"Non ho riconosciuto la mia casa" L'ultima rata del mutuo è stata pagata il giorno dopo la strage.

Disastro a Viareggio 0

Le operazioni di bonifica delle cisterne killer piene di Gpl si sono concluse con le prime ore dell'alba di ieri mattina.

E, già dalle otto gli sfollati si sono accalcati in Comune, nell'ufficio dell'assessore Vittorio Fantoni.

Vogliono rientrare nelle loro abitazioni della zona rossa, evacuata per precauzione durante la fase di travaso del gas. Così come quelli che, da una verifica effettuata dai geometri e degli ingegneri del Comune, non hanno avuto grossi danni.

Si tratta degli abitanti dei due palazzoni che affacciano su Largo Risorgimento, tra la Pam e la piazzetta dove, come torce umane, hanno preso fuoco, mentre consumavano la cena, seduti come ogni sera al tavolo del gazebo nel giardino di via Pietrasantina, di fronte alla via Ponchielli. Niente da fare però.

Ancora non si rientra. La zona, intorno alle nove e mezzo, è stata nuovamente colpita dal sequestro. Giorgio Tramaglia abita al civico 9 di Largo Risorgimento. A piano terra, ed è quello maggiormente danneggiato.

Oltre a quattro avvolgibili distrutti dalle fiamme, e due motorini bruciati nel parcheggio, la caldaia è completamente saltata.

Nello scappare ha visto personalmente, ci racconta, i quattro extracomunitari avvolti dal fuoco, come torce umane. Ieri mattina, accompagnato dai Vigili Urbani, ha ripreso qualche indumento personale: “Ora c'è solo da tirare fuori i soldi di tasca nostra, e chissà quando li rivedremo”. Coinquilino di Giorgio che aspetta di rientrare nel suo appartamento al quinto piano c'è anche Alessio Niccoli, 21 anni.

Vive li con i genitori e, al secondo piano ci abitano i nonni. “Per ora non sappiamo nulla. “Il fuoco lo avevamo sui balconi, e pure sulle scale, siamo scappati dal retro.

Chi abita in via Ponchielli ha invece dovuto fare la fila per ore, fino a sera, e aspettare che una squadra di pompieri lo scortasse. Pochi minuti, potrebbe crollare tutto, muniti di carrello della spesa, messo a disposizione dalla Pam, per cercare di recuperare qualche oggetto e vedere le condizioni della propria abitazione. “Siamo i genitori di Manuela Baldi”. Giovane medico all'ospedale “Versilia”. “Nostra figlia, che vive con il fidanzato – Marco Germani, impiegato amministrativo nello stesso nosocomio – e i suoi suoceri, deve la vita al dottor Ferro che ha accompagnato personalmente al Pronto Soccorso tutti”.

Marco è ricoverato a Milano, con ustioni sul 35% del corpo, come la suocera, con il 45%. Il suocero invece sta “benino”. Ma dalla casa non è stato possibile prendere molto.

Solo qualche effetto personale. “Non la riconosco, questa non è la mia casa – la voce è quella di Antonella Cosci, e il marito Paolo Crivello, via Ponchielli, civico 30, comprata nel 1999, con un mutuo decennale: “l'ultima rata la banca l'ha pagata il giorno dopo l'apocalisse”.
Ora la casa non c'è più, forse ci sarà di nuovo, chissà quando, e come.

Antonella è uscita dalle fiamme in tuta, con due euro in tasca, senza un bancomat, senza documenti. Ieri ha potuto prendere solo i farmaci di cui il marito ha necessità quotidiana, miracolosamente risparmiati dalla furia assassina del fuoco.
L'attesa è durata un pomeriggio intero, la speranza di trovare la casa intatta, o quasi, si è spenta in un attimo.

Chi torna con il carrello nel sacchetto di cellophane ha inserito poche cose, un phon, un fornetto a microonde, un computer, due quadri, forse di valore. “Non ho trovato neanche la biancheria intima, mi sono dovuta ricomprare tutto – lo racconta un'anziana, che mentre è scoppiato l'inferno era a letto a dormire, in pigiama.

Terminata la messa in sicurezza del treno bomba, alla quale hanno lavorati i gruppi del Nbcr. Nucleare Biologico Chimico Radioattivo, di Milano, Venezia e Roma, la zona rossa è stata di fatto ridotta alla sola via Ponchielli, dove si trovano gli edifici colpiti direttamente, e più violentemente, dall'esplosione e più compromessi.

Ma in quella via ora regna la desolazione. Sono in tanti a raccontarci di quanto negli ultimi tempi sia aumentato il passaggio del traffico pesante.

E accanto alla strada ferrata troppe vite si sono spente.

Letizia Tassinari


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