Invito a Teatro: La pronuncia e la dizione
Invito a Teatro mercoledì 23 gennaio 2013 1Ogni volta che emettiamo un suono, la nostra voce costruisce un ponte di comunicazione tra noi e i nostri interlocutori. In questo caso, l'Attore dovrà fare bene attenzione al materiale con cui costruisce questo ponte.
Essere in voce è per l'Attore uno stato di grazia; sentire che il suono obbedisce alla memoria emotiva, al copione e rende bene ogni dettaglio, ogni sfumatura, sgorgando linfa creatrice interiore, è il raggiungimento, ancora una volta, di uno scopo ben preciso, attraverso studio ed esercizio.
Il suono di una voce che risulta falsa, storpiando lettere e dunque emozioni, esprime in modo inequivocabile un qualcosa assai lontano dal Teatro.
Al di là della potenza vocale, argomento a parte e assai complesso, c'è da pretendere dal nostro organo comunicativo una dizione corretta. L'attore è obbligato per contratto con la propria Musa a conoscere e ad applicare le regole della dizione e della fonetica.
Solitamente la gente parla in modo orrendo, non abituata a sentirsi, bensì accomodata con l'udito verso la propria voce.
Noi non sentiamo la nostra lingua, le frasi, le sillabe che deformiamo. Posiamo pronunciare un'inzalata, una giornata felisce, un arcobalèno, nello stesso modo della fioraia di My fair lady.
Immaginate di leggere una calligrafia storpiata e illeggibile. Come si può decifrare una lettera mal scritta? Ecco, questa è la pronuncia scorretta. E, una volta pronunciata la farse, non si può tornare indietro.
E quando uno spettatore capisce male, sente poco, si innervosisce, si irrita e infine tossisce; e anche lo spettatore dietro di lui tossisce e poi altri dieci e altri venti. E la tosse, senza batteri, degli spettatori, può demolire uno spettacolo.
E poiché, come dal già citato Pigmalione, una persona che sa parlare può essere una fioraia ma può essere scambiata per una principessa, al contrario, chi si crede un grande Attore e non sa parlare – pronunciare – comunicare, costituisce un ponte di sabbia, minato in ogni sua parte dalla sola apparenza, privo di passione, di Arte e di vera essenza del Teatro.
Rebecca Palagi ©2013 tutti i diritti riservati
1 commento
sai che un pò di di tempo fa in televisione andava una pubblicità che aveva come protagonista una nota velina...la quale aveva domato i suoi capèlli con un particolare shampo...e sempre la stessa andando in programmi televisivi si vantava di vivere negli Stai Uniti e che stava facendo fior di corsi per imparare l'inglese...peccato che non sappia neanche l'italiano! Per non parlare di quella che ci propinava lo yoghurt alla pésca e non alla pèsca...
E' vero, una cattiva pronuncia da fastidio alle orecchie...e può rovinare tutto...ma il percorso per imparare non è facile...come tutte le cose, è lungo e laborioso...