Miranda Pereira accusata di omicidio preterintenzionale: 12 anni la condanna per l'omicidio di Sandro Grazzi

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Dodici anni di carcere e reato derubricato per Adriana Miranda Pereira. Cosi si è espressa ieri mattina la Corte d'Assise di Appello di Firenze, derubricando il reato, del quale l'imputata era stata accusata, da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.

Il tribunale di Lucca l'aveva condannata nel novembre dello scorso anno alla pena di sedici anni. L'omicidio del marito Sandro Grazzi era avvenuto a Lido di Camaiore il 26 febbraio del 2008. L’uomo, che era stato trovato ancora vivo dentro la sua automobile sulla via Italica con una ferita profonda al petto, era poi deceduto all’ospedale Versilia. Dai risultati dell’autopsia era emerso che a provocare la ferita mortale era stata una lunga lama che gli aveva sfondato la cassa toracica raggiungendo il cuore e provocandogli una emorragia fatale al miocardio. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Fiorenza Marrara, avevano portato da subito a sospettare della moglie, che nella stessa mattina era stata interrogata come persona informata sui fatti al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Viareggio, riferendo ai poliziotti che il marito si era ferito durante un incidente domestico.

Ma dell’arma non si trovava traccia. La svolta nelle indagini da parte della Polizia avvenne con l’intercettazione di alcune telefonate che la donna fece a sua madre in Brasile, nelle quali raccontava di essere stata lei a colpire il marito con un coltello da cucina, per difendersi durante una lite familiare. Arrestata con l’accusa di omicidio volontario aggravato la brasiliana era finita in carcere a Livorno e poi a Firenze. La difesa di Adriana Miranda Pereira, affidata ai legali di fiducia avvocatessa Cristiana Francesconi e avvocato Marcello Taglioli avevano richiesto il rito abbreviato, cercando di dimostrare la legittima difesa con l’eccesso colposo, e in seconda ipotesi la preterintenzionalità dell’omicidio, riconosciuta dai giudici di appello. “Siamo soddisfatti della sentenza di secondo grado – hanno affermato i legali, che adesso depositeranno un'istanza di scarcerazione e poi presenteranno ricorso in Cassazione. “ I giudici hanno applicato il massimo della pena, ridotto di un terzo, riconoscendo le aggravanti equivalenti alle attenuanti generiche”. “La vita di Miranda – ha precisato l'avvocatessa Cristiana Francesconi – è stata una vita di prostituzione e di soprusi”. Secondo la difesa, il marito infatti si sarebbe sempre fatto mantenere vivendo alle spalle della moglie. I giudici fiorentini hanno quindi ritenuto veritiero il racconto fatto dall'imputata, di una vita coniugale fatto di amore e di litigi, sfociato in un atto di difesa dalle tante sottomissioni e violenze subite.

Letizia Tassinari

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