Grazie a Lippi, tornano a Viareggio 30 magnifici dipinti di D'Arliano
Attualità venerdì 10 aprile 2009 1Dopo 80 anni, si ripete un pezzo di storia, e grazie al Ct Marcello Lippi, tornano a Viareggio, trenta magnifici dipinti di Antonio (Tòno) D’Arliano, uno dei personaggi più noti per essere stato per tantissimi anni un “mago” del Carnevale di Viareggio, costruttore di grandi carri allegorici, ma anche apprezzato pittore.
La storia dei dipinti ce la racconta il genero di D’Arliano, Fortunato Menichetti, che intende così ringraziare il concittadino Marcello Lippi.
«Agli inizi degli anni ’20, mio suocero Tono D’Arliano - racconta Menichetti - allestì una piccola mostra dei suoi dipinti, nel cortile della casa paterna. Nutriva la speranza di racimolare qualche soldo, che gli sarebbero serviti per sposarsi con la sua Adria». E la fortuna lo aiutò. Uno svizzero, in villeggiatura con la famiglia a Viareggio, notò i quadri (una dozzina di dipinti a olio su tela) che ritraevano angoli della città, della marina, del porto. Disse a Tono se erano in vendita. «Certo - fu la risposta - e la tratto bene, perché mi devo sposare». «Se ci troviamo d’accordo li compro tutti». E lo svizzero propose una cifra, facendo vedere un mazzetto di dollari. Tono rimase un po’ perplesso, la cifra superava le sue aspettative, e guardò mamma Caterina, che gli era accanto, con un certo sospetto. Lo svizzero capì il dubbio e lo tranquillizzò: «Si fidi, li ho presi in banca, può accertarsi, non sono falsi».
Dopo 80 anni da questo episodio, nel 2006 - racconta Menichetti - una figlia del pittore organizzò una mostra nella galleria Europa, di Lido di Camaiore, esponendo un lotto di 30 tele ereditate dal padre. Fra i tanti visitatori ci fu un commerciante d’arte lussemburghese, vecchio amico di d’Arliano, che aveva acquistato in passato altri quadri, poi rivenduti a Firenze. Chiese di acquistare tutta l’esposizione. La figlia d’D’Arliano, Eni, accettò la proposta. L’anno successivo il mercante, da tempo malato, non volendo che i quadri finissero svalutati e dimenticati, raccomandò alla moglie di contattare, dopo la sua morte, la signora Eni per proporle di riacquistare la collezione per lo stesso importo da lui pagato. E fu proprio il genero di Tono, Fortunato Menichetti - com’egli stesso racconta - a fare da intermediario per il riacquisto. Ma poiché la Eni non era interessata a riprendere le opere, Menichetti ne parlò con Marcello Lippi (che già possiede opere di Tono, di cui era un ottimo amico ed estimatore) e che accolse la proposta con entusiasmo.
«Lippi ha acquistato dalla famiglia del commerciante l’intero lotto, 30 magnifici dipinti. Ma c’è di più - aggiunge Menichetti - Ha preso l’impegno di mettere a disposizione della famiglia D’Arliano i quadri, che eventualmente gli venissero richiesti, per future mostre commemorative del pittore amico».
Il Tirreno
1 commento
Checché se ne dica, Marcello Lippi è oramai un patrimonio della città!
Speriamo che dopo di lù venga fori un calciatore o un ct di primissimo livello come lù sennò "addio Carola"!