Il saggio di Vitelli per ripensare il Festival Pucciniano
Torre del Lago venerdì 28 ottobre 2016 0Se si vuole garantire un futuro al Festival Pucciniano, occorre progettare e attuare un vero e proprio “cambio di paradigma” della manifestazione: cioè organizzare il Festival su basi completamente diverse, allargandone gli orizzonti e coinvolgendo altre realtà, come minimo a livello regionale.
E’ questa la più significativa indicazione emersa nel corso dell’incontro pubblico che si è svolto allo Chalet Emilio di Torre del Lago, per discutere sul libro di Niclo Vitelli, Un bel dì vedremo – Il Festival di Giacomo Puccini, cronaca di un’incompiuta. Come è noto, il saggio di Vitelli vuole propiziare un ripensamento completo del Festival, al fine di scongiurare il suo altrimenti inevitabile declino. All’incontro, promosso dalla Misericordia di Torre del Lago e coordinato dal giornalista Umberto Guidi, hanno partecipato, oltre all’autore, l’amministratore della Misericordia di Torre del Lago Paolo Gragnani, la scrittrice Ilaria Guidantoni e il critico musicale Davide Toschi.
Stante la riduzione in atto dei finanziamenti per gli enti lirici e i festival, la dimensione locale e limitata a due mesi estivi potrebbe non garantire più la sopravvivenza del Pucciniano. Da qui una riflessione che punta ad allargare i confini del festival, coinvolgendo una pluralità di enti. A titolo di esempio, si è citato un possibile triangolo che potrebbe coinvolgere la Fondazione Puccini di Torre del Lago, la Fondazione di Lucca e il Maggio musicale fiorentino. Nell’ottica dell’unione che fa la forza, a Torre del Lago potrebbero essere organizzate le opere estive, a Firenze le rappresentazioni invernali, mentre Lucca sarebbe il centro degli studi pucciniani. Tutto ciò, ripensando la natura del Festival, che dovrebbe tornare a fare ricerca, anche nella scelte dalle opere, e promuovere una seria attività di studio su Puccini. Un patrimonio – è stato detto – troppo grande e importante per essere trascurato o banalizzato.
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