Tutti i carri di prima categoria:

Carnevale 0

la relazione

Titolo: Avanti miei prodi
di Alessandro Avanzini

L’ispirazione generale trae origine dalla memoria del film l’Armata Brancaleone di Mario Monicelli.
Romano Prodi, nelle fattezze di un improbabile cavaliere, si trova a dover fronteggiare i destini di un paese malandato: una spada di legno è il suo strumento di offesa; un’armatura di carta la sua debole difesa; un cavallo di legno il suo destriero. Completano il quadro un paio di forbici ed un cuneo (ricevuto in testa), simboli di manovre economiche a noi tutti tristemente note.
Due grotteschi paladini si aggiungono all’armata, mentre sullo sfondo del carro, tra macerie fumanti, due spettri senza volto…Agli spettatori il compito di attribuire loro il significato che più li aggrada.



Titolo: Nel paese delle pisalanche…tante risate e poche palanche!
di Massimo Breschi. Bozzetto di Luca Della Santa.

Nel nostro paese i problemi non li risolve mai nessuno, siamo tutti più poveri e lo Stato è sempre senza palanche; in Italia c’è poco da ridere, ma nel volto sorridente di un clown, che dondola su un’enorme altalena si esprime l’ironia del popolo italiano che, nonostante sia sballottato un po’ a destra e un po’ a sinistra dagli altalenanti governi e circondato dalle mostruose difficoltà di tutti i giorni (inflazione, pressione fiscale, crisi economica…) riesce comunque a trovare la forza per tirare avanti con allegria, manifestando in ogni occasione il suo tradizionale spirito burlone e ridanciano.
In futuro qualcosa dovrà pur cambiare
perché in mutande non ci vogliamo restare
nel frattempo dimenticatevi che l’Italia è in piena crisi
spegnete per un mese la tristezza
ed illuminate la sfilata con i vostri sorrisi.


Titolo: Vivere
di Gionata Francesconi

Vivere è abbandonarsi in un sogno,
Sognare per vivere,
Vivere per non morire,
Amare per vivere,
Danzare per vivere,
Sorridere e piangere per vivere,
Emozionarsi per vivere,
Rinascere dentro per vivere,
E perché no, incazzarsi, per vivere
Per poi sorridere di nuovo.
Vivere è una parola che nel pensarla
Si illuminano e si bagnano gli occhi
e l’amore dentro il cuore
Si eleva in alto.



Titolo: Il vaso di Pandora
di Fabrizio Galli

La vittoria della nazionale italiana ai mondiali di calcio è riuscita a farci dimenticare solo per un momento i misfatti del nostro calcio. Infatti osservando la Coppa del Mondo, una volta arrivata in Italia, il pensiero è andato subito al “Vaso di Pandora” dal quale si sarebbero liberati tutti i mali del mondo. A questo punto cosa fare uscire dalla coppa?
Un nuovo animale mitologico italico: “Il Centauro di Calciopoli”.
Le sue sembianze rivelano una fusione tra la zebra juventina, le ali dell’ aquila laziale e il diavolo milanista che da un lato brandisce la classica forca e dall’altro si protegge con uno scudo sul quale troviamo il giglio della Fiorentina. Ovvero le squadre più coinvolte nello scandalo calcistico.
In basso troviamo dei fantasmi che rappresentano i calciatori che fuggono rapidamente in cerca di più lauti compensi tradendo così, nella maggioranza dei casi, l’attaccamento alla maglia della squadra in cui militavano.
In alto, sulla coppa del mondo, vediamo un signore che fuma il sigaro toscano e che a tracolla porta un galletto francese. Delafia! E’ il nostro Marcello! Marcello Lippi! Grande Marcello!



Titolo: Si va a mori’ e po’ si torna
de La Compagnia del Carnevale s.n.c. di Arnaldo Galli, Gilbert Lebigre e Corinne Roger.

