"Una vita nello spirito della materia" la personale di Gigi Guadagnucci a Pietrasanta
Pietrasanta domenica 29 luglio 2012 0La personale di Gigi Guadagnucci, "Una vita nello spirito della materia", arricchita da un catalogo a tiratura limitata realizzato su Carta Magnani di Pescia e firmato da Lodovico Gierut e da Roberto Valcamonici, è organizzata di concerto tra la Galleria/Studio “La Meridiana” e il Comitato Archivio artistico-documentario Gierut.
Parte delle opere sono state donate dal Maestro Gigi Guadagnucci per contribuire alle finalità socio-umanitarie e culturali del Comitato che ricorda l’artista e poetessa Marta Gierut.
Gigi Guadagnucci
Una vita nello spirito della materia
Bronzi gessi marmi disegni
A cura di Lodovico Gierut e Roberto Valcamonici
Autore: Gigi Guadagnucci.
Titolo: Una vita nello spirito della materia.
Bronzi, gessi, marmi e disegni
Curatori: Lodovico Gierut e Roberto Valcamonici.
Luogo: Pietrasanta (Lucca) - Galleria “La Meridiana”.
Via P. E. Barsanti n°29.
Inaugurazione: Sabato 4 agosto 2012, ore 18,45. Ingresso libero.
Periodo espositivo: 4-31 agosto 2012.
Orario: 18-24. Lunedì chiuso.
Info: roberto.valcamonici@gmail.com lodovico@gierut.it www.gierut.it
Cell. L. G. 3343174658. Cell. R.V. 3357460338.
Catalogo.
"Non mancano due bronzi fatti agli inizi della primavera 2012, uno dei quali con dedica a Marta Gierut e fusi a Pietrasanta, disegni a china e a matita di vari periodi parte dei quali già pubblicati con rose, melagrane, limoni
... per ma che vengono presentati ufficialmente in mostra, e persino un piccolo magnifico recente inchiostro sulla carta pesciatina in ricordo dello scrittore versiliese Sirio Giannini, suo amico, cui ne dedicò un altro nel
1952.
Pure questi meravigliosi lavori li ha fatti in quel di Brugiana, sopra Massa, dove vive attorniato dalle sue creature ebbre del bello e da cui gli è caro guardare quel “suo” paesaggio dove il verde si sposa all’argento e ad altre cromie per unirsi alla distesa acquea marina, in lontananza. Tralasciando volutamente di accompagnare il tutto con altre parole, dico soltanto che il suo “segno”, che poi è racconto e poesia, amicizia, effluvio d’amore e sentimento del tempo, è irripetibile.
Scriverne forse non basta, non è sufficiente almeno per me che ho avuto la fortuna e l’onore di poter fruire della sua generosità. Per questo è stato messo in essere questo documento d’arte che vuole rendergli omaggio titolandolo con estrema semplicità “Una vita nello spirito della materia”.
Più volte ho sfiorato e accarezzato ogni suo lavoro ricavandone un qualcosa che non si può descrivere, una “sensazione unica”, pur se sono abitudinario delle mostre e degli Studi di artisti d’ogni tipo, viventi o scomparsi da tempo, famosi o sconosciuti. Confesso che recentemente m’è capitato solo con una terracotta di Arturo
Martini, con alcuni acquerelli di Vincent Van Gogh e con un olio di Amedeo Modigliani...".
(Lodovico Gierut)
*
"Come magistralmente ha lasciato scritto Pier Carlo Santini, nelle sculture del nostro artista c’è “… una visione contemplante che si risolve in una sorta d’arcana magia, c’è una elevatissima sensibilità… [fondata sul] suo
continuo e incessante guardare le cose create, e non solo quelle proprie della quotidianità, come fonti inesauribili, perenni, d’ispirazione e d’incantamento: una foglia, un petalo, un’infiorescenza, un insetto, una
ragnatela. In queste e infinite altre parvenze naturali… Guadagnucci scopre il pulsare della vita, il rinnovarsi delle forme che sempre risorgono sulle ceneri delle cose morte, l’energia e il moto che la terra genera e dispensa, feconda e animatrice” (Marmo e magia, Presentazione del catalogo della
mostra, Horti Leonini, S. Quirico d’Orcia, 1992).
