Carnevale di Viareggio, no al manifesto firmato da Dario Fo

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Fonte: Il Tirreno

Questo manifesto non s'ha da stampare. La frase - nei corridoi di Palazzo delle Muse - circola ormai insistente da giorni: ovvero da quando si è insediato in nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione Carnevale. Solo che il manifesto «sotto tiro» non è uno qualsiasi. È quello che - disegnato dalla prestigiosa matita del premio Nobel, Dario Fo - doveva essere il manifesto ufficiale del Carnevale 2009. «Con quello sfondo scuro, è troppo poco adatto per promuovere la nostra festa», hanno sussurrato i critici subito dopo averlo visto. Critici che ora stanno preparando una sorta di mozione per rivedere la scelta fatta dall'allora presidente Tofanelli, quando all'inizio dello scorso Carnevale strappò a Dario Fo la promessa (poi mantenuta) di preparare il manifesto dell'anno successivo.
Chi vorrebbe bocciare il manifesto di Dario Fo dice di non volerne farne una questione «politica». Fino a quando Tofanelli ha tenuto chiuso nel proprio cassetto il disegno, infatti, nessuno si era opposto al fatto che l'autore scelto per il 2009 fosse il premio Nobel per la letteratura. Quando invece la bozza è stata fatta circolare informalmente fra i consiglieri, allora sono spuntate le prime critiche. Appellandosi appunto al colore dello sfondo. Ma anche ad una scelta del soggetto e dei colori poco appropriata al Carnevale di Viareggio. «L'unico richiamo a qualcosa di festoso è il palloncino che va poi a comporre la «O» di Viareggio: troppo poco», è stato detto da più voci.
Non occorre essere troppo maliziosi, però, per intravedere un retrogusto politico dietro l'(eventuale) no al manifesto di Dario Fo. L'attore e commediografo è infatti schieratamente uomo di sinistra. E, a differenza dei precedenti vertici della Fondazione, certo non è visto di buon occhio dall'attuale consiglio di amministrazione che è invece espressione di una amministrazione di centrodestra.


Forse si è più maliziosi (ma non è detto che si commetta errore...) a pensare che l'ostracismo nei confronti di Dario Fo sia anche una sorta di ripicca «postuma» nei confronti dell'ex presidente Elio Tofanelli. Fra le tante condizioni dettate per dimettersi, infatti, c'era proprio la richiesta esplicita di accettare il manifesto di Dario Fo per l'edizione 2009 del Carnevale. E di avere un posto in tribuna d'onore a fianco del premio Nobel il giorno della sua presenza ai corsi mascherati. Ebbene, di fronte alle mancate dimissioni spontanee di Elio Tofanelli e al suo minacciare una guerra legale contro il neopresidente Nanni Maglione, il fare dietrofront su una sua scelta può essere letto appunto come una specie di rappresaglia.
C'è poi un ultimo elemento portato avanti da chi vorrebbe dire no a Dario Fo. Nel gennaio 2009 - pochi giorni prima dell'inizio del Carnevale - ricorre il centenario della nascita di Uberto Bonetti, storico «papà» di Burlamacco nonché autore della gran parte dei manifesti ufficiali del Carnevale di Viareggio. Ebbene, in una circostanza del genere, c'è chi ritiene che non utilizzare un manifesto dell'artista viareggino (e utilizzarne viceversa uno dove Burlamacco non compare neppure) sia quasi un affronto. Anche se l'alternativa si chiama Dario Fo

Fonte : Il Tirreno

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