“Finché c’è VITA c’è SPERANZA, finché c’è speranza c’è paura, finché c’è paura c’è potere, MA IL POTERE NON E’ TUTTO NELLA VITA.”
John Gay Beggar’s Opera

La guerra, l’odio, il terrore incombono ovunque, idioti strateghi affrettano il tempo del fatidico incontro, ma quest’incontro avverrà per tutti prima o poi.
“Morire per delle idee siamo d’accordo, ma di morte molto lenta” diceva George Brassens.
Per scongiurare la morte, dato che quando ci sarà lei non ci saremo noi, abbiamo deciso che è bene farsi il funerale da vivi, anzi fare il funerale della morte stessa, quello della guerra, della miseria, delle paure e delle illusioni che ci affliggono.
Il popolo del Carnevale danzerà sull’incoscienza assassina e riderà della tragicomica puerilità della guerra; danzerà perché è vivo, danzerà e riderà delle esaltate esistenze dedicate la potere, alla fama, al denaro. E l’angelo della morte danzerà anche lui con noi: danzerà fino a dimenticarsi dei suoi appuntamenti.



Titolo: Missione Impossibile
di Franco Malfatti

Missione impossibile è quella in cui si è imbarcato il governo vincitore delle ultime elezioni: risanare il debito pubblico, far ripartire l’economia italiana combattendo l’evasione fiscale… Sembra facile a dirsi, ma alquanto difficile a farsi.
Ecco che dal porto Italia parte Colino I° , un’imbarcazione improvvisata che fa acqua da tutte le parti; la conduce il capitano di lungo corso Romano Prodi accompagnato da una ciurma di marinai navigati nel mare della politica, che consapevoli delle avversità a cui andranno incontro in queste acque minacciate dagli squali rappresentanti il centro destra, fanno rotta verso la meta del risanamento economico. Meta verso la quale intanto si sono già diretti a vele spiegate gli altri paesi europei.



Titolo: Lo stato di salute del dissenso
di Simone Politi e Priscilla Borri. Idea, bozzetto e progetto di FantasticArte s.n.c.

Metafora della vita attraverso il linguaggio metafisico.
Carro come nave di folli che anelano a raggiungere la vetta, si calpestano, si sormontano, spinti dal moto perpetuo, ciclico del ripetersi senza tempo…senza senso.
Il potere ai vertici della torre lucente è simboleggiato da grosse mani. Queste manipolano a propria discrezione tutto: la fortuna, gli uomini riducendoli a schiavi. Il gigantesco tritacarne tutto fagocita e trasforma.
La Fortuna non più dea bendata che dispensa favori senza pregiudizi, ma ruota nelle mani del potere costituito per rabbonire e far sperare; essa ci vede benissimo, ci spia e se la ride della nostra misera umanità, illusione e vanità.
L’uomo per vanità diventa carnefice di se stesso e allo stesso tempo vittima del potere che lo sfrutta e che lo inghiotte.
Macinando coloro che audaci raggiungono la vetta, l’ingranaggio alimenta se stesso.
Emerge la realtà. siamo solo produttori e consumatori di illusioni e di rifiuti. Davanti al carro un pianeta-rifiuto conteso tra due imponenti scarabei. Ai lati cyborg lontani da ogni debolezza umana ci osservano immortali.




Titolo: Mamma mia che roba brutta…oramai siamo alla frutta!!!
di Alfredo Ricci

Dalla mucca pazza che ci ha costretto a mangiare la bistecca senz’osso per molto tempo, siamo passati ai concentrati di pomodoro dentro cui sono state trovate larve di mosca e alle buste di latte che hanno lasciato trasudare all’interno l’inchiostro usato per la stampa. Siamo arrivati infine, alla più recente e gravissima influenza aviaria che ha colpito i volatili, in particolare i polli e che ci ha costretto a bandirli dalle nostre tavole.
Tutte queste notizie e molte altre ancora, che stampa e televisione ci danno, creano allarmi più o meno fondati che contribuiscono a far nascere in noi il dubbio che, tra breve, di questo passo, non troveremo più niente di buono da mangiare.
Oramai siamo alla frutta!: siamo proprio arrivati alla fine e abbiamo toccato il fondo. Ma purtroppo, ormai anche la frutta non è più quella di una volta: disinfestanti e trattamenti con O.G.M. la fanno crescere grande e bella, ma quanto affidabile dal punto di vista della nostra salute?
Ecco quindi realizzarsi un incubo: un incubo vissuto da un grasso signore, dal corpo a mappamondo, che si agita spaventato in un vassoio, circondato a sua volta da enormi vassoi svolazzanti e minacciosi.
E neanche la frutta, a cui pare rivolgersi con speranza gli darà pace…il pericolo viene anche da qui.



