Casalesi in Versilia: operazione antiriciclaggio della guardia di finanza di Lucca.

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Sequestrati beni immobili, conti correnti e una azienda.

Nell’ambito degli interventi antimafia contro clan casalesi in Toscana, le fiamme gialle del nucleo di Polizia Tributaria di Lucca, hanno sequestrato beni e valori nei confronti di tre soggetti campani, attivi in Versilia, nel settore alimentare. destinatari dei provvedimenti di sequestro due dei soggetti arrestati ieri nell’ operazione di polizia coordinata dalle dda di Napoli e Firenze.
il soggetto principale e’ Lucariello Maria Grazia, 43 anni, di origine campana e residente a Viareggio, la quale, in quanto gia’ condannata per associazione mafiosa, aveva intestato la sua attivita’ commerciale ad una persona incensurata.
Sono stati cosi sottoposti a sequestro:
4 veicoli a lei intestati;
immobile e azienda intestati alla “alimentari Maria Grazia srl”, societa’ formalmente amministrata da una prestanome nullatenente, ma in effetti riconducibile alla Lucariello.
Beni mobili e immobili intestati a Mundo Salvatore, suo coniuge, tra cui si annoverano un complesso residenziale di 3 piani ed un terreno, entrambi siti in provincia di Caserta.
Le disponibilita’ dei conti correnti detenuti presso istituti di credito intestati a lei, al marito e alla alimentari Maria Grazia srl.
Si tratta del positivo epilogo - anticipato per esigenze di coordinamento con gli arresti eseguiti dalla Polizia di stato di Firenze e Lucca - di un’ operazione denominata “Jeppson”, come un famoso calciatore del Napoli degli anni cinquanta, condotta dai finanzieri del nucleo pt di Lucca sotto la direzione della dda di firenze nella persona del sostituto procuratore Dott. Giulio Monferini.
L’indagine era stata avviata dal nucleo pt di Lucca a seguito di una verifica fiscale antimafia supportata da accertamenti bancari e patrimoniali, per dimostrare che Maria Grazia Lucariello, era l’effettiva titolare della “alimentari maria grazia srl”. infatti la donna, per aggirare le disposizioni della normativa antimafia, che prevedono limitazioni patrimoniali nei confronti dei soggetti condannati per l’art. 416-bis del codice penale, aveva formalmente intestato le proprie attivita’ ad una prestanome. I finanzieri sono invece stati in grado di ricostruire una gestione di fatto tenuta dalla Lucariello e dal marito, Salvatore Mundo: rapporti con i fornitori; gestione dei conti correnti bancari, rapporti con i clienti. Era la stessa Lucariello, infatti, che manteneva i contatti con ristoranti e alberghi della Versilia per rifornirli di prodotti alimentari tipici della campania.
Ai coniugi e alla prestanome e’ stato contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori; alla sola Lucariello, si contesta anche la violazione dell’obbligo, tipico dei condannati per associazione mafiosa, di comunicare per 10 anni le variazioni patrimoniali superiori ai 10.329,14 euro, cui consegue la confisca dei valori.

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