Il tennis, lo sport del diavolo

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Il tennis, lo sport del diavolo
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Il libro di Adriano Panatta “Il tennis l’ha inventato il diavolo” racconta dell’imprevedibilità del tennis che è indubbiamente uno degli ingredienti immancabili di questo sport. L’imprevedibilità ha regnato anche a Melbourne all’Australian Open del 2020, ne è un chiaro esempio la finale che ha visto Novak Djokovic e Dominic Thiem sfidarsi in una partita in cui i colpi di scena non sono mancati. L’inarrestabile avanzata della 5^ testa di serie del tabellone, Dominic Thiem, e la sua vittoria contro la 1^ testa di serie Rafael Nadal, hanno reso l’arrivo in finale ancora più sorprendente. In effetti, l’austriaco non era presente nel gruppo dei favoriti ad arrivare in finale a Melbourne e sebbene l’austriaco avesse sconfitto recentemente il serbo alle ATP Finals 2019, ci si aspettava solo Medvedev e Nadal a essere capaci di arrestare l’ascesa di Djokovic. Eppure il tennis che Thiem ha giocato nel match contro Nadali pr ha cambiato le carte in tavola e ha dimostrato che l’austriaco fosse il tennista più meritevole di arrivare in finale. 
 
Ciononostante, la maggior esperienza del serbo sul campo australiano, già sette volte campione a Melbourne, lo ha fatto prevalere fin da subito: Djokovic ha infatti portato a casa i primi tre game in un batter d’occhio. Tuttavia, la tenacia di Thiem ha iniziato a crescere e l’austriaco ha pareggiato i conti portando il punteggio a 4-4. Il punto di svolta per Djokovic è stato lo smash del nono game che lo ho riportato in vetta, aggiudicandosi così il primo set 6-4. Dopo il primo set, mentre Djokovic appariva fisicamente spento, Dominic Thiem è avanzato con tutta la sua forza e ha vinto i due set successivi 6-4, 6-2 lasciando a bocca aperta anche i commentatori per la sua resistenza negli scambi più lunghi. Nel quarto set sia Djokovic che Thiem hanno dimostrato una grande caparbietà edè in questo set che la sopraccitata imprevedibilità ha ribaltato le sorti del match: a un passo dalla sconfitta, Djokovic ha ripreso in mano la partita e, confermando i pronostici di chi ama scommettere online con bet365 , ha messo a tacere l’austriaco portandosi a casa i due set conclusivi 6-3/6-4 e l’ottavo trionfo alla Rod Laver Arena.



In una intervista successiva al match, Djokovic non ha saputo dare il motivo del calo di prestazione del secondo e terzo set. Secondo il dottore che lo ha visitato si è trattato di disidratazione, ma Djokovic ha sostenuto di aver seguito la solita preparazione e di essersi mantenuto sufficientemente idratato. Ci sono stati indubbiamente altri fattori che possono aver infastidito e deconcentrato il serbo. Innanzitutto l’amore del pubblico australiano per l’“underdog” ovvero lo sfavorito Thiem, che ha ricevuto approvazione e appoggio durante tutto il match. È esemplare la sfuriata di Djokovic contro il pubblico che inneggiava Thiem al termine di un lungo scambio vinto dal serbo. La rabbia di Novak si è abbattuta anche sul giudice di sedia dopo i due warning consecutivi comminati. Djokovic lo ha ripreso dicendogli "Bravo, sei diventato famoso ora!".
 
Aveva ragione allora Panatta a descrivere il tennis come l'unico sport che “obbliga a giocare contro cinque avversari: il giudice di sedia, il pubblico, i raccattapalle, il campo e [s]e stess”.

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