- Caprili sulla strage..

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Il prossimo 28 Gennaio, data di svolgimento del Consiglio Comunale aperto alla presenza del Commissario Martini ( era ora!), sarà l’occasione non solo per ripetere una vicinanza ed una partecipazione al dolore di quanti hanno dovuto piangere morti, lutti, distruzione di pezzi della loro vita ma il momento di una pubblica rassegna di ciò che è stato fatto e di quanto, molto, rimane ancora da fare. Le risorse già impegnate, quelle che precisamente sono ancora a disposizione e il punto sulle provvidenze di coloro, ad iniziare dal Governo, a cui la legge demanda le massime responsabilità in queste situazioni.

Vorrei ricordare, anche se forse non ce ne sarebbe bisogno, che alla data del Consiglio Comunale aperto avremo raggiunto i 7 mesi meno un giorno dalla tragedia di Viareggio e che purtroppo sino a pochi giorni fa si sono continuati a contare i morti e che il dolore dei feriti e delle loro famiglie è ancora vivissimo e che la ricostruzione è ancora per buona parte,un lavoro da fare. Con questo non intendo affatto avvalorare la tesi che non si sia fatto niente o pressappoco. Non c’è polemica politica, tanto più in drammatiche occasioni come la nostra, che possa portare a falsificare così grossolanamente i dati di fatto. La Città è stata da subito, si è sentita sin dall’inizio, dentro questa tragedia. Una tragedia che è stata di tutti e che tutti e tutte abbiamo vissuta come nostra.

Limiti certo non sono mancati, ritardi, anche errori, ma diciamo la verità: quello che prevale, nel giudizio di questi mesi, è che le vicende connesse al 29 Giugno sono state, e- intendiamoci- non poteva che essere così, al centro di ogni tipo di iniziativa. Ora, e per questo il Consiglio del 28 non potrà essere una pura formalità, rimane la parte più difficile. Dovremo mettere in fila i problemi che ancora restano da affrontare nella ricostruzione delle condizioni di vita di quanti sono stati colpiti dalla tragedia del 29. Quello che si potrà fare perché non c’è provvedimento o delibera o legge che possa ricostruire la tela degli affetti lacerata. Per finire vorrei segnalare - e spero di essere subito smentito dai fatti - l’assenza di nomi e cognomi e di indirizzi societari per quanto riguarda il registro degli indagati. Speriamo che dall’incontro di stamani con il Procuratore generale della Toscana Beniamino Deidda vengano fuori elementi nuovi circa lo stato delle indagini.

Ho avuto più volte il modo di dirlo: ho da sempre un rispetto totale della Magistratura e sono totalmente dalla parte dei Magistrati impegnati, per le loro competenze,ad impedire che la legge divenga programmaticamente diseguale e che il loro ruolo sia posto sotto il comando dell’Esecutivo,comunque rappresentato. Ciò non mi impedisce,anzi!, di dire che così non va, che sette mesi sono troppi, che dopo tutto questo tempo il sentimento prevalente non è più l’ impazienza ma un misto di incredulità,di senso d’impotenza ,di rassegnazione “perché tanto in Italia le cose vanno sempre così” e ,anche, di volontà di segnalare il dissenso nelle forme più radicali possibili. Fino a quando?



Milziade Caprili

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