Il "Don Giovanni" danzato apre la rassegna del balletto del Festival La Versiliana

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Il “Don Giovanni” firmato dalla Spellbound Dance Company di Mauro Astolfi (già insegnante di “Amici” di Maria De Filippi”) sulle musiche di Mozart apre mercoledì 21 luglio (inizio ore 21,30. Prezzi: Poltronissima 40,00; Poltrona I settore 35,00; Poltrona II settore 25,00; Tribuna 15,00) la ricca rassegna dedicata alla danza e al balletto del cartellone teatrale del Festival La Versiliana di Marina di Pietrasanta (Lu) che vedrà salire sul palcoscenico della “Piccola Avignone”, gli acrobati illusionisti Momix (30-31 luglio), il Rousse State Ballet con i solisti del balletto nazionale di Sofia “Giselle” (1 agosto) e “Il Lago dei Cigni” (4 agosto), Alen Bottaini con l’omaggio a Rudolf Nureyev “Grazie Rudy” (21 agosto) e Kledi con “Non solo bolero” (11 agosto).

Tra le compagnie italiane di respiro internazionale di maggiore successo, la Spellbound Dance Company propone la rivisitazione del mito di “Don Giovanni” diviso in due parti per la regia e le coreografie di Mauro Astolfi e libretto ed elaborazione drammaturgica a cura di Riccardo Reim, presentata per la prima volta al Piccolo Arsenale in occasione della Biennale di Venezia del 2008.

Dal sensuale e cinico “burlador de Sevilla” nato fra le sontuose quinte barocche di Tirso de Molina, passando attraverso Molière, dal libretto mozartiano di Lorenzo Da Ponte, Goldoni, Zamora, Puskin, Zorrilla e quanti altri, fino a Byron che con geniale intuizione ne complica la psicologia facendone non più un conquistatore, bensì un seduttore sedotto, il personaggio di Don Giovanni reca su di sé lo stigma atroce e sublime della bellezza “come dono e come destino”. E’ la bellezza il motore della sua mente e del suo mondo. Don Giovanni si scompone e ricompone ogni volta nelle sue varie conquiste; suscita nel sesso femminile la stessa passione che prova per la sua immagine riflessa nei tanti specchi in cui si contempla invaghito di sé con insicuro compiacimento. La sua coazione a ripetere all’infinito lo stesso atto rende quest’ultimo pressoché privo di reale importanza, il suo “catalogo” serve a fornirgli continue conferme: è schiavo della bellezza, quella muliebre, come inquietante e ambiguo riflesso della propria […].

Frammenti, per l’appunto: gli specchi volano in frantumi e non è più possibile ricomporli: se Don Giovanni, come scrive Tirso, è “un hombre sin nombre”, il suo non avere nome suggerisce una non-identità e dunque l’incapacità di conoscersi e di riconoscersi, in un fatale in più di desiderio. In questa coreografia Mauro Astolfi conferma la sua cifra di artista “estremo” che utilizza – anche parossisticamente - tutte le frequenze del corpo nel movimento puro in “reazione allo spazio”, ampliando ulteriormente il suo caratteristico gusto per la contaminazione dei generi e lavorando, per la prima volta, anche sullo stimolo di un’apposita elaborazione drammaturgica curata da Riccardo Reim.

Gli “specchi” invadono anche realmente la scena: lo stesso “Convitato di pietra” diviene un possibile riflesso multiplo (dei rimorsi?… del mortuario cattolicesimo spagnolo vessatorio e sessuofobo?… di uno specchio inconfessato e segreto?…). Ma se nell’implacabilità del castigo divino ritroviamo i corruschi bagliori di Tirso da Molina, nella bellezza, nella disperata volontà di possederla, nell’affannosa insaziabilità del cieco accumulo da collezionista, nell’inconscio terrore dell’invecchiamento e del degrado del corpo ecco occhieggiare Molière e Mozart con la loro funeraria galanteria, ecco le cupezze gotiche di E. T. A. Hoffmann, ecco le mollezze floreali di Gautier, ecco le ambiguità suggerite da Byron e portate all’estremo nell’effeminato personaggio novecentesco creato da Perez de Ayala: l’ultimo specchio di Don Giovanni – in imprevedibile consonanza con Teresa d’Avila - è la propria anima. Le scene e i costumi sono di Giuseppina Maurizi; le musiche originali sono a cura di Luca Salvadori.


La compagnia

La Spellbound Dance Company inizia la sua attività nel 1994. Fondata e diretta da Mauro Astolfi, la Compagnia ha mantenuto costante fin dagli esordi una forte spinta alla ricerca coreografica e alla commistione di generi per far sì che ogni spettacolo fosse un contenitore di emozioni, immagini, suoni e gesti in costante evoluzione. La scelta è di non restringere la definizione entro uno specifico stile ma dare spazio alla sperimentazione e alla rielaborazione di tutte le possibili gestualità del balletto per rinforzare l’originale valore comunicativo della danza, la sua valenza artistica come linguaggio muto fatto di movimenti, frammenti di immagini solo suggerite dalle linee dei corpi per lasciare spazio alla fantasia e trasposizione creativa della sensibilità di chi guarda. La Spellbound ha solidificato la sua presenza nelle piattaforme di danza nazionali, inserendosi in tutti i principali Festival e Circuiti e dal 2003 è stata scelta dall’Agenzia Moving Angel di Stoccarda per iniziare un progetto di scambio e sinergia tra Italia e Nord Europa. Il lavoro assieme tecnico e coinvolgente costruito da Mauro Astolfi con la Compagnia l’ha resa adatta ad occupare palcoscenici diversi e differenti contesti; chiamata più volte da Vittoria Ottolenghi e Vittoria Cappelli in gala e kermesse di danza e non, la Spellbound ha anche sconfinato in creazioni contaminate e miste, nate dalla fusione artistica con altri professionisti come fu per “Libertango” costruito assieme ai musicisti del Quintetto Estravagario e altre piece dove musica, danza e tecniche multimediali dialogavano con soluzioni sempre nuove e frutto di una costante ricerca e innovazione.

Info botteghino

Prezzi: Poltronissima 40,00; Poltrona I settore 35,00; Poltrona II settore 25,00; Tribuna 15,00).

Inizio spettacolo ore 21,30.
Tel. Biglietteria 0584/265757-58
Orario: 10.00-13.00 e 16.30-23.00
Viale Morin, 16 - 55044 Marina di Pietrasanta (LU)

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