Consiglio di stato, Del Ghingaro: le parti hanno scelto il merito a breve per ucire prima possibile da una situazione di stallo

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«Dopo aver letto in giro le congetture più svariate, alcune davvero fantasiose, forse è bene mettere un punto fermo su quanto accaduto ieri al Consiglio di Stato», così Giorgio Del Ghingaro, presidente dell’associazione politico culturale Buonvento riguardo l’esito dell’udienza che si è tenuta ieri a Roma in merito al ricorso avverso la decisione del Tar proposto da alcuni ex consiglieri della maggioranza.

«Ieri non è stata negata alcuna sospensiva per un semplice fatto: non c’è stata alcuna discussione a riguardo – continua l’ex primo cittadino -. Il presidente, all’inizio dell’udienza, ha proposto alle parti di rinunciare alla discussione della sospensiva per andare direttamente al merito».

«Non solo, tenuto conto che il codice prevede termini precisi per il deposito di scritti e memorie difensive che avrebbero spostato molto avanti la data dell’udienza nel merito (probabilmente oltre il 15 novembre), lo stesso presidente ha proposto alle parti di rinunciare anche alla presentazione di nuove memorie ottenendo in cambio la fissazione di un’udienza molto ravvicinata: il 20 ottobre».

«Nessun diritto negato quindi, nessun pronunciamento sul così detto ‘fumus’. Sono state le parti a scegliere di non discutere la sospensiva e non presentare memorie».

«Non capisco perché – aggiunge Del Ghingaro -, anche su cose obiettive che fra l’altro possono essere verificate con due telefonate, si debbano fare congetture, costruire castelli in aria, dire mezze verità».

«Ancora, dopo tutto quello che Viareggio ha passato in questi anni, la necessità di piegare fatti e avvenimenti a fini politici prevale sulla semplicità di quanto accaduto. Si fa ricorso a codici, si citano vecchie udienze, si prospettano scenari più o meno clamorosi, il tutto condito da paroloni in avvocatese per far vedere abbiamo studiato».

«Di tutto questo non c’è bisogno. Quanto accaduto ieri si riassume brevemente in poche parole: nessun divieto ma libera scelta per avere la possibilità di chiudere la vicenda nel merito il prima possibile. I fatti sono molto semplici e il giudice ieri lo è stato altrettanto: andiamo subito al merito, qualunque esso sia, perché di mezzo c’è la giustizia e una città in crisi che attende. L’attuale situazione di stallo può forse far comodo a qualcuno: per prendere tempo, per tessere alleanze, per prolungare ad oltranza una campagna elettorale che ormai è quasi accanimento terapeutico. Ma danneggia la città».

«Viareggio ha bisogno di un sindaco – conclude Del Ghingaro -: piaccia o meno la proposta del Consiglio e la scelta delle parti, vanno entrambe in questa direzione».


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