Titolo: Dolce Sinfonia
di Luigi Verlanti. Bozzetto di Luigi Bonetti. Realizzazione di Luigi Verlanti e Luigi Bonetti.

Che cosa sarebbe la vita senza musica? Come sarebbe il Carnevale senza musica?
E’ come un corpo senza anima: vuoto.
Finché c’è musica c’è speranza.. di sentire una dolce sinfonia di Carnevale!
Se è bella fa venire la pelle d’oca, se è brutta ti lascia solo un mal di testa. Comunque sia, la musica è vita, è festa, colore, gioia, spensieratezza: è il ritmo naturale dell’esistenza.
Due personaggi al centro di tutto: lo spartito e la musica. La sinfonia, l’insieme armonico di cose, luci, colori, sapori.
Un pentagramma avvolto a spirale costituisce il corpo dello spartito la cui testa è formata da un insieme di strumenti: l’arpa sostituisce i denti, due note gli occhi, le trombe gli orecchi, i pentagrammi i capelli. La musica viene rappresentata come una bella donna, avvolta solo dal pentagramma, che fa uscire dalla bocca le note; come la musica, lei può essere sensuale, dolce, oppure dura, travolgente.
Intorno ballano e suonano figure femminili e vari strumenti con tanto di bocca e mani che suonano se stessi. Dietro trionfa una grande tastiera di pianoforte i cui tasti si muovono come un’onda.







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Costruzioni di II° categoria



Carri

Titolo: Marcello I°
di Emilio Cinquini. Realizzazione della soc. Emilio Cinquini s.a.s

CAMPIONI DEL MONDO!!!
IL CIELO SOPRA BERLINO E’AZZURRO!!!
Estate 2006: dopo ventiquattro anni l’Italia è campione del mondo di calcio.
L’allenatore della Nazionale è il signor Marcello Lippi di Viareggio, che in due anni è riuscito a portare l’Italia a vincere i Mondiali.
Un nostro concittadino sul gradino più alto dello sport più seguito e amato al mondo.
Una frase sentita per strada: “Delafia! Marcello campione del mondo, ci sarebbe da fargli un monumento!!”. Un monumento chissà…forse.., ma intanto una carro del Carnevale sì!
Ed ecco l’idea: Marcello Primo Imperatore, “Veni Vidi Vici” come citava il motto latino.
Lippi come un imperatore romano con in mano la Coppa del Mondo e l’altra che fa il segno della vittoria, adornato di corona d’alloro e vessillo tricolore con le quattro stelle mondiali.
Al suo fianco, a rappresentare i giocatori tutti, quattro gladiatori sui campi germanici: Buffon, Cannavaro, Materazzi, Gattuso.
Omaggio ad un viareggino, o meglio…al viareggino inequivocabilmente più famoso del mondo.



Titolo: American Graffiti
di Giovanni Maggini. Bozzetto di Libero Maggini.
Realizzazione della soc. Maggini & C. s.a.s.

“Solo due persone vengono chiamate per nome e uno di questi è Elvis…”
American Graffiti che potrebbe essere tradotto come amarcord è un tributo a tutte le icone che a torto o ragione sono entrate nell’immaginario collettivo: e chi se non Elvis Aaron Presley in arte the King può rappresentare il mito?
Sembra quasi di vederlo con il suo look ultra kitsch, suonare e confondersi tra le maschere del corso.

