I "veleni" dell'alga tossica. Viareggio vieta di mangiare le arselle, Livorno i ricci

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Arselle vietate a Viareggio, ricci proibiti a Livorno. Alla vigilia di Ferragosto i sindaci dei due Comuni marinari sono costretti a firmare un´ordinanza per bloccare la raccolta in mare dei gustosi molluschi che almeno fino a lunedì prossimo (quando saranno fatte nuove analisi) sono banditi dalle tavole. Il caldo record sta facendo sviluppare alle alghe dinophysis, di cui gli animaletti si nutrono, una pericolosa tossina - la biotossina dsp - che se ingerita dall´uomo può provocare un grave disturbo intestinale. Da ieri il sindaco di Viareggio Luca Lunardini ha stabilito il divieto temporaneo a scopo precauzionale di pesca e di consumo dei molluschi bivalvi vivi, cioè le ricercatissime arselle, estratti nel tratto di mare prossimi alla Darsena. Un lungo tratto di mare vicino al porto che va dalla Costa dei Barbari fino a via Comparini.

«La Asl ha rilevato nelle sue analisi a campione questo germe», spiega Lunardini, «che non ha nulla a che vedere con l´inquinamento. Il nostro mare è pulitissimo e non esiste nessun tipo di allarme alimentare. Il divieto di rastrellare e mangiare arselle pescate in quella zona è scattato per la presenza di una tossina il cui sviluppo è probabilmente favorito dalle alte temperature raggiunte dall´acqua in questo periodo». Intorno al porto, in realtà, non si potrebbero comunque prelevare le telline. «In effetti sarebbe proibita la pesca», dice il sindaco, «ma la gente ci va sempre e comunque, seguendo una tradizione consolidata. Tra l´altro non è la prima volta che il divieto viene imposto per la presenza di batteri in quel tratto. Di spiace che succeda a Ferragosto quando Viareggio è frequentata da tantissimi ospiti. Ripeto però che non ci sono motivi di preoccupazione».

A Livorno non è l´arsella a finire sotto osservazione ma l´ancora più pregiato riccio di mare. Anche l´ordinanza del sindaco Alessandro Cosimi è scattata ieri. «L´alga produce una tossina che può rendere i ricci non ben commestibili», spiega Cosimi. «L´Arpat spiega che a causare questo processo è soprattutto l´innalzamento della temperatura dell´acqua, in quattro anni però è la prima volta che mi capita. Lunedì prossimo faremo un controllo e un nuovo prelievo per decidere se prolungare o meno il divieto. Mi preme chiarire però che il mare non è inquinato, il fenomeno ha tutt´altre origini. Tanto è vero che lo stop alla pesca è stato imposto a scopo precauzionale».

La zona incriminata per la raccolta e il consumo dei ricci è quella delle secche della Meloria, al largo di Livorno. L´ordinanza è stata emanata su richiesta del servizio veterinario della Azienda sanitaria livornese. Durante le analisi di routine che la Regione svolge periodicamente per il controllo dei limiti biologici delle acque è stata rilevata nella zona della Meloria la presenza di alcune tossine che, a una prima ipotesi degli esperti, potrebbero derivare dalle alte temperature delle acque marine di questi giorni. L´ordinanza è già stata inviata dal Comune agli enti preposti alla vigilanza e controllo (Regione, carabinieri dei Nas, vigili urbani e capitaneria di porto) e alle associazioni di categoria perché informino e sensibilizzino sui rischi ristoratori e commercianti. In attesa degli esiti di nuove analisi previste per la prossima settimana il Comune consiglia a tutti i diportisti che, anche a Ferragosto, decideranno di trascorrere la giornata al mare nella zona della Meloria di non raccogliere né consumare ricci di mare che provengano da quella zona. Meglio privarsi di qualche prelibatezza gastronomica ma evitare di rischiare di passare il weekend di Ferragosto al pronto soccorso.

di Simona Poli
Fonte : La Repubblica

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