Borse e Mercati: operare attraverso scelte consapevoli

Speciale finanza 2

Ogni giorno all'interno dei TG trasmessi dalle principali reti televisive o in Speciali immediatamente successivi a questi è possibile prendere nota di quanto sta avvenendo, in termini di "rialzo" o "ribasso" dell'indice dell'andamento della Borsa Italiana (FTSEMIB), di alcuni dei titoli che in essa sono quotati ( es. Fiat/Generali/Telecom/MPS ) e degli  indici delle principali borse internazionali.

Germania = DAX, Francia = CAC, Giappone = Nikkei e  USA =  DowJones - SP500 (indice che raggruppa le principali 500 aziende per  valore ) - Nasdaq ( listino che in cui vengono quotate le aziende operanti principalmente nel settore tecnologico).

Ho provato a chiedere ad amici e parenti (cittadini/risaprmiatori che si occupano di attività varie) di provare a seguire con attenzione e quotidianamente  almeno uno di questi Speciali e di riferirmi al termine della settimana le loro impressioni.

Considerata la "turbolenta" quanto "incerta" fase che stiamo attraversando non mi aspettavo di ricevere impressioni positive ed in effetti +/- tutti mi hanno detto:
"le cose non vanno bene, mi sa che chi ha investito sta rimettendo di soldi!".

Ricevuta la risposta ho chiesto loro se, in un momento come questo, disponendo di risparmi sufficienti a soddisfare le personali esigenze/obiettivi a breve/medio termine di spesa, fossero interessati ad investire in "Borsa" o nelle "Borse Internazionali" la parte del  risparmio eccedente le somme occorrenti per soddisfare le esigenze/obiettivi  dichiarati.
La risposta è stata unanime: " Ma sei matto?"
Ho chiesto quindi loro quale fosse la motivazione della loro risposta, quali personali considerazioni stavano alla base di tali esclamazioni.
In ordine:
1) non è il momento!;
2) le cose vanno male!
3) sto già rimettendo abbastanza!
4) ho già perso dei soldi anni fa e le cose andavano bene!
Mai più e mai poi!

A coloro che hanno dato le ultime due risposte ho chiesto su quali basi avevano in passato operato scelte d'investimento nel comparto Azionario (Italiano e non).
Le risposte prevalenti sono state 2:
1) perché i Titoli di Stato non rendevano più come una volta ( negli anni 80/90 il rendimento medio annuo era sempre sopra il 10%);
2) perché tutti stavano guadagnando con le azioni.

Ad uno di loro che un paio d'anni fa aveva deciso di investire gran parte dei suoi risparmi nel "mattone" ho chiesto il perché della scelta.
La risposta è stata: "perché il mattone mi pareva più sicuro" e quando ho chiesto il significato di "mi pareva" ha risposto: "tutti stavano comprando appartamenti, i prezzi stavano crescendo e mi sembrava di poterci guadagnare un bel pò! Ma mi sa che non l'ho indovinata, almeno per ora, c'é pieno d'appartamenti in vendita ed i prezzi sono calati".

Le risposte ricevute credo non siano tanto diverse da quelle che avrebbero potuto darmi altri intervistati.

Perché?
Probabilmente:

1) perché il condizionamento derivante dal comportamento altrui (condizionamento dalla massa) è nella natura umana
Quando i prezzi dei titoli o d'altre attività (immobili/oro/opere d'arte) in cui è possibile investire salgono, pian piano la gente decide d'investire in quei titoli/attività, ma quando quel titolo/attività diventa popolare tra gli investitori, questa popolarità si dimostrerà sempre temporenea e quando passa può non tornare per molti anni. A volte mai. 

2)perché sino ad oggi, almeno dal dopoguerra il risparmiatore Italiano ha maturato la consapevolezza, in virtù anche d'esperienze negative, che gli investimenti di natura finanziaria possono produrre perdite di denaro mentre quelli nel "mattone" no!
E' inoltre da rilevare che mentre per le attività finanziarie vi è una trasparenza quotidiana in merito alla loro valutazione (giornali finanziari e non, siti internet ecc.), ciò non accade per gli immobili.
Un uomo vissuto nello scorso secolo, considerato tra i più saggi e rispettati investori al mondo dalla comunità finanziaria, Sir John Templeton, ha lasciato ai posteri alcuni "principi" da lui ritenuti sempre validi per chi vuole fare scelte d'investimento.
Una tra queste dice: "Non seguire la folla - se compri gli stessi titoli degli altri, anche i tuoi rendimenti saranno i medesimi.
E' impossibile guadagnare di più non differenziandosi dalla maggioranza. Se lo fai quando il prezzo di quei titoli è già salito, probabilmente otterrai rendimenti minori se non perdite di valore sul capitale investito.
Se sei così coraggioso da comprare quando gli altri sono dispsosti a vendere e vendere quando gli altri sono ansiosi di comprare otterrai la migliore gratificazione"
.

Ma come è possibile fare una valutazione oggettiva, non umorale, sull'opportunità o meno di compiere scelte d'acquisto/investimento di una qualsiasi attività, bene/titolo che sia?

