Capobianco: ''Creiamo lavoro premiando il merito''

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uditorium regionale gremito per il seminario su CCNL e Bilateralità
Nencini su contratti d'appalto e Pmi: “Bisogna fare squadra”

“L'obiettivo è far entrare i contratti collettivi nazionali all'interno dell'azienda, attraverso una contrattazione di II livello. Le nostre imprese non possono avere più le stesse regole e necessità in tutto il territorio nazionale. Dobbiamo certificare i contratti d'appalto e sub appalto, formare i nostri sindacalisti d'impresa, dare voce al merito con premi di produzione”. Il presidente nazionale di Conflavoro Pmi Roberto Capobianco ha aperto il seminario su Ccnl e bilateralità tenutosi ieri a Firenze in un Auditorium gremito, mettendo sul tavolo idee e propositi: “Si devono creare le condizioni – ha continuato Capobianco – per fare cultura agli imprenditori sulla gestione delle risorse umane e sulle relazioni sindacali e formazione qualificata ai lavoratori attraverso l'ente bilaterale, costituito da Conflavoro e Confsal. Un unico ente – sottolinea il presidente – E non una sfilza di carrozzoni che succhiano sangue alle aziende e ai lavoratori. Ricostruiamo l'ambizione, in modo da essere sempre noi parte del cambiamento”.
Il convegno, organizzato da Conflavoro insieme al sindacato Confsal e all’ente bilaterale Ebiasp è stato scandito dagli interventi di professionisti: Niccolò Bianchi dell’area legale Conflavoro, Sandro Susini, responsabile dell'attività sindacale Conflavoro, Marco Pasquale della commissione bilaterale Ebiasp, l'ispettore tecnico del Ministero del lavoro Massimo Peca, il docente della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Urbino Alberto Andreani, Modestino Paglia della commissione nazionale di certificazione Epiasp, il segretario generale Confsal Fisals Filippo Palmeri, Niccolò Bianchi dell'area legale di Conflavoro. Oltreché dalla presenza del viceministro per le infrastrutture Riccardo Nencini e del presidente del consiglio regionale Eugenio Giani. Il tema è tra i più classici del diritto del lavoro, quello della contrattazione collettiva appunto, che rimanda direttamente ai concetti di libertà e uguaglianza sanciti dalla Costituzione. “E fu la stessa Firenze – ha ricordato Bianchi dell'area legale di Conflavoro – che nel 1963 ospitò un importante seminario sugli aspetti giuridici della problematica contrattuale”. Nel pomeriggio è intervenuto il viceministro Nencini, protagonista della nuova riforma dei contratti di appalto. Il codice, nelle quattro letture, con doppia deliberazione di Camera e Senato, ha subito modifiche sostanziali: “La norma – ha spiegato Nencini - quando uscì dal Senato prevedeva la separazione tra organo legislativo, esecutivo e l'Anac. La Camera l'ha modificata attribuendo all'Autorità di Cantone le funzioni di vigilanza e controllo per le gare d'appalto”. “questo – ha continuato Nencini - uno dei punti più deboli della norma perché c'è sovraccarico di competenze in seno ad Anac, che scrive e controlla”. Il viceministro non ha sorvolato sui limiti contenuti nel nuovo codice, ma ha anche sottolineato che, per il primo anno di validità, “ci sarà una finestra per potervi apportare dei correttivi”. Tra i nodi da sciogliere, il progetto esecutivo “molto più impegnativo soprattutto per le imprese che si occupano della realizzazione di grandi opere, e rimane aperto un piccolo problema sul massimo ribasso sulla soglia”. Si è parlato di “sburocratizzazione”, perché – ha sottolineato Nencini – il codice risponde proprio a questa problematica, in particolare “al caso dell'opera pubblica italiana che non procede, ma anche alla carenza progettuale, in quanto il progetto di fattibilità manifesta una serie di varianti che appesantiscono il costo dell'opera”. Oltre al problema dell'intervento della magistratura direttamente legato all'impresa: “In un anno si parla di 65 mila ricorsi al Tar, delle quali un terzo sono legate al campo dell'opera pubblica”. E infine, parlando di Pmi, il viceministro invita a consorziarsi: “È l'unico modo perché la piccola e media impresa sia favorita dal nuovo Codice: bisogna mettere insieme energie, meglio se d’eccellenza”.

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