Complesso

Titolo: Arlecchin burlando dicea la verità
di Iacopo Allegrucci

“ La verità mi fa male lo so…”, non è solo il ritornello di una famosa canzone ma un’affermazione che ben rispecchia l’attuale realtà italiana sia politica, sia culturale, sportiva, imprenditoriale e giornalistica.
E chi meglio di un Arlecchino, maschera italiana per antonomasia, in veste del popolo italiano può burlarsi durante il Carnevale di questi personaggi mettendoli a nudo e dicendo la verità?



Complesso sperimentale fuori concorso

Titolo: Rendez-vous a Viareggio
di Enrico Vannucci

Il progetto indica Viareggio come un luogo di ritrovo per un periodo speciale come quello del Carnevale.
A questo appuntamento arrivano maschere da tutto il mondo su mezzi un po’ particolari con sembianze umane e animati. Un pullman che ha un andamento barcollante, che si muove rollando e beccheggiando con cofani, sportelli e fari che si muovono in modo simultaneo.
Un auto speciale che si apre, si allunga, scoppietta. Uno schiacciasassi anch’esso dai movimenti ben strani, una motocaravan e infine un mezzo che si trasformerà in una consolle per dj con casse e piastre per alimentare la festa.


Mascherate in gruppo



Titolo: Al lupo, al lupo!
di Giorgio Bomberini

Come nelle favole si grida “al lupo, al lupo!”, così un estemporaneo Cappuccetto Rosso si è trovato nel bosco della politica circondato da comunisti sotto forma di lupi. Infatti il Cavaliere dà del comunista a tutti coloro che osano ostacolarlo.
Così i magistrati, come i cinesi, gli industriali, i mass media, la stampa, i paesi dell’est, il prode Bertinotti eletto Presidente della Camera, vengono visti sotto forma di ferocissimi lupi che dopo le elezioni tentano di mangiarselo.



Titolo: Zapping: cervelli alla deriva
di Michele Canova

Un telecomando che, assumendo quasi le sembianze di un alieno, diventa insieme ad un televisore (con tanto di occhio centrale di controllo) padrone assoluto delle menti ormai plagiate di ogni telespettatore, il quale porta la sua testa sotto il braccio e si abbandona alla “deriva” di una mente inscatolata da un televisore.
Forse quando i canali televisivi erano soltanto due e il telecomando era solo uno strumento da film di fantascienza anche la televisione era a dimensione umana; ma ora tra parabole, satelliti, cavi, cavetti, controcavetti e telecomandi…guardiamo un po’ di tutto saltando da un canale all’altro. E alla fine, quando ci rendiamo conto che non stiamo più guardando nulla, possiamo veramente dire che…i nostri cervelli sono alla deriva.



Titolo: ...Quando la banda passò…
di Edoardo Ceragioli

“..In ogni cuore la speranza spuntò..
quando la banda passò..”

Così recitava il verso di una canzone di successo di tanti anni fa…
così recita, oggi, il motto di questa mascherata.
Otto improbabili musicanti percorrono i viali a mare di Viareggio nell’intento di portare gioia e speranza alla folla che impazza al Carnevale. Al loro passaggio le tristezze e le preoccupazioni cedono il posto all’allegria e alla spensieratezza, canti e danze diventano protagoniste mentre musica e colore acquistano il loro vero valore al cospetto della folla.
Prende forma, così, un’atipica banda che con ottoni luccicanti, fiati solfeggianti e ritmiche percussioni, trasforma in sorriso tutto ciò che incontra nel suo percorso.
Le persone, a suon di coloratissime note, vengono travolte dall’euforia dei musicanti, che con la loro forma surreale trasportano lo spettatore in una surreale realtà, una realtà effimera e fugace che svanisce nel momento in cui le esuberanti note si allontanano all’orizzonte, lasciando così un senso di nostalgica attesa nei cuori della gente che aspetta fremente il ritorno della Banda…

“…un uomo serio il suo cappello per aria lanciò…
…una ragazza che era triste sorrise all’amor…
…ed una rosa che era chiusa di colpo sbocciò…
…quando la banda passò…”



