Il sapore del calcio vero. Storia di una partita

Calcio 0

Il racconto di una "semplice" gara di Terza categoria versiliese che ha rievocato valori che si sono un po' persi

Il sapore del calcio vero, questo è quello che si sente quando si assiste a certi tipi di partite. Non conta la categoria. Quello che conta è l’atmosfera. E accipicchia se c’era l’atmosfera in Piano di Mommio-Atletico Forte dei Marmi, semifinale playoff del girone A di Terza categoria lucchese. Una partita come un’altra verrebbe da dire, per molti magari totalmente priva di interessi e contenuti. Ma invece in un sabato pomeriggio di fine maggio si riscoprono certi valori ed emozioni che tutto quel calcio «che conta» dato alla televisione ha fatto un po’ sparire dalla circolazione, sottraendo pubblico e spostando altrove l’attenzione.

Piano di Mommio-Atletico Forte dei Marmi. Una partita, tante storie. Finirà 3-1 per i primi che poi sono quelli che alla promozione in Seconda categoria ci tengono maggiormente. Ma più che il Pian di Mommio, stavolta ha davvero vinto lo sport.

Il Piano di Mommio (frazione di Massarosa) è una società giovane, nata nel 2008 e che si sta pian piano affermando in Versilia. Grazie agli sforzi del suo ambizioso presidente Mario Rosi e dei suoi più stretti collaboratori, ha costruito una scuola calcio e ha creato attorno alla prima squadra tutto l’interesse del paese. L’Atletico Forte dei Marmi è una realtà che resiste da più anni e che si regge anzitutto sulla passione per questo sport del presidentissimo Emiliano Ulivi, uno di quelli che, si potrebbe dire, nel calcio “ci butta il sangue”.

La partita è molto sentita e lo si intuisce subito dalle tante macchine parcheggiate sulla strada del campo “Guidetti” di Piano del Quercione (il Piano di Mommio stavolta in casa gioca qui perché sul proprio campo “San Lazzaro” sono in atto dei lavori). Fra il pubblico ci sono un sacco di personaggi della zona: dall'immancabile Filippo Raffaelli con la consueta camicia sbottonata ai fratelli Carducci (un'istituzione a Forte dei Marmi) rigorosamente in pantaloncino corto qualunque sia la stagione, il selezionatore della Rappresentativa Juniores di Lucca Amerigo Landi e tanti altri. Ma è la cornice generale a essere proprio da grande occasione. Bandiere, striscioni e un gruppo di “wags” (fidanzatine dei giocatori, per dirla all’inglese) munite di trombette e magliette a tema coi colori sociali della squadra di casa: il giallo e il rosso. E poi non può certo mancare il “capo ultras”, un ragazzo che se ne sta in silenzio finché per il Piano di Mommio non si mette male. La squadra prende gol e lui subito si alza dal suo posto nella tribunetta stivata di gente e inizia da solo a intonare cori verso la sua squadra. La reazione degli altri presenti d’acchito sembra un po’ freddina ma poi in tanti cominciano ad andargli dietro e parte una bolgia degna di San Siro. Dall’altra parte c’è l’Atletico Forte che presenta subito una sorpresa nel pre-partita. In panchina non c’è chi dovrebbe esserci. L’allenatore Silvio Marrai che ha condotto sin qui la squadra non c’è. Al suo posto ecco il patron Ulivi. «Perché?» si chiedono i più. Semplice, l’allenatore in questione qualche sera fa nel torneo delle Contrade di Pietrasanta non ha risparmiato alcuni dei giocatori che ha pure nell’Atletico. «Inammissibile» per Ulivi, non alla vigilia di questa importante sfida playoff. E così Ulivi (lo Zamparini della Terza categoria) lo ha varato ed ha assunto la guida tecnica. In Terza succede anche questo. E pensare che proprio la squadra fortemarmina messa in campo dal presidente nel primo tempo gioca meglio e passa pure meritatamente in vantaggio con Bigicchi, giovane che ha dei colpi e che quando segna esulta come il suo idolo Osvaldo, mimando una mitragliatrice così come ancor prima faceva Batistuta. Il tempo scorre via veloce. Inizia a piovere. Qualche goccia. Poi riecco subito il sole ad illuminare una giornata che già brillava di sport. Nel secondo tempo Ulivi sbaglia forse qualche cambio e dalle tribune glielo fanno notare «Ma chi hai messo?», «No, leva quell’altro». Il Piano di Mommio prende coraggio e spinto anche dal suo pubblico rivolta la partita come un calzino grazie al gol di Andrea Rosi e alla doppietta di ‘Robertone’ Benedetti (una stella mancata con trascorsi giovanili in Torino e Siena e fratello maggiore di Lorenzo Benedetti, attaccante del Prato: insomma il gol è un vizio di famiglia). Alla fine esplode la gioia di quasi un paese intero presente al campetto di periferia e raccolto attorno alla squadra cittadina. E il siparietto conclusivo non manca di certo in una giornata così piena di storie nella storia: i giocatori del Piano di Mommio vengono a prendersi gli applausi dei loro supporters e gettano maglie e pantaloncini verso il proprio pubblico festante come si fa nei grandi palcoscenici. Ma qualche tifoso/dirigente subito strilla: «Tenetevi i completini, o bischeri, che poi ci mancano». E così dalle tribune le magliette vengono rispedite in campo. Scena da cabaret. Ma del resto sabato prossimo c’è la finale contro il Lido di Camaiore. E il Pian di Mommio non vorrà mica andarci a torso nudo?

Simone Ferro

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