Un piano per mettere in salvo 15mila persone

Alluvione 2

Poco tempo per riparare la falla nel Serchio e Massaciuccoli fa paura

QUINDICIMILA persone da mettere in salvo. Torre del Lago, Massarosa, Viareggio, Camaiore. Di fronte allo spaventoso livello del lago di Massaciuccoli non c’è più tempo da perdere. E mentre si tenta di riparare le voragine aperta sull’argine del Serchio a Nodica in provincia di Pisa, la protezione civile vara il piano di evacuazione per tutti i centri abitati intorno al lago. Senza contare che l’ultimo bollettino meteo diramato parla di piogge fino alla notte di San Silvestro.

Ieri mattina il responsabile nazionale Guido Bertolaso ha fatto un nuovo sopralluogo nelle zone più ferite. Ma si è concentrato soprattutto lì, su quello sbrano lungo quasi duecento metri e profono sette sulla riva del Serchio all’altezza di Nodica in provincia di Pisa. Una frana da richiudere con la massima urgenza — hanno detto gli esperti di rischi idraulici — , se non si vuole che le acque facciano innalzare ulteriormente il livello del lago di Massaciuccoli, provocando drammatiche esondazioni. «Entro mercoledì sera la falla sul Serchio va chiusa», ha ripetuto perentorio Bertolaso. Il problema è che in così poco tempo non è possibile sistemare lo squarcio.

A tamponare la ferita sul Serchio sono stati piazzati quasi centomila sacchi di sabbia. In più stanno arrivando altre idrovore dal delta del Po, da aggiungere a quelle che stanno già pompando 1.300 libri d’acqua al minuto. Ma ci vuole ben altro per fermare l’emorragia. Ci vogliono dieci giorni di lavori a ritmo serrato, giorno e notte. Almeno 1.500 camion di terra da far andare avanti e indietro sull’argine del fiume. E invece di giorni a disposizione ce ne sono molti meno, prima dell’arrivo della nuova ondata di piena. Tanto da temere che in nottata si debba cominciare a sfollare centinaia di famiglie.
La situazione resta pensate anche nel resto della Toscana. Le province con le situazioni più critiche sono ancora Lucca, Pisa, Pistoia e Prato.

Più di 130 le frane grandi e piccole che hanno stritolato la provincia lucchese, dove sono state evacuate cinquecento famiglie, che cercano ora di recuperare dal fango i resti della loro vita quotidiana. Solo nel piccolo paese di Santa Maria a Colle, il più devastato dalla furia del Serchio, gli abitanti hanno accatastato 400 tonnellate di mobili, suppellettili, vestiti ed elettrodomestici ormai irrecuperabili.
In Garfagnana ci sono ancora 13 paesi isolati. E si continua a lottare con frane, fango e fiumi esondati anche sulla Montagna pistoiese. Nel piccolo paese di Pracchia la situazione è sempre drammatica. Una frana da un milione di metri cubi di terra ha riempito il fiume Reno che rischiava di sommeggere l’intero abitato. L’unica soluzione è stata incanalare le acque del fiume in un’enorme tubatura da scaricare più a valle, per evitare quello che i tecnici hanno chiamato il rischio di un piccolo Vajont.
Ancora frane e smottamenti nella Val di Magra e in Lunigiana.

E mentre si spala tra fango e detriti, si comincia a contare i danni, che sono nell’ordine di centinaia di milioni di euro.

Così come centinaia sono le aziende allagate, specialmente nella zona industriale di Migliarino; e almeno tremila gli ettari di campi coltivati sommersi dall’acqua nelle province di Pisa e Lucca.



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2 commenti

  1. ivano martedì 29 dicembre 2009 alle 17:53:31

    alla faccia dell'informazione!! Siamo a Lido di Camaiore in via del Paduletto con due persone ultrasettantenni e problemi di deambulazione e stiamo cercando inutilmente una semplice piantina che identifichi le zone potenzialmente da evacuare. Il nulla più assoluto!! Solo una generica informativa della vicesindaco che dopo avere identificato bene tre vie parla di zona autostrada. Ma l'autostrada incombe a poche centinaia di metri, la zona era paludosa (da cui il nome zona del secco, via del paduletto ecc.). E' così difficile predisporre una piantina con evidenziate le zone a rischio?? se del caso dobbiamo fare un trasloco in poche ore, come facciamo??

  2. carlo martedì 29 dicembre 2009 alle 12:17:02

    che annata.
    speriamo bene.

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