La metafisica delle forme delle sculture del Nostro ci fa penetrare, dunque, nelle energie della natura, nello spirito della materia, che viene resa leggera e diafana dalla luce che l’attraversa, liberando finalmente
l’energia che viene dal dentro del candido blocco di marmo, come se quella forza provenisse dall’interno di un corpo umano, vivo e forte.
La luce è parte essenziale della scultura dell’artista toscano. Essa ne ha assoluto bisogno affinché le superfici e gli anfratti predisposti apposta dall’artista venissero rivelati e si animassero, con infinite sfumature, di
tutta la loro forza-bellezza. Sculture astratte, misteriose, nelle parvenze di fiori, meteore, e incisioni – frammenti di corpi abbracciati in una gioiosa e sacrale intimità, fanno di lui lo scultore della trasparenza. Le
superfici del marmo assorbono la luce e sono esse stesse trasformate come se, all’origine, scolpendo il marmo, avesse voluto scolpire la luce".
(Roberto Valcamonici)
Note biografiche
Gigi Guadagnucci è nato a Castagnetola di Massa nel 1915. Inizia giovanissimo a lavorare il marmo; terminati i primi studi lavora per Ciberti, scultore proveniente da Brera, e quindi presso il laboratorio
Soldani, dove si differenzia da subito per capacità e conoscenza della materia che lo porta a dimenticare l’utilizzo del modello per eseguire le commissioni in diretta. Lascia l’Italia nel 1936 per motivi politici, è a
Ginevra e quindi in Francia, ad Annemasse, dove vivevano due suoi fratelli. Opera in alcuni laboratori a Grenoble continuando tuttavia la propria ricerca; scopre il disegno per non lasciarlo più, quindi si arruola nella
Legione Straniera e alla disfatta della Francia entra nella Resistenza.
Rientra in Italia nel 1950, quindi torna in Francia dove si stabilisce – a Montparnasse – allacciando ulteriori contatti artistici, dove vivrà per oltre due decenni partecipando al panorama artistico internazionale e
realizzando opere pubbliche per Francia, Italia, Giappone, Brunei. Nel ’67 si ripresenta sulla scena italiana, continuando tuttavia a vivere in entrambi i Paesi: gli anni Ottanta segnano un quasi definitivo distacco
dalla Francia per tornare a vivere e lavorare a Bergiola di Massa. Pressoché impossibile elencare sia le personali (a Firenze, Massa, Roma, Parigi, Milano, Pietrasanta, Siena, Forte dei Marmi, Washington, Losanna, Ferrara, Bologna...), sia le mostre di gruppo che l’hanno visto protagonista in vari continenti, nonché le grandi collezioni pubbliche e private che posseggono sue opere. Per la bibliografia, per cui si rimanda alle maggiori Biblioteche che ne conservano le documentazioni. Hanno scritto di Gigi Guadagnucci: R. Bavastro, U. Baldini, R. Bellini, M. Bertozzi, R. Bossaglia, L. Carluccio, C. Castellaneta, M. Cavazzuti, D. Chevalier, J. Clair, M. Conil-Lacoste, T. Corsaro, R. De Cnodder, P. Courthion, F. De Santi, G. di San Lazzaro, M. Dufet, S. Frigerio, M. Gaillard, L. Gierut, C. Giumelli, G. Guégan, S. Hagen, L. Hoctin, G. Joppolo, A. Jouffroy, A. V. Laghi, G. Lassaigne, J.J. Levéque, G. Macé, S. Marchand, G. Marchiori, F. Mazzocca, D. Micacchi, T.
Paloscia, M. H. Parinaud, S. Ragghianti, M. Ragon, C. Rivière, P. C. Santini, T. Trini, R. Valcamonici e molti altri.
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