Invito a teatro: L'Etica.
Invito a Teatro mercoledì 30 gennaio 2013 1Se la dizione e la psicotecnica rappresentano un ostacolo superabile con lo studio, l'impegno e la costanza, la stessa cosa non vale per un ingrediente altrettanto indispensabile all'Attore, a cui anche il Maestro ha dedicato capitoli interi: l'etica.
Parola assai importante, usata, anzi sfruttata nelle più alte sfere politiche, nelle professioni più ambiziose; usata quasi come jolly quando non si sa quale altra parola usare, l'etica è in realtà la base su cui poggia la vita intera dell'Attore, sia quella personale che di allievo, e in seguito quella relazionale e di professionista del Teatro.
Racchiude in sé un'energia cosmica, che marca il territorio del rispetto e dell'umiltà, che fa di se stessa un cavallo di battaglia, un ariete con cui poter sfondare i portoni blindati del dilettantismo. Ma attenzione, finti attori che vi aggirate sordidi per i palchi del mondo, poiché, come il talento, l'etica non può essere usata o millantata a proprio beneficio, poiché non può e non deve essere un supercalifragilistichespiralidoso, per far bella figura e mostra di sé; se non c'è, si vede, più di quando c'è. Ed è visibile per la sua assenza, ovunque, e, per ossimoro, rende invisibile chi la ostenta. Etica, culla di miracoli e grettezze. Il Maestro Stanislavskij così ne riassumeva l'importanza: “Non si può entrare in Teatro con le scarpe sporche.” Ordine, disciplina, etica... La prima condizione è l'osservanza della massima: “Ama l'arte in te stesso e non te stesso nell'Arte”.
Rebecca Palagi 2013 © tutti i diritti riservati
1 commento
Così come si è Signori se lo si è dentro e fuori casa, si può parlare di etica solo se questa esiste sopra o sotto del palco. Dentro e fuori dal Teatro. Etici potenziali si nasce, non si diventa; è necessario vivere l’etica per sentirla. Purtroppo ci sono molti corsi in cui si presentano gli strumenti del teatro senza prima mettere i paletti del costume, della morale (non in senso socio-cattolico, che è un’altra cosa). A volte si percepisce il disprezzo per il ricompenso, che diventa triviale anche in artisti riconosciuti come eccezionali, che alla fine si perdono nell’etica che diventa qualche cosa da inscenare; sono così carismatici da prendere per i capelli “la massa”, per poi tentare di colmare quel grande buco di cui hai parlato nell’articolo. E sì… si sente, si sente la mancanza dell’etica perché è un’attiva del cosciente sensoriale, e quel sensore, negli altri, chiede etica. Una persona può girare con abiti cenciosi, ma se sono puliti e se lui si “lava” allora sarà riconosciuto come un Signore. Etica e Dignità sono l’Unità di una Integrità che se esiste… esiste per sempre. Impossibile scalfirla.