Tassi d’interesse ai minimi storici (0,25%), continua la corsa delle Borse!

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La decisione della BCE di ridurre ulteriormente il costo del denaro, portandolo allo 0,25%, formalizzata la settimana scorsa è la chiara testimonianza della volontà di fronteggiare la grave situazione economica in essere in gran parte dei paesi dell’area Euro.

Obiettivo: A) aiutare imprese e privati indebitati riducendo almeno sulla carta gli oneri finanziari ( interessi ) sul denaro preso a prestito, nel tentativo di liberare quote disponibili per maggiori consumi. B) favorire nuove richieste di finanziamento per investimenti in beni durevoli a condizioni più vantaggiose per i nuovi futuri richiedenti prestiti.

Per chi dovesse oggi ricorrere a un finanziamento a tasso variabile la base ufficiale di riferimento ( valori Euribor da 1 mese a 1 anno ), senza quindi considerare gli “spread” bancari ovvero il margine di guadagno che ciascun istituto di credito intende applicare e da aggiungere al riferimento base per determinare il costo nominale del finanziamento, sarebbe quella indicata nella tabella sotto

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Per il bene comune auguriamoci quindi che le banche riprendano ad erogare credito e non utilizzino i soldi ricevuti dall’Istituto Centrale Europeo solo per effettuare operazioni finanziarie in proprio come prevalentemente fatto dall’inizio della crisi finanziaria. Ma siccome, al di là degli auguri, probabilmente ciò non avverrà almeno a breve, nostro compito è quello di capire cosa dovrebbe comportare la decisione della BCE sui mercati finanziari secondo le “logiche” di comportamento degli investitori.

La prima considerazione da fare è che i tassi sono storicamente ormai al loro livello minimo, da 0,25 si può scendere solo a 0 mentre gli spazi di risalita possono essere indefinibili. Poiché nel corso del triennio 2009-2012 quantità enormi di capitali sono passate da attività finanziarie a maggior volatilità /rischio ( azioni ) ad attività a minor volatilità/rischio ( obbligazioni ) il valore delle obbligazioni ha certamente raggiunto livelli massimi nella primavera di quest’anno e da allora stiamo assistendo al un graduale ridemensionamento delle loro quotazioni.

Se le “medicine” che la banche centrali ( USA/EUROPA/GIAPPONE), attraverso la riduzione dei tassi d’interesse attuata in questi anni grazie ad un atteggiamento di politica monetaria “espansiva” a supporto/sostegno delle difficoltà derivanti dalla crisi, produrranno effetti benefici per la ripresa econimica, prima o poi i tassi saranno rivisti al rialzo. Vediamo cosa potrebbe succedere, su base statistica, al valore delle obbligazioni ( di Stato o aziendali) se ciò avvenisse:

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Vediamo quindi che un titolo di Stato ( BTP/BUND/OAT/BONOS o altri fuori area Euro) che paga cedola del 3% con scadenza futura a 10 anni perderebbe 8,11 punti percentuali se i tassi dovessero salire dell’1% rispetto ad ora.

Tra coloro che hanno investito a suo tempo in un titolo con caratteristiche analoghe, c’è quindi chi pensa sia forse meglio venderlo adesso, pur rinunciando ad una cedola d’interesse annuo oggi tutto sommato interessante, realizzando un prezzo ( valore) superiore a quello a cui lo aveva acquistato in precedenza ( visto che in questi anni la forte domanda di titoli “sicuri” ne aveva fatto crescere il valore/prezzo). E se coloro che ragionano così sono magari la minor parte tra i possessori di tali titoli, al tempo stesso trattandosi di Gestori professionali, Banche, SGR, Fondi Pensione etc., sono coloro che gestendo quantità enormi di capitali determinano l’andamento dei mercati finanziari.

A partire dall’ultimo articolo pubblicato a fine 2012, pur sempre nel bel mezzo della crisi economica e finanziaria, noi indicavamo nei mercati azionari Europa e Giappone interessanti opportunità di rendimento e successivamente (inizio agosto scorso) ci sbilanciavamo su titoli specifici nel nostro listino ( Unicredit / Telecom). A distanza rispettivamente di 10 e 3 mesi possiamo dire che avevamo visto bene, i valori sono cresciuti mediamente del 30%!!!!

Fermo restando gli ormai famosi livelli di guardia ” supporti” di volta in volta indicati e che adesso andiamo ad elevare dal momento che alziamo livello di guardia tanto più aumentano i livelli dei listini, il nostro ragionamento prendeva spunto dalle seguenti riflessioni: le dichiarazioni di Draghi ( presidente della BCE) nell’estate del 2012 testimoniavano che le autorità centrali ce l’avrebbero messa tutta per non far fallire né l’Euro né l’intera area Euro, che gli interventi attuati avrebbero stabilizzato la crisi e che, successivamente alla crisi, prima o poi sarebbe avvenuta una ripresa. Quando questa si fosse resa tangibile nei numeri i tassi sarebbero tornati a crescere, che prima che ciò fosse avvenuto i grandi possessori di obbligazioni comprate a prezzi più bassi le avrebbero vendute ed avrebbero reinvestito in ciò che era sceso di valore ( azioni ). Certo, un gioco per chi ha spalle forti, ma del resto così funziona il gioco della finanza! E chi ha spalle piccole può scegliere se stare, pur con le proprie spalle, con i forti o comportarsi come fanno i più timorosi ovvero investire sui mercati azionari quando i mass media dicono che l’economia va bene e le borse salgono. Ovvero tardi!

La ripresa al momento non è arrivata, almeno da noi in Italia, ma altrove le cose non vanno poi così male, i motivi sono vari, ma le borse Borse Tedesca, ed Usa sono sui massimi storici ( sopra i valori del 2007) con supporti rispettivamente a 8.550 e 1.650 ( se vanno sotto, si esce dai mercati poi vedremo quando rientrare!)

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la giapponese in fase di stabilizzazione dopo l’imponente crescita del primi mesi, ma mantiene un primo target a 16.000 punti con un supporto a 13.800 ( idem come sopra)

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quella Italiana, azzoppata dalla “politica” oltre che dai negativi dati economici in fase di recupero rispetto a Germania ed altre europee con primo obiettivo 20.000 e supporto a quota 18000 ( idem come sopra)

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I piccoli risparmiatori, intimoriti da quanto accaduto a fine 2011- inizio 2012, probabilmente non si sono ancora accorti di ciò che è avvenuto e posizionati in gran parte su attività finanziarie quali le obbligazioni o conti deposito, altrettanto probabilmente non hanno beneficiato di questi rialzi. Probabilmente (almeno la storia così dimostra) proveranno a farlo quando le “cose” (economia/notizie positive dai mass media) dovessero andar bene, perché, scontenti dei rendimenti derivanti dal possesso di strumenti d’investimento di cui sopra sinora ritenuti più sicuri, confortati da un clima di maggior fiducia probabilmente trasferiranno gradualmente i loro risparmi sulle borse alimentando il trend positivo di queste fino a quando la nuova “bolla” esploderà e chi sara arrivato per ultimo farà il tonfo più grande!!!

Signori, fate il vostro gioco ma ragionate in fretta, in finanza l’incertezza è deleteria!

Rag. Fabrizio Baglini http://www.baglinifinanza.it
mail: info@baglinifinanza.it
Tel. 335 6062559








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