Operazione "Piranha": pericolosa banda di usurai, sgominata a Viareggio

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Tre ordinanze di custodia in carcere, cinque immobili e cinque autovetture poste sotto sequestro, per un valore complessivo di un milione di euro, sono il bilancio di una complessa e articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lucca e iniziata nel maggio del 2005.

A finire dietro le sbarre sono stati Giuseppe e Massimiliano Pastore, due fratelli di origine napoletana ma residenti a Viareggio, il primo trentacinquenne e il secondo di trentadue anni, e Augusto Conte, trentatreenne Viareggino. L'operazione di intelligence, che è stata condotta dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Viareggio e dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Lucca, è nata da una precedente indagine investigativa sullo spaccio di sostanze stupefacenti. Solo grazie a un capillare lavoro di intercettazioni telefoniche gli inquirenti sono riusciti a fare emergere un grosso giro di usura: i tre arrestati sono accusati infatti del reato di usura continuata ed aggravata in concorso tra di loro, per aver concesso in prestito ingenti somme di denaro a numerose persone a tassi usurai che in alcuni casi sono arrivati a superare il 150% su base annua. La task force di Polizia e Guardia di Finanza ha portato anche al sequestro preventivo di ben cinque immobili, tutti appartamenti, uno dei quali nella frazione di Torre del Lago e gli altri quattro a Napoli, e di cinque autovetture di grossa cilindrata, e di varie marche, come Bmw e Mercedes. Tutti i beni, sia gli immobili che le autovetture, erano intestati a parenti e familiari dei tre arrestati, ma di fatto erano nella disponibilità dei due fratelli Pastore. Il valore dei beni sequestrati, che è stato stimato prudenzialmente in un milione di euro, è stato ritenuto dagli inquirenti del tutto sproporzionato ai redditi dichiarati. Solo uno dei fratelli Pastore, quello maggiore di età, è risultato lavorare come dipendente con contratto a tempo indeterminato presso una azienda del ramo edile, mentre l'altro, il minore, e Augusto Conte, non risultano aver mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi. Nei confronti dei due fratelli Pastore la Procura di Lucca ha contestato loro anche il reato di esercizio abusivo dell'erogazione di crediti, attività questa che per essere esercitata necessita di una preventiva e specifica autorizzazione.

L'operazione

I dettagli dell'operazione anti usura portata brillantemente a termine due giorni fa con l'esecuzione delle tre ordinanze di custodia in carcere di Augusto Conte e dei fratelli Giuseppe e Massimiliano Pastore sono stati resi noti ieri mattina dal Sostituto Procuratore Domenico Manzione durante una conferenza stampa nella biblioteca della Procura a Lucca.

Le lunghe indagini, coordinate dai due Pubblici Ministeri Fiorenza Marrara e Antonio Mariotti, sono state svolte dal dirigente del Commissariato di Polizia di Viareggio Leopoldo Laricchia, dal vice questore aggiunto Giuseppe Testaì e dal tenente colonnello Vito Di Terlizzi della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Lucca. Le vittime accertate dei tre usurai sono al momento circa venti, quasi tutti viareggini e versiliesi e qualche pisano, oltre ad una ulteriore ventina di casi di prestiti di vario taglio. Il target della clientela varia dalle aziende ai liberi professionisti, dal giocatore incallito all'operaio e alla casalinga. Le cifre "prestate" variano dai settantamila euro a cifre anche basse. La tipologia di usura dalle necessità di impresa, con prestiti di somme da mutuo, al piccolo consumo, con prestiti di somme da piccolo finanziamento, imputabili al calo del potere di acquisto degli stipendi. Da quanto trapelato tra gli usurato ci sono anche persone che hanno avuto necessità dei prestiti per riuscire a pagare le rate della macchina. Sempre da quanto emerso dalle indagini poco era il denaro in contante e molti gli assegni girati. Da quanto risultato dalle migliaia di intercettazioni telefoniche effettuate, cinquantamila solo quelle intercettate ad Augusto Conte, i tre arrestati sono soggetti assai pericolosi, visto che in molte occasioni non hanno esitato a minacciare, sia verbalmente che fisicamente, le persone debitrici al fine di riscuotere il pagamento sia del capitale che degli interessi pattuiti. Massimiliano Pastore era stato già arrestato dagli agenti del Commissariato di Viareggio nel mese di maggio di questo anno, a indagini anti usura in corso, per aver sequestrato nella propria abitazione, minacciandolo di morte e chiudendolo in una camera da letto, un noto professionista della zona al quale aveva prestato la modica cifra di duemila euro. Il sequestrato era però riuscito tramite il cellulare ad inviare un sms e ad avvisare un amico poliziotto, allertando così le volanti che facendo irruzione nell'appartamento lo avevano liberato e arrestato in flagranza l'usuraio. Arresto che fu poi convalidato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, competente per la tipologia di reato.

Come difendersi

Come evitare l'usura? Le raccomandazioni non sono mai troppe, ma sicuramente il metodo migliore è prevenirla, evitando di sovraindebitarsi. Questo il consiglio non solo per chi svolge attività di impresa ma anche per i lavoratori dipendenti e i pensionati. Oltre alla possibilità di evitare una strada senza sbocchi, per chi invece ne è rimasto coinvolto, lo Stato aiuta a difendersi. Non tutti sanno che esiste un numero verde 800 999 000 sia contro l'usura che contro il racket. Numero questo che risponde ai cittadini che hanno bisogno di avere informazioni su questi due temi per via telefonica. Se poi si è entrati nelle maglie di uno strozzino rivolgersi alle autorità di polizia, denunciando senza perdere tempo, offre la possibilità di tornare ad una vita normale. Rivolgendosi poi alla Prefettura della propria Provincia si possono chiedere informazioni sulle procedure di accesso al Fondo di solidarietà per le vittime dell'usura.

Letizia Tassinari

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