagiotti nera, Cabernet sauvignon, Malvasia di candia, Cigliegiolo , Cabernet sauvignon, Regina dei Vigneti, Cigliegiolo


QUALCHE CENNO STORICO
La Fortezza di Mont'Alfonso a Castelnuovo Garfagnana fu concepita, alla fine del XVI secolo, come ultima roccaforte difensiva del Ducato di Ferrara a guardia del confine con il vicino stato lucchese.

Realizzata tra il 1579 ed il 1586 con grande dispendio di mezzi ed energie, fu progettata dall'ingegnere carpigiano Marc'Antonio Pasi e si qualifica ancora oggi come la più importante emergenza architettonica militare della Garfagnana estense.

Presidio militare estense nei secoli XVI e XVII, entrò a far parte, durante la parentesi napoleonica (1805 - 1814), dei beni del Demanio del Principato di Lucca e Piombino. Nel 1809, a causa degli enormi costi di manutenzione stimati per la conservazione del bene, la fortezza fu venduta con pubblico incanto.

Ritornata di proprietà estense nel 1814, assunse un ruolo di primo piano nella vita civile della comunità castelnovese, in seguito al cambiamento di destinazione d'uso di alcuni edifici.

Il nuovo secolo segnò il passaggio di Mont'Alfonso nelle mani di privati, la famiglia scozzese dei Bechelli, che ne fecero la loro residenza estiva, trasformando l'edificio a destra della Porta Nord - che nel 1776 ospitava la «Prigione nuova di Stato» - in una "moderna" villetta in stile liberty. Durante la prima metà del

Novecento lo stato di progressivo deterioramento delle strutture, già aggravato rispetto al secolo precedente, subì un'improvvisa accelerazione a seguito del devastante terremoto che nel 1920 colpì la Garfagnana.

Fu probabilmente a seguito di questo cataclisma che le ali della Porta del Capitan Rinaldo rovinarono in un cumulo di macerie. I bombardamenti che nel 1944-45 colpirono Castelnuovo, retrovia della "linea gotica", sicuramente non risparmiarono Mont'Alfonso, causando ulteriori danni alle strutture interne.

Quando, il primo novembre 1980 fu rogato l'atto di compravendita tra gli eredi Bechelli e l'Amministrazione Provinciale di Lucca, i periti incaricati di redigere la relazione estimativa descrissero il luogo come un complesso versante in pessime condizioni, che, nel sito dove si ergevano un tempo le ex carceri, raggiungeva

il completo diroccamento. A seguito dell'acquisto la Provincia si è fatta, quindi, promotrice di una campagna di restauro sviluppata in comunione d'intenti con la Soprintendenza e rivolta al consolidamento dei parati murari lesionati e fatiscenti.

Mont'Alfonso oggi è un bene che, rivestendo nuovamente un ruolo nella vita della cittadinanza, sta riacquistando la valenza di struttura da restituire – pur con diverse destinazioni d’uso - a quella stessa comunità che per anni ne richiese a gran voce la costruzione.

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