EuropaCinema2009: In anteprima questa sera, il film di Tarantino "Inglourious basterds"

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Cinema Politeama
Ore 9 - Ingresso libero
Personale Paolo Virzì

My name is Tanino
2001, Italia, 100’, colore

Produzione Vittorio Cecchi Gori perVittoria e Mario Film
Distribuzione Medusa
Premi Premio ‘Guglielmo Biraghi’ 2004
a Corrado Fortuna
Regia Paolo Virzì

Interpreti
Corrado Fortuna - Tanino
Rachel McAdams - Sally
Frank Crudele - Angelo Maria Li Causi
Mary Long - Santa Li Causi
Beau Starr - Omobono
Domenico Mignemi - Basilio
Jessica De Marco - Angelina
Lori Hallier - Sig.ra Leslie Garfield
Barry Flatman - Michael Garfield
Licinia Lentini - Marinella, madre di Tanino
Salvo Compagno - Giuseppe
Marina Orsini - Giuliana
Ornella Giusto - Marinella da giovane
Soggetto Paolo Virzì
Sceneggiatura Francesco Bruni, Paolo Virzì,
Francesco Piccolo
Fotografia Arnaldo Catinari
Musiche Carlo Virzì
Montaggio Jacopo Quadri
Scenografia Ian Brock, Sonia Peng
Costumi Alex Reda
Sinossi
Tanino, un giovane siciliano di vent’anni, incontra Sally, una ragazza americana in vacanza in Sicilia. I due si scambiano un bacio fugace e subito dopo Sally riparte per gli Stati Uniti, dimenticandosi la sua videocamera. Tanino, affascinato dal sogno americano e desideroso di rivedere la ragazza, decide di partire per l’America con la scusa di riportarle l’oggetto dimenticato, ma una volta arrivato, dopo una serie di avventure poco piacevoli, si rende conto che l’America non è esattamente come la sognava. (da cinematografo.it)

Critica
“A prima vista il pìcaro stordito di Virzì satireggia certi ambienti giovanili, la faciloneria scambiata per apertura, l’ignoranza coltivata come sostituto d’innocenza, e lo fa con abbastanza affetto per donare a Tanino grazia e dabbenaggine in parti uguali, mentre sulle figure di contorno non ci va con la mano leggera. Ma più Tanino, col suo sfrontato bagaglio antico-moderno, fugge, si illude, si ficca nei guai fino all’incontro fatale col mitico Chinawsky, cineasta maledetto a metà fra Bukowski e Abel Ferrara, più questo film girato fra mille difficoltà e bloccato per mesi dal fallimento di Cecchi Gori, pare alludere ad altro. Al retaggio impenetrabile di Tanino, a quel padre forse ucciso davvero dalla mafia, ai vani rovelli di un eroe che ostenta filiazioni letterarie ma è condannato a provare parodie di sentimenti, non sentimenti veri. Come un cugino scervellato e definitivamente globalizzato di ‘Ovosodo’, dunque senza più la bellezza, l’ingenuità, l’amara allegria di chi fa pochi chilometri e pensadi poter cambiare il mondo o almeno se stesso.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 30 maggio 2003)

Incontro con i protagonisti

Ore 11 – Caffè Liberty - Ingresso libero
Incontro con Paolo Virzì e gli attori Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Micaela Ramazzotti - interpreti dei film di Virzì.

A seguire l’incontro con il regista Marco Spagnoli, autore di “Hollywood sul Tevere”.

Ore 16 - Cinema Goldoni - Ingresso libero
Personale Bergman
La fontana della vergine

Regia Ingmar Bergman
Sceneggiatura Ulla Isaksson, Ingmar Bergman
tratta dalla ballata medievale
“Tores dotter i Wange”
(“La figlia di Tore e di Wange”)

Interpreti
Max von Sydow - Töre
Birgitta Valberg - Märeta
Gunnel Lindblom - Ingeri
Birgitta Pettersson - Karin
Axel Düberg - Il magro
Fotografia Sven Nykvist
Musiche Erik Nordgren
Montaggio Oscar Rosander
Sinossi

Karin, la giovanissima figlia di Tore, un ricco proprietario terriero di Venge, viene violentata e uccisa da tre pastori che ha incontrato nel bosco mentre si recava ad un santuario dedicato alla Madonna. Per un caso fortuito i tre assassini, compiuto il misfatto, chiedono ospitalità per la notte nella fattoria di Tore, dove vengono accolti e sfamati dai genitori della fanciulla, ancora ignari di tutto. Ma uno dei tre tenta di vendere alla madre della ragazza il vestito che essi le hanno strappato di dosso, dopo averla uccisa. Tutto si fa allora improvvisamente chiaro e Tore, con l’aiuto della moglie che gli ha rivelato ogni cosa, uccide selvaggiamente i tre pastori. Tore con la moglie ed i servi si recano poi sul luogo dove Karin è stata uccisa. Al cospetto della figlia morta egli allora si avvede che la vendetta è stata per lui sterile.
Allora in segno di espiazione egli promette a Dio di costruire una chiesa sul luogo stesso. Quando mani amorose sollevano il corpo della fanciulla, dalla terra dove posava sgorga miracolosamente una sorgente. (da cinematografo.it)

