Barca da diporto pesca di frodo con attrezzi illegali: la Capitaneria di porto sequestra 30 chili di arselle
Attualità martedì 15 novembre 2011 0Brillante operazione della Capitaneria di Porto Guardia Costiera di Viareggio per il contrasto alla pesca di frodo e all’uso di sistemi di pesca illeciti alternativi.
Alle ore 08.30 il Nucleo Operativo Difesa Mare (NODM) della Guardia Costiera di Viareggio, in attività di pattugliamento lungo il litorale, notava una piccola imbarcazione priva di sigle di individuazione, quindi un natante da diporto, in probabile attività di pesca, fra Viareggio e Lido di Camaiore, a circa 150 metri dalla costa, che effettuava “strane” manovre, con qualcosa a rimorchio.
Nel frattempo, mentre la squadra a terra continuava a monitorare otticamente l’unità, veniva immediatamente allertato il battello veloce “GCA 078” della Guardia Costiera, che mollava gli ormeggi e procedeva ad intercettare il natante per effettuare una verifica a bordo.
Ad esito della verifica si riscontrava che il natante era stato impiegato per svolgere attività di pesca illegale utilizzando un attrezzo non consentito per raccogliere le arselle. In particolare a bordo vi era un “rampone”, una sorta di rastrello, senza manico, trainato dalla barca, che struscia sul fondo, senza incagliarsi nella sabbia grazie alla presenza di due pattini.
Gli uomini della Guardia Costiera di Viareggio hanno così provveduto a sottoporre a sequestro sia l’attrezzatura illegale, sia 30 chili di arselle frutto della pesca di frodo.
Il pescato, fra l’altro, essendo ancora vivo, effettuati tutti i rilievi necessari ed acquisita la documentazione fotografica, successivamente, è stato rigettato in mare.
Al pescatore abusivo, una sessantaduenne residente a Camaiore, è stata contestata una multa amministrativa di 2000 euro.
Si tratta di un’ulteriore illecito riscontrato in questo ambito, una sorta di nuovo” filone di attività” sul quale si stanno concentrando gli accertamenti degli uomini della Guardia Costiera.
Nei prossimi giorni continuerà l’attività di verifica per prevenire l’ulteriore commissione di fenomeni similari, anche in considerazione del fatto che l’impiego di imbarcazioni da diporto per la pesca professionale crea un danno, oltre che all’ambiente marino, anche agli onesti pescatori viareggini che con sacrificio svolgono quotidianamente il loro lavoro.
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