A Boris Pahor, scrittore che compierà domani 95 anni, giovedì sarà consegnato il premio Viareggio- Versilia

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Compie 95 anni domani lo scrittore triestino di lingua slovena, Boris Pahor, che giovedi' e' atteso a Viareggio per ritirare l'omonimo Premio, a quarant'anni dalla prima pubblicazione di 'Necropoli' (1967).
Il libro e' diventato in pochi mesi un caso letterario in Italia e all'estero, e ha vinto, tra gli altri, proprio il Premio Viareggio. Pahor e' custode di verita' scomode.

Sopravvissuto a Dachau, risulta tra i nomi piu' accreditati della letteratura europea che regolarmente compare tra i candidati al Nobel, oltre ad aver gia' meritato l'onorificenza francese della Legion d'onore e il Premio Preseren. Da 'Primavera difficile' a 'Necropoli', Pahor appare l'autore di un unico grande testo sulla possibilita' di destrutturare il dolore, la necessita' di esaminare la questione morale, il diritto identitario, la giustizia e la liberta'. "Sicuramente", ha affermato l'autore in una lunga intervista a 'Il Piccolo', "il fascismo ha rovinato gran parte della mia giovinezza con quel senso di terrore inculcato ancor prima di andare al governo". Ora e' il momento dei festeggiamenti, il compleanno e il Premio Viareggio. "Dopo essere ritornato dal campo di concentramento", si e' confidato Pahor, "non ho mai piu' tenuto ai festeggiamenti. Ce ne possiamo andare un giorno prima o un giorno dopo, perche' avere a cuore proprio quella data? Ringrazio il cielo di essere rimasto in vita, di poter osservare la natura e vivere l'amore". E ancora: "Quello che mi fa piacere, a proposito del compleanno e del premio -ha sottolineato- e' di riuscire a goderli in un'atmosfera triestina mutata. Questa e' la vera soddisfazione: vivere in una citta' dove la mia lingua non e' piu' denigrata.

Finalmente, come diceva Slataper, a Trieste esistono due anime, due popoli in un clima di convivenza e di amicizia culturale".

Dopo 'Necropoli' sono attesi in Italia altri due romanzi di Pahor (gia' usciti in Francia) 'Il fischio della sirena', che racconta di una povera ragazza slovena reclusa con le prostitute, e 'Primavera difficile', in cui il protagonista si salva dal campo di concentramento e ritorna alla vita grazie all'amore. Alla vigilia di un compleanno importante, Pahor e' intervenuto sul concetto di anzianita': "Si e' vecchi quando non si spera piu', quando non percepiamo piu' la possibilita' di creare un cambiamento per un futuro migliore". (AGI)

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