Ragazzo alla sbarra è accusato di diffamazione aggravata per alcune foto erotiche con la ex messe in rete. salta l'udienza per la mancanza di due testi della difesa

Cronaca 1

Erano stati regolarmente citati, ma i due testi della difesa non si sono presentati all'udienza di ieri davanti al giudice Nidia Genovese.

Cosi, la terza udienza che vede sul banco degli imputati R.M.,un trentenne lucchese difeso dall'avvocato Osvaldo Papa e accusato di diffamazione aggravata nei confronti della ex ragazza è saltata, e il processo è stato rinviato al 23 febbraio.

Alle precedenti udienze erano stati sentiti sia la parte offesa che i carabinieri del Nucleo Investigativo di Viareggio, dove la giovane si era rivolta per presentare una denuncia contro ignoti. I due avevano avuto una storia, a cavallo tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004, poi si erano lasciati. Durante la breve relazione, e mentre facevano sesso in macchina, erano stati scattati alcuni click, con una digitale, anche con l'autoscatto.

A distanza di mesi dalla fine della relazione, per la ragazza era poi cominciato l'incubo: prima una serie di telefonate anonime, poi anche e-mail con foto di particolari intimi, di decine e decine di uomini da tutto lo stivale, isole incluse, che le chiedevano di fare sesso. Poi la tragica scoperta, grazie ad alcuni amici: su internet, scaricate con Emule, giravano da tempo alcune sue foto in atteggiamenti inequivocabili, accompagnati da nome, cognome, indirizzo, telefono e e-mail.

Una foto, poi, era stata addirittura stampata e affissa ai cancelli dell'azienda dove lavorava il nuovo fidanzato. Foto “senza veli”, con immagini di sesso sfrenato, che sarebbero dovute rimanere un segreto, una cosa intima tra i due che se le erano scattate, erano invece finite in pasto al mondo e tra gli appassionati di internet in migliaia le hanno potuto vedere, digitando una parola chiave, che i militari dell'Arma dopo le indagini, avevano scoperto essere “porcelli gemelli”.

Come spesso accade la ragazza l'ha saputo per ultima – ci sono alcune tue foto osè on line - e sotto chok è andata dai Carabinieri. Alla prossima udienza, oltre ai testimoni della difesa sarà sentito anche l'imputato. Intanto la ragazza si è costituita parte civile con l'avvocato Massimo Domenici, per il risarcimento dei danni morali: le foto non sono state inserite in un sito, ma messe in rete con un programma di condivisione tra utenti, e possono essere sui pc di migliaia di persone in condivisione in tutto il globo.

Letizia Tassinari.

1 commento

  1. astor venerdì 20 novembre 2009 alle 10:41:53

    oltre alla condanna penale, ci vorrebe un bel risarcimento esemplare minimo da un 1 milione di euro...Da deterrente per gli altri...

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