Titolo: Immersi nella lettura in un mare di cultura
di Roberto De Leo

Il Carnevale, il mare e la cultura sono alcuni degli elementi che maggiormente contribuiscono a caratterizzare e a rendere famosi l’immagine e il nome di Viareggio in Italia e nel mondo.
Questa mascherata presenta elementi della fauna marina immersi nell’insolita veste di attenti lettori e quello che leggono fa riferimento diretto alla specie del pesce-lettore. Ecco allora che un Pescecane legge La carica dei 101, la Balena si cimenta con Pinocchio, lo Scorfano si tuffa nella lettura de Il brutto anatroccolo, il Pesce Pagliaccio alterna la lettura di un libro sulla storia del Carnevale alle pagine colorate della rivista Viareggio in maschera, il Pesce Spada legge Le avventure di Zorro, il Pesce Trombetta s’immedesima nei panni del Pifferaio magico, il Pesce Martello è immerso nella lettura di un manuale di bricolage e sogna di partecipare alle realizzazione di un carro carnevalesco, e infine il Pesce Palla sogna campi di calcio, tiri in porta e goal mentre legge notizie di scandali del pallone ed intercettazioni telefoniche sulle pagine dei quotidiani sportivi.
Otto pesci concentrati nella lettura e che nell’atto di sfogliare le pagine creano un’ onda lieve che increspa il mare della cultura nel quale sono magicamente immersi: una mascherata che con umorismo e ironia invita a considerare il mare e la cultura due patrimoni da salvare e valorizzare.



Titolo: Vissi d’arte vissi d’amore: le donne di Puccini
di Marzia Etna

Questa mascherata vuol essere un omaggio a Giacomo Puccini: non vuole essere una presa in giro del nostro grande maestro che ha portato la poesia delle sue opere in tutto il mondo, ma si propone di guardare le sue opere sotto una luce ironica che è propria dello spirito del Carnevale e dei viareggini.
Quindi, perché no, una Tosca con tanto di occhio nero oppure la gelida manina di Mimì ghiacciata e infreddolita o anche “Nessun dorma” con una principessa Turandot assonnata con tanto di cuscino. E che dire de La fanciulla del west con pistoloni e carte da gioco che più che fanciulla è un’arzilla vecchietta, o di Manon Lescaut con mani da capogiro. La Butterfly si fuma una bella pipa attendendo di vedere all’orizzonte un fil di fumo, il tutto bagnato dalle lacrime di Liù per l’amore non corrisposto dal principe Calaf. E il Gran Maestro Puccini in poltrona con tanto di sigaro dirige le sue donne nella sfilata carnevalesca.





Titolo: Santo subito!
di Giampiero Ghiselli

Marcello Lippi ha fatto il miracolo, l’Italia è campione del mondo.
Da tutta l’Italia e in particolare da Viareggio si leva un grido: “Santo subito!”

Dopo la meravigliosa avventura dei mondiali di calcio, in città si è parlato di Lippi ovunque; chi lo voleva sindaco, chi presidente del Carnevale, chi patrono. Noi abbiamo pensato di proporlo ironicamente su una portantina papale, acclamato come Santo. Apre la mascherata l’amico fraterno del mister, il dottor Enrico Petri, altro simbolo della viaregginità verace e operosa.



Titolo: Italian circus
di Paolo Lazzari. Bozzetto di Alessandro Servetto

Una parodia del nuovo governo italiano paragonato ad uno spettacolo circense. I politici del nuovo governo sono stati catapultati in un’arena gitana con tanto di telecamere e proiettori puntati su di loro. Ognuno dovrà cimentarsi in ciò che meglio gli riesce: ovviamente Prodi non poteva che vestire i panni del nuovo direttore del Italian Circus, spalleggiato dalle sue inseparabili vallette gitane Fassino e Rutelli. Mentre in disparte Bertinotti sta per sparare in aria l’uomo cannone Casini, il Presidente della Repubblica si è messo nei panni di un giocoliere che al posto delle sfere gioca con le teste di alcuni suoi avversari nella corsa al Quirinale (Ciampi, Amato, Ferrara e D’Alema). Segue poi il Presidente del senato Marini che si diletta con una verticale e che, per rendere il numero ancora più difficile, fa girare con in piedi delle sfere raffiguranti il volto dell’ex presidente Marcello Pera. Riscuote un po’ meno successo il fachiro Pannella che ripropone uno sciopero della fame. Chi invece riscuote più successo di tutti, dopo aver incantato giornalisti, politici e italiani, è sempre Mr Silvio che si mette alle prova con un numero straordinario da incantatore di serpenti: se riesce anche con loro può ben dire di aver incantato tutta l’Italia!



