Il Viareggio calcio si spegne... proprio nell'anno del centenario

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E mentre lo stadio dei Pini è chiuso da più di un anno, il tifoso bianconero resta spaesato e deluso... per tanti motivi

A Viareggio è sparito il calcio. Mentre anche a livello nazionale la scomparsa del calcio a Viareggio ha fatto mediaticamente clamore, con tanto di articolo su La Gazzetta dello Sport, in città si moltiplicano gli interventi (tardivi) e le dichiarazioni di molti personaggi dello sport e non. E il tifoso-medio? Resta basito, spaesato, confuso, sconcertato, arrabbiato, deluso. E lo stadio? Il glorioso "stadio dei Pini" (tempio anche della Coppa Carnevale che ha dato i natali ai più grandi campioni del nostro calcio) è chiuso dal 1° luglio 2018, nel silenzio dell'amministrazione comunale e del sindaco Giorgio Del Ghingaro e con la natura che sta inghiottendo la struttura.

In realtà però non è corretto parlare di scomparsa del calcio a Viareggio. Più giusto dire scomparsa della prima squadra cittadina. Che prima, nel ciclo del nuovo Millennio (perché di vicissitudini e cambi di nominazioni e numeri di matricole ne è pieno anche il secolo scorso), era Esperia Viareggio e adesso Viareggio 2014.

Dopo aver visto respinto (in realtà giudicato "inammissibile") il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni per essere riammessi in Eccellenza dopo aver clamorosamente bucato l'iscrizione on line ed esser retrocessi in modo imbarazzante dalla Serie D, i dirigenti romani nella persona del discussissimo direttore generale Tommaso Volpi hanno manifestato l'intenzione di andare avanti nella battaglia legale ricorrendo al Tar del Lazio con speranze quasi pari allo zero spaccato.

Teoricamente però il Viareggio 2014 potrebbe ancora non scomparire perché un’apertura per ripartire dalla Terza categoria ci potrebbe essere ancora... ma entro domani (venerdì 13 settembre) va materializzata l’iscrizione sistemando a Firenze le questioni economiche irrisolte: spese processuali e vertenze degli ex tesserati Pagliuca, Defilippi e Bacher. Così almeno non si perderebbe il titolo sportivo. Anche se da un certo punto di vista sarebbe più sensato ripartire con una matricola nuova (pulita) dalla Terza quest'anno (o ormai l'anno prossimo) e tentare una risalita dal basso in maniera non dissimile da come ha fatto e sta facendo ad esempio, per non andare lontani, lo Sporting Pietrasanta 1909 di Serafino Coluccini che ha subito vinto due campionati di fila e ora è in Prima categoria e di fatto è la principale rappresentante del calcio pietrasantino.

Nella buia e triste vicenda, tra i tanti aspetti grotteschi, c'è quello per cui si è arrivati alla situazione in cui il tifoso viareggino, in assenza della sua vera squadra, deve decidere dove "ripiegare" la domenica. Qualcuno starà sul divano. Altri andranno in giro. C'è chi già ha scelto di seguire la Virtus Viareggio che però gioca ed è di Montignoso e non sembra esser sentita propria da quasi nessuno nell’ambiente viareggino (inoltre non sta neppure avendo buoni risultati sul campo). Altrimenti, Torrelaghese a parte (in Prima categoria), c'è lo Sporting Viareggio 86 neopromosso in Seconda categoria su cui qualcuno ha deciso di ripiegare. O l'Atletico Viareggio e la Croce Verde in Terza categoria. Questo è ciò che al momento può offrire Viareggio sul piatto del calcio. Il tifoso cosa farà? Per ora... piange.

La morte del Viareggio calcio proprio nell'anno (2019) in cui si è celebrato il 100° compleanno del calcio in città parte da lontano e in tanti hanno contribuito a questa sparizione. Dal dopo Stefano Dinelli con la sua straordinaria Esperia (di fatto scomparsa con Domenico Filippelli) che fece grandi cose in Serie C (al tempo Lega Pro), è stato un susseguirsi di problemi nonostante i risultati sul campo fossero comunque importanti: vittoria al primo colpo dell'Eccellenza da parte del "nuovo" Viareggio 2014 e poi 4 anni di fila in Serie D con tanto di miracolosa salvezza ai playout nel 2017 e la stagione seguente grandissimo campionato da playoff. Ma i problemi erano fuori dal campo, nei libri contabili. E quando i conti non tornano... la fine prima o poi arriva, annunciata e puntuale. Fra i protagonisti del susseguirsi della vicenda, ai vertici della società, i tifosi delle zebre mai si dimenticheranno di Fabrizio Tonelli con Cecilia Boncristiani (quella del famoso "gesto delle corna"), Cristiano Baroni, Federico Raffo, la "parentesi" legata all'accordo con Nicola Pecini e infine il tristissimo epilogo targato proprietà romana Sergio Lazzarini-Pier Vincenzo Squadrilli-Tommaso Volpi.

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