Titolo originale Jungfrukällan
1959, Svezia, drammatico, 89’, B&W Produzione Svensk Filmindustri

Ore 16 - Caffè Liberty - Ingresso libero
Europa in Opera

Otello di Giuseppe Verdi
Direttore Herbert von Karajan
Orchestra Berliner Philharmoniker
Regia Herbert von Karajan
Solisti Jon Vickers, Mirella Freni,
Peter Glossop
durata 142’

Ore 17 - Cinema Politeama - Ingresso libero
Personale Paolo Virzì

Caterina va in città
2003, Italia, 90’, colore
Produzione Cattleya, Rai Cinemafiction in collaborazione con Sky

Distribuzione 01 Distribution
Premi David di Donatello e Nastro d’argento 2004 a Margherita Buy, miglior attrice non protagonista
Premio ‘Guglielmo Biraghi’ 2004 ad Alice Teghil
Regia Paolo Virzì

Soggetto e sceneggiatura Paolo Virzì, Francesco Bruni

Interpreti
Alice Teghil - Caterina
Sergio Castellitto - Giancarlo Iacovoni
Margherita Buy - Agata Iacovoni
Claudio Amendola - Manlio Germano
Flavio Bucci - Lorenzo Rossi Chaillet
Galatea Ranzi - Livia, madre di Margherita
Roberto Benigni - Se stesso
Giovanna Melandri - Se stessa
Michele Placido - Se stesso
Simonetta Martone - Se stessa
Maurizio Costanzo - Se stesso
Fotografia Arnaldo Catinari
Musiche Carlo Virzì
Montaggio Cecilia Zanuso
Scenografia Tonino Zera
Costumi Bettina Pontiggia
Sinossi

Caterina è un ragazzina di tredici anni costretta a lasciare Montalto di Castro, dove è nata, per trasferirsi con i genitori a Roma. Ambientarsi nella grande città per lei non sarà facile, pressata dall’ambizione del padre che la spinge a frequentare le compagne di scuola appartenenti a famiglie facoltose e il senso di esclusione che ne deriva. (da cinematografo.it)

Critica
“Mi aspettavo di fare quattro risate assistendo a una commedia e invece sono stato sulle spine per tutto il tempo della proiezione di ‘Caterina va in città’, anche se alla fine il film ti manda via rassicurato.

(...) Fra i molteplici omaggi che nel decennale si rivolgono a Fellini, questo singolare film di Paolo Virzì è forse il più significativo: pur non rivelando niente di felliniano nello stile, che semmai strizza l’occhio a Scola o a Monicelli. Giova ricordare che il primo titolo di ‘La dolce vita’ era proprio ‘Moraldo in città’, che l’idea di base era quella di un immigrato alla conquista di un mondo attraente e respingente nello stesso tempo. Sicché a distanza di oltre 40 anni i due film tendono ad assomigliarsi, tranne che per l’aggettivo dolce. Oggi di dolce non c’è davvero più niente. Consumismo, intrallazzo, intrighi politici e stupidità trionfano, mancano riferimenti e modelli, non sappiamo a quale santo votarci. Se quella di Fellini era ‘La bella confusione’ (primo titolo di ‘8 e ½’), la confusione attuale è brutta e basta. Non resta che ‘coltivare il proprio giardino’, magari fuggendo in moto come papà, trovando un altro uomo come mamma o facendoci scudo del coro di Santa Cecilia come la brava Alice Teghil. ‘Caterina va in città’ conferma che il cinema italiano attraversa un momento bellissimo, forte d’ispirati miniaturisti della recitazione come Sergio Castellitto e Margherita Buy; o come il sorprendente Claudio Amendola, che per mettere allo spiedo il suo uomo politico deve essersi preparato su ‘Porta a porta’.” (Tullio Kezich, ‘Corriere della Sera’, 25 ottobre 2003)

Ore 18.30 Cinema Goldoni – ingresso libero
Personale Bergman

Come in uno specchio

Regia Ingmar Bergman
Soggetto Ingmar Bergman
Sceneggiatura Ingmar Bergman

Interpreti
Harriet Andersson - Karin
Max von Sydow - Martin
Gunnar Björnstrand - David
Lars Passgård - Frederik, detto Minus
Fotografia Sven Nykvist
Musiche Erik Nordgren, Johann Sebastian Bach
Montaggio Ulla Ryghe
Sinossi

