Strage di Viareggio, Montezemolo e Della Valle testimoni in aula

Disastro a Viareggio 0

I Soci di Ntv, Diego Della Valle e Luca Cordero di Montezemolo, verranno ascoltati stamani in aula al polo fieristico di Lucca come testimoni della procura al processo per la strage di Viareggio, il disastro ferroviario che il 29 giugno 2009 provocò 32 morti. Al loro arrivo, una dei familiari delle vittime, Daniela Rombi, li ha avvicinati e ha scambiato qualche parola con Montezemolo. “Mi raccomando… la verità”, gli ha detto. “Questo è poco ma è sicuro”, le ha risposto Montezemolo. Della Valle si è soffermato a guardare gli striscioni con le foto delle vittime e la richiesta di ‘verità e giustizia’. In aula, nelle prime file delle sedie del pubblico sono state messe magliette con foto delle vittime.

Montezemolo, in Fs Moretti decideva tutto
“Per quanto riguarda la nostra esperienza abbiamo verificato che in Ferrovie non si muoveva foglia senza che Moretti non decidesse personalmente”. Lo ha detto il socio di Ntv, Luca Cordero di Montezemolo, testimoniando al processo per la strage di Viareggio. Mauro Moretti, ex ad di Fs, è uno dei 33 imputati. “Chiedemmo un incontro con Letta – ha aggiunto Montezemolo – chiesto da noi per dirimere delle controversie, in assenza di una autorità, e verteva sull’accesso alle stazioni e sui problemi alla concorrenza. Erano presenti l’ingegner Moretti e l’ad di Rfi Elia, ora ad di Fs. Rimasi impressionato del fatto che qualunque fosse il tema toccato, era lo stesso Moretti a rispondere”.

Montezemolo,Fs ostruzioniste, si voleva Ntv chiuse
“C’è sempre stato un atteggiamento al limite dell’offensivo sul fatto che la nostra azienda”, Ntv, “non avrebbe avuto le dimensioni finanziarie per reggere e sulla qualità dei treni. Fin dal primo giorno abbiamo avuto la sensazione che ci fosse in atto un’azione per portare l’azienda a non sopravvivere”. Lo ha detto il socio di Ntv, Luca Cordero di Montezemolo, testimoniando al processo per la strage di Viareggio. Parlando di Fs ha parlato di “grossissime azioni di disturbo, ostruzionismo se non di più”. Montezemolo ha poi ricordato che fece delle “dichiarazioni sul fatto che c’era totale mancanza di concorrenza nel Paese e che volevamo operare senza l’ostruzionismo del nostro concorrete. Moretti ci citò per diffamazione, a dimostrazione che quando si parla di problemi che riguardano l’azienda lui si sente investito in prima persona. Niente contro la persona, che considero di grande competenza nel suo mestiere alle Ferrovie, ma ero contro le azioni ostruzionistiche che ci hanno presentato grandi problemi”. “L’ingegner Moretti non perdeva occasioni per criticare la concorrenza – ha aggiunto – forse perché veniva da una solida cultura monopolistica”. “C’era una situazione anomala – ha poi esemplificato -: nelle tratte dove c’era concorrenza con noi le tariffe di Fs erano bassissime e dove non c’era concorrenza invece c’erano tariffe alte. Poi finalmente il Governo Letta istituì un’authority dei trasporti e noi ci rivolgemmo per vari motivi: accesso alle stazioni, costo del pedaggio, e politica tariffaria”. “Eravamo stati accusati, non solo dall’allora ad di Fs Mauro Moretti, ma anche da esponenti di forze politiche, che noi fossimo stati favoriti – ha aggiunto – Noi abbiamo investito una cifra vicina al miliardo di euro, abbiamo assunto più di mille giovani”.
(ANSA).

Della Valle, Moretti guidava azioni anti Ntv
“Era chiarissimo che lui era in prima persona l’uomo che guidava l’operazione anche anti-Ntv”. Lo ha detto il socio di Ntv, Diego Della Valle, parlando dell’ex ad di Fs, Mauro Moretti, testimoniando al processo per la strage di Viareggio. “E’ un uomo che controllava la vita di Fs nella sua completezza – ha aggiunto – e non era d’accordo che nascesse un altro interlocutore ferroviario e ha tentato come ha potuto di sbarrargli la strada”. “Ho incontrato Moretti perché c’erano crescenti tensioni fra Ntv e Fs – ha spiegato Della Valle – volevo dirgli che non eravamo interlocutori negativi, che potevamo interloquire e che trovavo sbagliato, anche nei rapporti fra Stato e privati, attuare delle operazioni di ostruzionismo forti come quelle che stava facendo lui. Mi sono alzato dal tavolo e ho pensato che con Moretti non c’era possibilità alcuna. Non capivo come una persona che era stipendiata da noi italiani potesse pensare di andare per la sua strada senza rendersi conto di cosa fosse utile al Paese e ai viaggiatori. Ho visto un uomo, anche in buonafede, che era intransigente sul fatto che le Ferrovie erano lui e per altri non ci sarebbe stato spazio”.

Della Valle, per Moretti consenso politico trasversale
“Credo che Moretti, che è uomo di mondo, gestisse un consenso politico trasversale fortissimo, per cui c’era un’azione spalmata forte per la difesa del monopolio”. Lo ha detto Diego Della Valle, parlando dell’ex ad di Fs, Mauro Moretti, al processo per la strage di Viareggio. “Ero particolarmente disturbato dal fatto che un Paese libero come il nostro potesse essere condizionato grazie a un sistema di vecchi riferimenti personali e politici”, ha aggiunto. Il pm ha ricordato a Della Valle che, durante l’interrogatorio, aveva parlato di ‘Metodo Moretti’, “che è quello di tentare di intimorire chiunque lo attacchi”. “Sì – ha confermato Della Valle – è un format. Moretti è ben attrezzato, nella logica dei vari attori, nella gestione dell’industria italiana, ha ottimi rapporti con i mezzi di comunicazione, è un uomo sveglio, lui questa situazione la gestiva bene, con determinazione”.

Un socio Ntv, a noi pochi spazi e guerra prezzi
La guerra dei prezzi, pochi spazi per le macchine automatiche per la vendita dei biglietti nelle stazioni e ‘ostacoli’ ai passeggeri che volessero raggiungere un treno di Italo. Sono alcune delle difficoltà incontrate da Ntv elencate da Giuseppe Sciarrone, socio di Ntv, durante la sua testimonianza al processo per la strage di Viareggio. Sciarrone ha ricordato le “difficoltà nel portare avanti in tempi rapidi il processo di omologazione, le discussioni per ottenere le tracce che volevamo, anche se alla fine queste si sono concluse in senso soddisfacente. Non eravamo soddisfatti della disponibilità di spazi commerciali nelle stazioni – ha continuato e non abbiamo mai ottenuto le ubicazioni ottimali delle macchinette automatiche per la vendita dei biglietti. Poi c’è stata una guerra dei prezzi, sul nascere del nostro servizio, troppo accentuata”. “Alla stazione di Roma Ostiense – ha poi aggiunto – noi avevamo costruito una soluzione di massima accessibilità al treno, dopodiché, in maniera che noi abbiamo contestato, i nostri viaggiatori furono costretti a un cammino incredibile di 3-400 metri, perché il gestore dell’infrastruttura sosteneva che la nostra soluzione non garantisse i limiti di sicurezza. Poi, per impedire ai nostri viaggiatori di accedere al treno fu costruita una cancellata. Noi ricorremmo anche sulla stampa europea. L’ufficio di regolazione risolse il tutto”.
(ANSA)

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