-Pietrasanta: "Non sarà prevalsa la tutela degli affari rispetto alla salute dei cittadini?"

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La destra che amministra il comune di Pietrasanta come al solito "se ne frega" della trasparenza negli atti pubblici e quindi non informa nei modi e tempi dovuti ma secondo me in questo caso il sindaco non deve deve spiegare solo il ritardo nella comunicazione ma soprattutto deve spiegare il ritardo nel fare l'ordinanza richiesta immediatamente anche dal sottoscritto.

Mi domando, se oggi, o un mese fa (17/12/2009) è lo stesso, si ritiene giusto vietare la pesca e l'emungimento nel torrrente Baccatoio, per superamento dei limiti di diossine e metalli pesanti, chi ripagherà quei cittadini ignari che quest'estate e autunno hanno mangiato pesce pescato in quell'area e tutti coloro che hanno mangiato prodotti agricoli annaffiati a base di veleni?

Per l'ennesima volta non sarà prevalsa la tutela degli affari rispetto alla salute dei cittadini?


Marco Bonuccelli
Coordinato circolo Prc
FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

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IL COMITATO ANTI INCENERITORE: «DATI FORNITI IN RITARDO»

Divieto di pesca ed emungimento su 2 corsi d’acqua

DIVIETO di pesca e di emungimento per un tratto di 1 chilometro del torrente Baccatoio e per 400 metri nel fosso Carraietta a causa del superamento dei limiti di diossine e di metalli pesanti. Così recita un’ordinanza del sindaco già diventata fonte di polemiche a causa della poca visibilità del provvedimento, pubblicato soltanto nel sito del Comune. Anche perché l’ordinanza è stata emessa un mese fa, precisamente il 17 dicembre, con la firma del sindaco Massimo Mallegni e del funzionario dell’ufficio ambiente Pietro Bacci. L’ultimo atto di una vicenda scoppiata a maggio, quando l’Arpat rilevò una presenza ben oltre i limiti (200 volte) di metalli nel Baccatoio, in un tratto di 400 metri in prossimità delle condotte della ditta Veolia. Il Comune, dopo un’iniziale rifiuto a vietare la pesca, ha poi chiesto che le analisi venissero completate fino al mare. Le successive verifiche dell’Arpat, datate giugno 2009, sono andate peggio del previsto e il Comune, di fronte al nuovo superamento della quantità di diossine e di metalli, ha deciso pertanto di vietare l’emungimento delle acque del Baccatoio in prossimità dello scarico di Veolia (300 metri a monte e 100 metri a valle) e la pesca dalle sorgenti fino alla Gora degli opifici. Analoghi divieti per il Carraietta, da 200 metri a monte e 200 metri a valle delle condotte di Veolia. L’associazione per la tutela ambientale della Versilia e il Coasver, che a dicembre avevano diffidato Comune, Provincia e Regione, chiedono spiegazioni «sulla totale assenza di comunicazione di un provvedimento che riguarda la salute dei cittadini».

La Nazione

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