Titolo: Non perdiamo la rotta
di Adolfo Milazzo

Ci sono drammi reali, guerre da una parte, inquinamento e catastrofi dall’altra, che producono in tutti noi un forte disorientamento, smarrimento, se non addirittura sgomento. Dove andiamo? Qual è la rotta da seguire?
Tra un piccolo vascello e un gozzetto troviamo un Capitano, un Pirata, un Mozzo, un Pescatore, una Vedetta, un Cambusiere, un Marinaio, che seguono la Rotta, figura appunto “mal-ri-dotta” con tanto di ingessatura alle braccia, cerotti sul viso ma che ancora sfoggia il faro acceso sulla testa a farle da guida.
L’uomo, come Ulisse, è sempre alla ricerca di qualcosa che lo meravigli, lo stupisca, lo esalti, lo appaghi, lo renda sostanzialmente felice. Purtroppo spesso si confondono le cose buone con quelle cattive ed allora è facile perdersi, il mare è grande…
Dalla marineria è nato anche il nostro Carnevale, manifestazione unica al mondo nel suo genere. Il mare è vita, è culla dell’umanità; ogni tanto ci scuote col suo rumore, ci spaventa con la sua forza, ci fa paura: proprio come la vita. A volte la rotta da seguire non è certo facile, è un po’ malandata, un po’ “rotta”, per così dire. Non bisogna disperare. L’esistenza è dura per tutti, proprio per questo bisogna cercare di non perderla… la Rotta, s’intende.



Titolo: Arti in maschera
di Mario Neri

“Impara l’arte e mettila da parte” così cita un vecchio proverbio. Vuol significare che tutto quello che si impara, prima o poi, può tornare utile.
Qui si parla invece di arti vere e proprie, come la pittura, la scultura, l’architettura, la musica, la fotografia. Queste sono arti molto difficili da imparare. Con certe qualità ci si nasce e basta, quindi, come cita un altro proverbio “è inutile cavare sangue da una rapa”.



Titolo: Paurosamente divertenti
di Luciano Tomei

Chi di noi non ha trascorso qualche minuto spensierato in compagnia degli Addams?
Vorrei far rivivere nel clima grottesco e buffo del Carnevale questi personaggi paurosamente divertenti e adatti a tutte le età. Questa mascherata è quindi un omaggio a quella celebre famiglia costituita da personaggi ben strani. L’idea di farli passeggiare sui nostri viali a mare mi ha spesso solleticato la fantasia; quest’anno ho deciso di invitarli come ospiti particolari…: tranquilli, dormono da me, alla Cittadella.

Carro fuori concorso


Titolo: La macchina del tempo. Viaggio attraverso la storia del Carnevale
di Roberto Vannucci e Carlo Lombardi


Il nostro amato Burlamacco quest’anno ci propone un viaggio nel passato accompagnandoci indietro nel tempo. Ci fa rivivere sensazioni e ricordi che molti viareggini avevano chiuso nel cassetto e che i più giovani non hanno mai avuto. Ripercorrendo i decenni che hanno segnato la storia del carnevale viareggino, grazie all’ausilio e alla collaborazione della cittadinanza e attraverso un’accurata selezione fotografica, si vuol presentare un’esposizione di momenti esclusivi della vita del carnevale. Queste immagini sono il cuore e l’anima del carro in cui un insolito Burlamacco manovra il marchingegno extratemporale creando un’atmosfera e riproducendo la classicità del movimento dei carri che hanno reso il carnevale di Viareggio famoso in tutto il mondo.










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