Karin, col marito medico Martin, il fratello Minus ed il padre, lo scrittore David, trascorrono le vacanze su un’isola dei mari del Nord. Karin, uscita da una clinica psichiatrica, preoccupa molto Martin, che l’ama e che sa come la donna sia incurabile. Non conosce però i suoi periodici stati di allucinazione durante i quali Karin si reca in una camera in soffitta e ode alcune voci che le annunciano la venuta di un qualcuno, che ella è convinta essere Dio. David, d’altro canto, pur amando la figlia, è preoccupato maggiormente di se stesso e dei suoi successi di scrittore e annota i sintomi della malattia di Karin su un diario per poterne eventualmente trarre l’ispirazione per un suo romanzo.
Karin scopre questo diario e viene a sapere di essere senza speranza. Ciò provoca in lei un trauma e si confida con Martin, che cerca di consolarla. Durante una gita in barca, fra Martin e David, soli, avviene un colloquio piuttosto violento, durante il quale David comprende e ammette i suoi errori e cerca un riavvicinamento alla famiglia. Karin, intanto, rimasta sola sull’isola con Minus, confida al fratello le sue visioni nonché il fatto che per vivere in questo nuovo mondo ella si allontana sempre più dal marito. Al ritorno di Martin e David, Karin chiede di ritornare in manicomio, distaccandosi per sempre da un mondo nel quale ormai non può più trovare pace. La sua decisione provoca peraltro un riavvicinamento fra Minus e il padre, i quali d’ora in poi riusciranno a comprendersi meglio. (da cinematografo.it)

Titolo originale Såsom i en spegel
1960, Svezia, drammatico, 89’, B&W
Produzione Svensk Filmindustri

Ore 21 – Cinema Goldoni

Ingresso libero

Personale Bergman

Luci d’inverno

Regia Ingmar Bergman
Soggetto Ingmar Bergman
Sceneggiatura Ingmar Bergman

Interpreti
Ingrid Thulin - Märta Lundberg, la maestra
Gunnar Björnstrand - Tomas Ericsson, il pastore
Max von Sydow - Jonas Persson
Gunnel Lindblom - Karin Persson
Allan Edwall - Algot Frövik
Fotografia Sven Nykvist
Montaggio Ulla Ryghe

Ore 21 Caffè Liberty - ingresso libero
Europa in Europa

COSÌ FAN TUTTE di Wolfgang Amadeus Mozart

Direttore Manfred Honeck
Regia Ursel e Karl-Ernst Herrmann
Regia video Thomas Grimm
Orchestra Wiener Philharmoniker
durata 184’

Fiordiligi Ana María Martínez
Dorabella Sophie Koch
Ferrando Shawn Mathey
Guglielmo Stéphane Degout
Don Alfonso Sir Thomas Allen
Despina Helen Donath
Una coproduzione con il Salzburg Easter Festival

Produzione UNITEL e BFMI
in coproduzione con CLASSICA in collaborazione con il Festival di Salisburgo.

Ore 21.30 Cinema Politeama
Anteprima – ingresso 5 euro

Si raccomanda il pubblico di lasciare a casa i cellulari e di arrivare con un certo anticipo rispetto all’orario di proiezione.

BASTARDI SENZA GLORIA

Titolo originale Inglourious Basterds
2009, USA-Germania, azione-drammatico, 160’
Prodotto da Quentin Tarantino e Lawrence Bender
Regia Quentin Tarantino
Soggetto Quentin Tarantino
Sceneggiatura Quentin Tarantino

Interpreti
Brad Pitt - Tenente Aldo Raine
Diane Kruger - Bridget von
Hammersmark
Mélanie Laurent - Shosanna Dreyfus
Christoph Waltz - Colonnello Hans
Landa
Daniel Brühl - Frederick Zoller
Fotografia Robert Richardson
Montaggio Sally Menke
Sinossi

Nella Francia occupata dai nazisti, la giovane Shosanna Dreyfus assiste all’uccisione di tutta la propria famiglia per mano del colonnello nazista Hans Landa. La ragazza riesce a sfuggire miracolosamente alla morte e si rifugia a Parigi, dove assume una nuova identità e diviene proprietaria di una sala cinematografica. Contemporaneamente, in Europa, il tenente Aldo Raine mette assieme una squadra speciale di soldati ebrei: noti come i Bastardi, i soldati vengono incaricati dai loro superiori di uccidere ogni soldato tedesco che incontrano e prendere loro lo scalpo. La squadra di Raine di troverà a collaborare con l’attrice tedesca Bridget Von Hammersmark, una spia degli Alleati, in una missione che mira ad eliminare i leader del Terzo Reich.
La loro missione li porterà nei pressi del cinema parigino dove Shosanna sta tramando un piano di vendetta privata.

Foto: Fotomania

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