Blitz in Passeggiata, i Vu Cumprà si ribellano e scatta un arresto.
Attualità lunedì 1 settembre 2008 0Uno di loro risponde alle accuse e spiega le loro condizioni di vita
Passeggiata. Venerdi 29 agosto. Ore ventitre. Nuova operazione anti commercio abusivo. Non come quella di venerdi della scorsa settimana. Ad operare due sere fa non c'erano le polizie municipali dei quattro comuni versiliesi di Viareggio, Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi. Il blitz congiunto è stato effettuato dai Vigili Urbani di Viareggio unitamente ai Carabinieri del reparto Motovedetta, coordinati dal maresciallo Alessandro Bugari. Tutti in borghese. Zona dell'intervento interforze la passeggiata, nel tratto di fronte al Cinema Teatro Eden.
Circa duecento sono i pezzi contraffatti sequestrati, tra borse, portafogli, cinture e targhette Prada, Louis Vitton, Gucci ed altre note griffes, a circa una decina di ragazzi senegalesi. Attimi di panico. Questa volta l'operazione anti - abusivismo non è filata liscia come la scorsa settimana. Due sere fa qualcosa non ha funzionato. O meglio, c'è stato l'imprevisto.
Qualche "vu comprà" si è "ribellato" e l'incolumità sia dei vigili urbani che dei carabinieri, che sono stati inseguiti, minacciati ed aggrediti, come quella di chi era sul viale pedonale, sulla pista ciclabile e sul lungomare è stata messa a rischio. In un solo attimo, lo scompiglio. I senegalesi hanno cercato di difendere e di riprendersi la loro merce, che i carabinieri in borghese avevano " cinturato". L' "assalto" è poi continuato anche alle auto di servizio della Polizia Municipale che nel frattempo erano sopraggiunte per caricare i sacchi di merce contraffatta sequestrata e portarli al Comando. Per placare la situazione è stato necessario l'intervento di rinforzi. E, a distanza di pochi minuti, sul lungomare, sono sfrecciate a sirene spiegate, in direzione nord sud, dall'Orologio verso il molo, tre macchine. Due volanti del Commissariato di Polizia di Viareggio, coordinato dal primo dirigente dottor Leopolodo Laricchia, e una pattuglia dei Carabinieri dei reparti speciali della Cio, Compagnia di Intervento Operativo. Un senegalese, quello che più degli altri ha provocato il parapiglia, è scappato, cercando un varco tra la folla e attraversando di corsa la strada in direzione dei giardini dell' antistante piazza D' Azeglio.
All'inseguimento dell'uomo si sono messe tutte e tre le auto. Fino a quando due agenti di una volante della Polizia lo hanno bloccato, placcato, ammanettato e consegnato ai Carabinieri, che lo hanno accompagnato in caserma. Arrestato per minacce, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, Bailo Jailo, senegalese di 21 anni, incensurato ma clandestino in Italia, ha passato la notte in cella ed è stato processato ieri mattina al tribunale di Viareggio. Il giudice monocratico, dottoressa Nidia Genovese, ha convalidato l'arresto con la misura cautelare in carcere ed emesso il nulla osta all'espulsione. Il legale, avvocato Aldo Lasagna, ha chiesto termini a difesa e il processo è stato aggiornato al prossimo 3 settembre
"DROIT DE REPONSE D'UN VU COMPRA'
"Droit de reponse d'un vu comprà". " Sono venuto da lontano, oltre diecimila chilometri, perchè pensavo di trovare condizioni migliori di vita rispetto al mio paese". Il lavoro è sicuramente la ragione principale per cui si emigra da una nazione come il Senegal. Mohamed, il nome è di fantasia, è laureato in Matematica e Scienze, ha trent'anni.
In Senegal ha lasciato una madre, casalinga, un padre che lavorava in un'azienda agricola e alcuni fratelli. Il più piccolo ha 19 anni, frequenta il liceo,e il prossimo anno si iscriverà all'Università. E' a loro che Mohamed manda il denaro guadagnato a vendere borse in passeggiata, per non farli morire di fame. Il "nostro" vu comprà vive in Italia da quattro anni, parla tre lingue, il senegalese e il francese alla perfezione. L' italiano lo ha imparato in Toscana. " Lo so che la vendita dei prodotti contraffatti è illegale. Sono incensurato, ma non ho documenti e altro non posso fare. Qualcuno mi ha offerto di spacciare, avrei guadagnato molto di più che a vendere borse, ma non lo farei mai". Mohamed non fuma, non beve e non si droga. E' molto credente, e praticante. "
Per evitare di finire nella delinquenza ho deciso di vendere borse, provvisoriamente. In attesa di regolarizzare la mia posizione". Ama l'Italia, che lo ha accolto, e all'ultima sanatoria ha provato a mettersi in regola, ma è rimasto fuori. In Italia oltre il 50% dei Senegalesi che oggi ha i documenti ha iniziato come clandestino, e con la vendita. "Oggi quei senegalesi sono diventati mano d'opera importante per l'economia italiana. Molti media parlano di noi come ignoranti, ma la maggior parte di noi è laureata. Tanti ci diffamano come persone pericolose, ma è falso". Le statistiche parlano chiaro: nelle carceri nazionali di senegalesi ce ne sono pochi. Contro lo straniero si tende a fare di tutta l'erba un fascio.
" Questa campagna contro di noi è facilitata dal nostro silenzio. Per questo motivo ho deciso di parlare, non solo a nome mio ma anche a nome di tutti i miei fratelli. Essere clandestini non deve essere un handicapp per esprimersi". Il diritto di espressione esiste, siamo in uno stato di diritto. " Rispetto tutte le leggi italiane, vorrei rispettare anche quella che vieta il commercio della merce contraffatta. Per questo lancio un appello al sindaco di Viareggio, a quelli dei comuni limitrofi ma soprattutto ai politici nazionali: investite in Senegal, in aziende che assumano senagalesi.". Il messaggio è rivolto anche ai signori Gucci, Loius Vitton e Dolce e Gabbana: " In Senegal abbiamo tutti lasciato il cuore e siamo pronti a lasciare l'Italia e tornare nel nostro paese. Per lavorare".
Letizia Tassinari
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