Poichè spesso le previsioni sono fatte per essere smentite, se esistesse una vera "Maga" la potremmo consultare per sapere quale sarà il futuro; ci prepareremmo così per soddisfare le richieste di futuri beni e servizi comprando oggi quello che serve per poterli offrire.
Ma la maga non esiste, ed è solo sul passato che possiamo fare considerazioni. 
Nell'attuale fase, con il il mondo "Occidentale" che si è ritrovato ad essere vittima degli errori che il sistema finanziario e politico che l'ha gestito nel ventennio passato ha contribuito a realizzare  attraverso un'assurda opera di fininziarizzazione di tutte le attività e lo sviluppo su ampia scala, pubblica e privata del "debito",  è difficile capire anche solo cosa avverrà tra 1 mese (Euro, non Euro, quali paesi?).

Proviamo tuttavia a ragionare analizando i due grafici che seguono, ovvero l'andamento dell'indice USA SP500 dal 1990


e la comparazione tra lo stesso e l'indice STX50Eur ovvero l'indice che esprime l'andamento delle più importanti 50 aziende Europee, dal 2002


dal primo si evince che chi avesse investito nella borsa USA, attraverso uno strumento che diversificava l'investimento tra le più importanti 500 aziende americane E.40, oggi (sono passati 22 anni!), ne avrebbe  131.

dal secondo si evince che chi avesse investito i 40 $ nel 2002 li avrebbe visti oggi rivalutati di circa il 25% (circa il 2,5% annuo), chi avesse investito 40 Euro li avrebbe visti diminuire di circa il 30%, ne avrebbe all'incirca 28.

EPPURE A META' 2007 ENTRAMBI STAVANO GUADAGNANDO CIRCA IL 40% ( in 5 anni una media annua del 8%!). Ma col senno di poi.........!

Se esamino il primo grafico noto chiaramente che +/- dal '97 in poi il mercato USA ha avuto n.2 punti massimi a circa 1,5k ( 1.500 punti) e n. 2 punti minimi a circa 0,8k (800 punti).
 
Nel secondo grafico, evidenziato dalla linea rossa, vedo invece che l'indice Europeo, dal 2002 (prima non esisteva perché non esisteva l'Euro!) ha avuto un livello massimo analogo ( non per valori ma per crescita) a quello USA e circa 4 livelli minimi.
Ed è proprio su quei livelli  che oggi si ritrova l'indice Europeo!

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, possiamo solo dire che per ben 3 volte il livello minimo non è stato "violato al ribasso" e presto sapremo cosa accadrà dato che per la 4° volta siamo tornati su tali livelli.

Sir John Templeton è famoso anche per un'altro principio: " I mercati non sono sempre in discesa, nè in salita.
I prezzi dei titoli tornano a salire dopo aver raggiunto il loro punto minimo (non è detto che stavolta sia quello di cui noi stiamo parlando!) e viceversa.
Il futuro gli darà nuovamente ragione?


Rag. Fabrizio Baglini
http://www.baglinifinanza.it/

2 commenti

  1. Fabrizio Baglini lunedì 11 giugno 2012 alle 12:30:13

    Gentile Giulia, comprendo i Suoi legittimi timori, del resto dopo i casi Argentina, Parmalt, Cirio e Lehman ( i più noti ) e quanto avvenuto per i possessori di titoli Greci, considerata anche la situazione attuale della Spagna, Portogallo ed Italia - vds. i articoli pubblicati in precedenza - per i risparmiatori Italiani non c'è da star sereni. Tuttavia come già risposto in passato a chi come lei ha esposto ragionevoli preoccupazioni, esiste oggi per chiunque la possibilità di intervenire a 360 gradi nel panorama finanziario internazionale utilizzando strumenti di uso comune. Tutto stà nel conoscerli od avere al proprio fianco un interlocutore capace di farli conoscere e rendere quindi consapevoli le scelte individuali.
    Per molti, come del resto per Lei, la priorità è quella di collocare i propri risparmi in "cose sicure" spesso senza però conoscere a fondo ciò che viene effettivamente "acquistato" (ovvero le regole del "gioco"sottostanti).
    Il "marketing finanziario" ha purtroppo sempre più un maggior peso nelle scelte dei risparmiatori che sovente, un pò per pigrizia nel documentarsi, un pò per tradizione, operano scelte tradizionali quanto inconsapevoli dei rischi sottostanti alle stesse.
    Lei, ad esempio, parla di "cose sicure" e sarebbe interessante sapere da Lei cosa intende sotto tale termine perchè in finanza, come del resto in tutte le cose della vita, la sicurezza NON ESISTE! Qualsiasi tipo ti strumento/prodotto finanziario incorpora in se un elemento di "rischio" termine che viene comunemente associato alla possibile perdita di una parte o tutto il capitale ma dovrebbe essere visto, e in finanza lo è, anche con un significato "positivo" ovvero la possibilità di ottenere remunerazioni maggiori rispetto a quelle attese al momento della sottoscrizione (acquisto) dei prodotto/strumento finanzaiario.
    Con l'augurio di leggerla nuovamente su questo sito e disponibile a ricevere domande all'indirizzo mail "info@baglinifinanza.it" da cui potrò risponderle privatamente anche in termini più esaustivi, cordialmente La saluto.

  2. Giulia sabato 9 giugno 2012 alle 12:43:35

    Sig. Baglini, lei parla bene perché se ne capisce di ste cose...
    ma qua noi siamo dei perfetti ignoranti e cerchiamo investire i nostri soldi su cose sicure...
    Oltretutto con enormi timori...

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