Vendere gelati alle Mauritius: "Dovevo essere socio ma sono stato truffato"
Attualità mercoledì 21 ottobre 2009 2Una truffa da cinquantamila è andata “in scena”, ieri mattina, nelle aule del Tribunale di Lucca, sezione distaccata di Viareggio.
Imputato un uomo di Massa, ma all'epoca dei fatti residente in Versilia, A.S. difeso dall' avvocato Filippo Tacchi, e parte offesa un ex infermiere dell' Ospedale di Carrara. “Volevo cambiare vita, lasciare l' Italia e dare alla mia famiglia un futuro migliore”.
Ha iniziato così la sua deposizione M.L., il truffato, primo testimone della lista del Pubblico Ministero. Lui e la persona imputata nel processo si erano conosciuti frequentando alcune riunioni buddiste: “il mio sogno era investire i miei risparmi all'estero, e A.S.mi parlò di una sua attività alle isole Mauritius , già avviata, e del fatto che cercava soci”.
Al laboratorio di gelateria, con un socio e dipendenti già al lavoro, l'imprenditore massese, che la parte offesa ha riferito al giudice essere stato in passato anche cuoco, avrebbe voluto aggiungere due punti vendita e per questo motivo era in cerca di soci.
“Ero convinto della serietà dell'affare, sapevo che era stata costituita una società, la Mare Nostrum, e anche se non avevo mai visto gli atti societari non avevo mai avuto motivo di dubitare e feci dei bonifici, per fermare l'affare”. Oltre ai bonifici la parte offesa ha anche riferito di aver pagato 14mila euro con un assegno, intestandolo alla madre dell'imputato, “che aveva anticipato dei soldi”.
Lasciato il lavoro, e pure la casa, e partito con compagna e prole per le Mauritius l'affare è però sfumato.
Dei due punti vendita da aprire neanche l'ombra, e il laboratorio per gelati, da quanto riferito al giudice, era “maleodorante, sporco e pieno di escrementi di uccello e bacherozzi”. “Volevo anche andare in banca perchè il socio mi facesse vedere il saldo, visto che avevo effettuato dei versamenti, ma per un motivo o per un altro, capodanno cinese e varie feste, non ho potuto verificare”.
Oltre la metà sarebbero stati comunque spesi, “per varie pratiche”.
“L'accordo, viste le sue conoscenze politiche sul posto, era che mi assumesse dipendente, per farmi avere il permesso di soggiorno per me e per tutta la mia famiglia, ma in realtà, avendo investito del denaro, avrei preso tra il 35 e il 40% degli utili”. Il “socio” però è dovuto tornare in Italia: “Torno entro 15 giorni, aspettami”, ma l'ex infermiere, che in Italia ormai non aveva più nulla, è rimasto nelle famose isole ad aspettarlo, per tre mesi.
Fino a quando, scaduto il permesso turistico, e non vedendolo tornare, si è deciso a presentare una denuncia per truffa . Alla prossima udienza, fissata per il 13 aprile, sarà sentito come teste della persona offesa un avvocato, che è stato presente alla trattativa italiana, poi sarà la volta della difesa.
Letizia Tassinari
2 commenti
Ciao Silvia.sei ancora li? io partirò il 7/8/13.vorrei venirti a trovare x un caffè e 2 chiacchiere ..cosa ne dici?
mi dispiace sai io invece ho impiegato un anno per avere i permessi alle mauritius aprire un ristorante pizzeria a grand baie con mia figlia e ora lei va a fare l'istruttruce di sub e io da sola non ce la faccio come chef e cerco di vendere ma quando sei onesta è difficile anche in questo ,tante persone sono state truffate qui dai stessi paesani e mi fa schifo questo comportamento quando uno sogna e investe tutto per cambiare vita ti mando un forte abbraccio per solidarietà a te e alla truffa che hai subito spero in un'onesta giustizia per te un abbraccio dal comunque sempre paradiso chiamato Mauritius.
Silvia